La Cooperativa 29 giugno, creatura di Salvatore Buzzi arrestato nell’inchiesta romana su “Il Mondo di mezzo”, è una di quelle esperienze di cooperazione sociale nate a metà degli anni Novanta nella zona grigia del terzo settore o non profit, un settore dilagato in ogni ambito e che ha letteralmente cannibalizzato i servizi sociali messi in liquidazione delle amministrazioni pubbliche. Salvatore Buzzi è un ex detenuto per reati pesanti, che una volta fuori dal carcere, ha avviato una cooperativa sociale per facilitare il reinserimento dei detenuti.
Piccole cooperative di scopo, nate con “forti motivazioni sociali”, si sono via via trasformate in vere e proprie holding con interessi molteplici. La lettera della Cooperativa 29 giugno, che pubblichiamo è molto recente. Risale al 16 ottobre di quest’anno e chiede ai propri soci – 675 secondi i dati ufficiali – di investire i loro risparmi in una operazione di finanziamento denominata “Prestobene” realizzata in collaborazione con Banca Prossima (gruppo Banca Intesa) e alla piattaforma Terzovalore.com. Si tratta di due organismi finanziari per le attività del settore delle onlus e del no profit messo in piedi da Banca Intesa. L’obiettivo dell’investimento è “l’acquisto dalla Cooperativa Deposito Locomotive San Lorenzo di 8 appartamenti a Roma Est (a Casette Rosse per l’esattezza) da destinare a uso sociale, mentre altri 6 appartamenti verranno acquistati da altre cooperative del gruppo”. Eh sì, perché la 29 giugno non è più solo una cooperativa ma un gruppo, una vera e propria holding con 675 soci, 324 dipendenti e 15 “altri”. Non sappiamo quanto guadagnino i soci, sappiamo che i dipendenti venivano pagati 5,6 euro netti l’ora. Chiedere a chi mette insieme uno stipendio di 5/600 euro di investire in operazioni come Prestobene richiede comunque una buona dose di faccia tosta.
Ma gli interessi e i campi di intervento della holding 29 Giugno sono ormai molteplici. Il “salvataggio insieme alla Lega Coop della operazione immobiliare della storica Cooperativa Deposito Locomotive San Lorenzo” con l’acquisto dei suoi 14 appartamenti invenduti, è solo l’ultima operazione. Il consorzio di cooperative sociali vede ormai insieme come gruppo la “Cooperativa 29 giugno” (che fattura 25 milioni di euro nel 2013), la “Eriches 29” (che ne fattura 15), la “29 giugno servizi” (che ne fattura 10) ed altre imprese che fatturano nel 2013 più di 15 milioni di euro. Il totale del fatturato della holding “cooperativa” arriva così a 58.812.582 euro nel 2013. Dieci anni fa erano 11.302.261. Negli anni della Giunta Alemanno è passato da 20 milioni a 46 milioni (dato che Alemanno non può smentire perchè è sui bilanci). Niente male!
La Cooperativa 29 giugno si andava appassionando anche al mondo della finanza creativa e alla possibilità di emettere dei minibond (che quindi devono avere e dare garanzie a chi li acquista). Ma per farlo occorre avere un Ebitda positivo negli ultimi tre anni e almeno 5 milioni di fatturato. In tutta Italia solo 158 cooperative su 67.175 hanno questi requisiti, nel Lazio solo 6 e guarda caso la Cooperativa 29 giugno è una di queste. Come ha fatto a diventare così solida una cooperativa nata nel 1994 e con un allora capitale sociale pari a 636 euro? “Il 90% delle nostre commesse è reperito tramite gare pubbliche di appalto e solo il 10% da convenzioni riservate a cooperative sociali” spiega il bilancio presentato a giugno. La cooperativa 29 giugno si vanta di avere un rapporto di retribuzione tra dipendenti e dirigenti pari a 1 a 5, molto meglio di quello teorizzato come equo dall’industriale illuminato Olivetti.
Ma che fa la Cooperativa 29 giugno? In quali settori opera? Dopo aver acquisito i rami di azienda di Cosp Tecno Service e Consorzio Formula Ambiente, si occupa di raccolta differenziata per conto dell’Ama (l’azienda municipalizzata per i rifiuti) sia a Roma sia in altri comuni della provincia. Poi c’è la manutenzione del verde “nonostante il contrarsi degli importi destinati a tali attività operato da Roma Capitale (il Comune, NdR)”.
Inoltre c’è la gestione dell’accoglienza e dell’assistenza degli immigrati (quella che, proprio secondo Buzzi, “rende più del traffico di droga”), dei senza fissa dimora, dei rom, delle mamme con bambini e delle famiglie in difficoltà. C’è poi la vittoria della gara per la gestione del CARA di Castelnovo di Porto sul quale però c’è l’opposizione di una giudice del Tar che ha accettato il ricorso di una società francese. E Buzzi si rivolge proprio ad Alemanno e al quotidiano della destra romana “Il Tempo” per fare il vuoto intorno a questo magistrato del Tar (la dott.ssa Sandulli) accusata di conflitto di interessi in quanto il marito è proprietario di una ditta edile che fa lavori dentro il CARA. Non è finita però. Ci sono i lavori di pulizia agli ospedali Grassi e Pertini di Roma, dove però il nuovo appalto non è stato vinto. L’holding 29 giugno si è però riconsolata con una commessa presso il CONI. C’è infine l’appalto storico, quello dei servizi di portineria e ausiliari dell’università di Roma Tre, servizio per la quale la Cooperativa 29 Giugno ha spodestato negli ultimi anni altre cooperative di promozione sociale come ad esempio la Data Coop (costituita da molti ex detenuti politici di sinistra) assumendone parte del personale.
Buona parte di queste attività adesso è al centro dell’inchiesta sul “Mondo di mezzo” e il suo amministratore è finito in carcere. Buzzi indubbiamente è uno che viene dalla strada e dal carcere, è uomo concreto e spregiudicato, animato, almeno in partenza, da “voglia di riscatto”. Ma è il sistema che ha trovato a disposizione che ha consentito la metamorfosi da cooperativa sociale a holding tutto fare e nel sistema c’è anche il fattore criminale, quello dei Carminati e company, con il quale Buzzi sembra intendersi a perfezione.
Lo stesso Buzzi tirando le conclusioni nell’assemblea annuale che presenta il bilancio della Cooperativa 29 giugno, avanza un vero e proprio manifesto politico del terzo settore che così si esprime: “A pochi giorni dalla straordinaria affermazione del Partito Democratico alle elezioni europee…. anche noi vogliamo essere parte attiva del cambiamento in corso con l’esempio del nostro lavoro e del nostro agire. Il mondo del terzo settore può fornire un determinante contributo al rinnovamento e crediamo che il non profit possa delinearsi in modo completamente nuovo per rafforzare i diritti di cittadinanza di tanti che ancora oggi si sentono esclusi”.
Detto questo non potevano mancare i ringraziamenti di Salvatore Buzzi al mondo di sopra: “Un augurio di buon lavoro al ministro Giuliano Poletti ex presidente nazionale che più volte ha partecipato alle nostre assemblee; al governo Renzi affinchè possa realizzare tutte le riforme che si è posto come obiettivo, l’unico modo per salvare il nostro paese dalla stagnazione e dall’antipolitica” (sic!).
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