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Roma. Sciogliere il consiglio comunale infiltrato da mafiosi e fascisti, imporre la priorità delle esigenze popolari

Il terremoto giudiziario che ha investito l’intero sistema politico capitolino disvela in modo inequivoco lo scellerato intreccio tra politica e affari in cui è stato sprofondato il governo  della città capitale, irrimediabilmente assorbito in una fittissima rete di rapporti tra malavita, lobbies affaristiche ed esponenti della destra neo-fascista.

Una vera e propria cupola con caratteristiche mafiose saldamente insediata nei gangli vitali della vita politica cittadina attraverso una scientifica opera di corruzione trasversale a tutti i partiti.

Si contano a decine gli esponenti politici e del mondo della malavita “ in doppio petto imprenditoriale” raggiunti dai vari provvedimenti dell’autorità giudiziaria ed il cui  numero è certamente destinato a crescere nei prossimi giorni.

Ormai era da tempo chiaro il carattere criminale dei rapporti tra il mondo della politica e l’imprenditoria tanto nella gestione delle società municipalizzate (vedi ATAC e AMA) quanto negli appalti pubblici nonchè il ruolo di primo piano svolto dalla destra neofascista.

Questa gestione affaristico-criminale e fascista, ha lasciato incancrenire tutte le emergenze sociali (periferie, casa, rifiuti, trasporti, salute), o come nel caso dei migranti, ha addirittura costruito un  capitolo nostrano nel business sull’abominevole traffico di esseri umani. I migranti già  vittime della povertà, delle guerra e di ogni sopruso nelle loro terre di origine, approdano come preziosa merce nel  lucrosissimo affare dei centri di accoglienza; per poi divenire  oggetto di strumentalizzazione politica e sociale nella campagna della stessa destra sul degrado delle periferie.

Quanto accaduto a Roma ha delle responsabilità nelle giunte passate con l’abbandono pluridecennale da parte delle istituzioni del territorio, con la liquidazione di politiche pubbliche a vantaggio della progressiva privatizzazione dei servizi pubblici e della loro gestione, nell’aver di fatto lasciato mano libera alla logica del profitto in cui la criminalità organizzata si è agevolmente insediata.

Ma ci sono anche delle responsabilità per il presente e per il futuro. Possiamo dire che il Mondo di sopra (apparati dello Stato, grandi gruppi affaristici italiani e multinazionali) sta usando la mano pesante della loro “legalità” contro il letamaio del Mondo di mezzo. Ma il suo obiettivo è prendersi in mano tutto: dai servizi alle grandi opere pubbliche, dai flussi turistici agli investimenti internazionali su Roma con i criteri manageriali ispirati da  Bruxelles e dalle multinazionali, senza dover più passare per la mediazione con il verminaio del Mondo di mezzo (politica, malavita, faccendieri, gruppetti di arraffoni alla amatriciana). Dal nuovo assetto comunque il Mondo di sotto (i lavoratori, la gente della periferia, i disoccupati, gli utenti dei servizi) non avrebbe nulla da guadagnare.

Per questa ragione è decisivo che i settori popolari rivendichino i loro interessi e si dotano dell’indipendenza necessaria a tutti i livelli per perseguirli, sia contro l’intreccio affaristico/mafioso e fascista, sia contro i “tecnici” al servizio dei grandi gruppi e delle multinazionali.

Il protagonismo popolare è il primo insostituibile strumento di contrasto al sistema criminale-imprenditoriale, contro la privatizzazione del territorio e contro i rigurgiti della destra fascista e razzista.

Ross@ chiede che si proceda senza indugi allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e fasciste.

Ross@ promuove una campagna di mobilitazione nei quartieri periferici per una nuova stagione di lotte per il reddito, la casa i servizi.

Ross@ Roma propone una assemblea cittadina per discutere e decidere rapidamente una forte e costante iniziativa che dia protagonismo e centralità alle esigenze popolari.

 

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