Menu

L’immagine di Renzi – la sua forza – quindi scricchiola?

Beh se dobbiamo prendere gli ultimi fatti come cartina di tornasole, le cose non si stanno mettendo tanto bene per Renzi.

I dati macroeconomici per l’Italia non solo non sono migliorati, non solo non sono stazionarie, ma anzi continuano a peggiorare e l’inclinazione della retta verso il basso aumenta il suo angolo di incidenza. La previsione appena dieci giorni fa nel DEF presentato in pompa magna era un più 0,3% del PIL per il 2015 è stato smentito non da un consuntivo (che lo sarà in misura maggiore, come da una decina di anni a questa parte), ma dalla stessa OCSE che prevede un più 0,2% Che volete che sia, dirà qualcuno. Assolutamente nulla, decimali, appunto. Ma non sono i numeri in se, ma le previsioni che stanno dietro quei numeri. La tendenza che sta dietro quei numeri al ribasso indicano che le speranza di crescita non ci sono e che quella famosa luce, che ora non viene evocata più perché porta sfiga, diventa sempre più fioca e si allontana sempre più. E non è che gli altri paesi dell’Europa stiano tanto meglio!

Questo a dimostrazione che è la politica dell’austerity che continua a dare i suoi risultati. Certo la crisi imperversa ancora, ed è quindi crisi generale. Ma se l’Italia è fanalino di coda, pur partendo da una posizione di tutto rispetto dal punto di vista di struttura economica e di tessuto industriale vorrà dire qualcosa? Ci saranno pure errori di interpretazione in peggio, nell’aver declinato i dictat europei? I governi fin qui succedutesi hanno si responsabilità e pesanti in questo nostro arretramento più accelerato rispetto agli altri? E se invece di far lunghe battaglie con l’ICI, l’IMU, gli 80 euro, ora il TFR, e poi le Province e poi l’art 18, e poi il Senato, invece di queste balle qua si fosse lavorato sul serio, certamente non saremmo usciti dalla crisi, ma un pelino meglio saremmo di certo stati.

Il disagio sociale continua a diventar palese e dopo il milione e passa che la CGIL finalmente uscita dal guscio, che ha messo in campo, dopo l’inevitabile passo falso fatto con i lavoratori dell’AST, con le decine di manifestazioni che si apprestano a celebrarsi organizzati dai sindacati più o meno di base, studenti, precari ecc. ecc., le contestazioni che Renzi direttamente riceve durante i suoi tour di propaganda, indicano che anche quel 21% di consensi degli italiani (il 41% dei votanti) si sta rodendo e qualcuno qualche domanda incomincia a porsela. Potranno le forze repressive continuare a contenere queste spinte? Potranno continuare ancora menar fondenti a destra e a manca, con cariche e manganellate (adesso non più manganellate, ma Taser e spray al peperoncino*)

 

Lo scontro a distanza con Junker e soprattutto la bocciatura del DEF, qualche implicazione ha rispetto alla sua immagine di ragazzo efficiente ed esuberante che vuole dare di se. In verità la polemica verso Junker definito tra le righe come il capo dei burocrati fa bene a Renzi. Fa “ammuina”, gli consente di farsi capopopolo del quel populismo spicciolo che vuole l’Europa come un manipolo di burocrati che sta affossando l’Italia e l’Europa e quindi martire per la riscossa dell’Italia che lavora. Ma apre una spaccatura fra le stesse istituzioni europee, una diatriba fra il presidente della UE e la commissione, fra il potere dell’assemblea e il potere esecutivo europeo, che di questi tempi e con la crisi di fatto e le forze centrifughe che spingono alla spaccatura di certo non fa bene. Ma Renzi non se ne cura delle conseguenze. A lui interessa l’adesso, i suoi scopi immediati e la sua immagine. “Del domani non v’è certezza“, diceva un suo compaesano.

Il Patto del Nazareno comincia a scricchiolare Ossia ciò che ha consentito a Renzi di governare, l’abbraccio mortale per alcuni, benefico per altri, sta per saltare. Fino a che si è continuato a fare tutto quello che era presente già nel programma della destra e del berlusconismo, l’abbraccio era fraterno. Ora però l’elezione del membro della Corte Costituzionale da sempre terreno ambito dalla destra era troppo anche per i supporter renziani di qui l’avvicinamento con i grillini. Ma soprattutto l’approvazione in fretta e furia della legge elettorale non viene visto di buon occhio dai berlusconiani. E per una semplice ragione. Renzi vorrebbe capitalizzare subito il suo patrimonio fin qui racimolato e consapevole che deve dare discontinuità e rilanciare il suo bluff prima che qualcuno venga a vedere il suo due di picche. Quindi andare subito alle elezioni. Berlusconi non è dello stesso parere, Non è ancora pronto, ha perso molto del suo carisma, le frange spingono da un lato all’altro. Andare alle elezioni adesso significherebbe perdere ancora altre truppe.

Allora?

Due sono le strade e le vie d’uscita:

a) Rompere con Berlusconi, dichiarare finito il Patto del Nazareno e concedere ai grillini, sulla scia del patto per la elezione del membro della Corte Costituzionale, non un vero e proprio patto o alleanza strategica, ma una serie di concessioni, minimali, sul terreno proprio dei grillini, ma non troppo, consentendogli, quindi, di resistere, di portare a termine le riforme costituzionali secondo il suo disegno; magari mediate con i grillini, (che non vedono l’ora di uscire dall’impasse in cui si sono ficcati), cercare anche di rompere il fronte e di portare a casa sua qualche grillino più disponibile a predisposto a qualche poltrona del sottobosco. Riuscirebbe quindi nell suo sogno tipico democristiano. Prendere a destra e a manca, di volta in volta prendere i voti di Berlusconi o quello dei grillini e andreottianamente continuare a governare.

b) Trovare la mediazione e il compromesso sulla legge elettorale, anche concedendo e arretrando sulle richieste berlusconiane, andare alle elezioni, vincerle, o meglio racimolare la maggioranza dei seggi, con i suoi supporter fidati e senza rompicoglioni tra i piedi e continuare a governare.

Ma per entrambe le sue vie d’uscita sarà vera gloria?

La crisi sarà sempre più evidente e colpirà strati di popolazione sempre più ampia. Il dissenso sociale sarò difficilmente contenibile se non farà un passo indietro e in maniera più o meno velata trovare la maniera per concedere qualcosa alla CGIL, basterebbe solamente concedere la possibilità di ascoltare la Camusso sui provvedimenti più importanti. Invitarla ad un tavolo non di concertazione, ma solo un tavolo tondo. Solo ascoltarla le basta. E spezzare quindi un potenziale di lotta che altrimenti sarebbe difficilissimo sorreggere e sopportare. Sguinzagliare i suoi cani fedeli di Sel e della minoranza del PD di intercettarlo politicamente verso il sindacato e di supportarlo nel gioco. O fa cosi, oppure qualunque strada intraprende dovrà sempre vedersela con la piazza incazzata.

* Le pistole elettriche chiamate Taser. Amnesty International denuncia negli Usa 864 morti dal 2001, dall’anno cioè in cui Washington ha deciso di dotare la polizia di quest’arma. Sarebbe particolarmente pericolosa per chi soffre di disturbi cardiaci o si trovi in un particolare stato di alterazione emotiva e chi partecipa ad una manifestazione e subisce una carica lo è. Inoltre, sempre in soggetti predisposti, le scariche multiple potrebbero danneggiare il cuore e il sistema respiratorio Citando uno studio della scuola di medicina della Wake Forest University, dice che il 99,75 per cento su 1.201 soggetti colpiti dalla pistola elettrica ha riportato graffi e cicatrici e alterazioni del sistema cardio circolatorio. Dunque uno 0,25 per cento di situazioni più serie e pericolosi è riconosciuto dal produttore medesimo.

da http://vecchia-talpa.blogspot.it/

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *