È accaduto un’altra volta. Un altro rossobruno va a combattere nel Donbass arruolandosi nell’esercito della Novorossjia e immediatamente si mette in moto una macchina propagandistica, particolarmente efficace in alcuni ambiti del variegato mondo della sinistra italiana. Lo schema è grosso modo sempre lo stesso: si diffondono articoli in cui viene pagato tributo “all’uomo coraggioso e guidato da un sentimento di solidarietà tra i popoli” quanto mai singolare in un’epoca di cinico individualismo; si costruisce così il personaggio eroico che per parte della sinistra rende superfluo qualsiasi tentativo di comprendere a fondo la complessità della situazione in Novorossjia in quanto già ampiamente rassicurati e appagati dalla vista del mitragliatore a tracolla del nuovo eroe di turno…
Il “debutto” di Gabriele Carugati, varesotto, 25 anni, le cui foto in mimetica e armi in pugno stanno girando sui social piuttosto velocemente, è avvenuto più o meno in questo modo.
Le prime indicazioni della sua provenienza politica si erano già avute quando a rilanciare la notizia del suo arruolamento erano stati per primi vari siti della galassia rossobruna, ma è stato possibile avere riscontri più chiari semplicemente leggendo attentamente una sua intervista e indagando su quanto di pubblico su di lui si poteva trovare nei meandri della rete.
L’intervista pubblicata (http://www.vineyardsaker.it/sfera-di-civilta-russa/novorussia/nome-di-battaglia-arcangelo-un-ragazzo-italiano-nel-donbass/) non fornisce su di lui molte informazioni, a parte dirci che ama la geopolitica e che si dice disposto ad andare a combattere in Siria per difenderla dall’attacco occidentale. Da un primo sguardo alle informazioni disponibili sulla rete emerge chiaramente la provenienza politica della sua famiglia. Il padre e la madre sono infatti due militanti leghisti, e quest’ultima ricopre anche l’incarico di segretaria del circolo della Lega Nord (LN) di Cairate, dove risiede la famiglia Carugati [1].
Anche Gabriele si dice essere un simpatizzante leghista. Il suo profilo Facebook offre ulteriori elementi a conferma di questo: se tra i suoi “Mi piace” [2], è possibile trovare, ad esempio, la pagina ufficiale di Matteo Salvini, nel suo “Diario” ricorrono spesso, condivisi dal Carugati, eventi dell’Associazione culturale Lombardia-Russia, uno dei canali mediante i quali Salvini manovra il tentativo di avvicinarsi a Mosca cercando di porsi come interlocutore privilegiato di questa nel gioco di opposizione alle sanzioni imposte dall’U.E. alla Russia. Salvini, razzista quanto opportunista, è (…) uno strumento di cui Mosca potrebbe servirsi per tentare di indebolire l’ostilità occidentale nei propri confronti.
Osserviamo, dunque, più nel dettaglio il quadro dei rapporti politici intrattenuti dal Carugati, che emerge dal suo profilo Facebook.
Il primo gruppo che s’incontra è Unitè continental, gruppo rossobruno francese, organizzatore di una missione di volontari nel Donbass. L’attività principale del gruppo consiste nell’arruolamento di volontari che mandano a combattere in particolare nel battaglione Vostok, nel battaglione Prizak, e in un proprio battaglione, che collabora con altri di orientamento conservatore e reazionario, e nel quale la presenza fianco a fianco di camerati e almeno cinque “compagni” è stata rivendicata pubblicamente [3].
Un altro importante gruppo della galassia politica in cui orbita Carugati è l’Associazione culturale Lombardia-Russia. Il segretario di questa è Luca Bertoni (si veda le fonti sotto per una descrizione più approfondita del personaggio, per il momento è sufficiente questa sua foto alquanto eloquente [4]), mentre il presidente è Gianluca Savoini, giornalista de La Padania, e apparentemente molto stimato dai già citati rossobruni di Millennium, come si può notare dallo spazio riservatogli sul loro sito internet (http://www.millennivm.org/millennivm/?p=966 ehttp://www.millennivm.org/millennivm/?p=532)
Dai giornali locali si evince che l’associazione ha una sede a Varese: ne è segretario l’ex direttore di Telepadania, Max Ferrari. L’Associazione di Varese risulta nata a marzo di quest’anno, presentata pubblicamente entro la sede della Lega Nord locale [5]. E dei legami con la Lega, non fanno nessun mistero:
“A Milano quindi Lega Nord e Associazione Lombardia Russia marciano unite su due fronti paralleli: la Lega su quello politico, l’Associazione sul piano cultural-giornalistico. A dimostrazione che anche in Italia non tutti seguono la propaganda antirussa proveniente da un’UE lontana dai popoli e servitrice degli interessi del mondialismo e dell’alta finanza e delle grandi lobbies di potere internazionali.” [6] Cercando altre informazioni in rete si può trovare riscontro anche dei legami tra l’Associazione e Nicolai Lilin, scrittore diventato famoso in Italia perché autore del libro Educazione siberiana, da cui è stato tratto anche l’omonimo film, schierato in un primo momento con l’Euromaidan e poi passato dalla parte novorussa su posizioni filo-nazionaliste. Qui (http://www.lombardiarussia.org/index.php/rassegna-stampa/dicono-di-noi/315-lombardia-russia-al-festival-dallinsubria-alleurasia) troviamo infatti un articolo della stampa locale che parla di un convegno sugli equilibri geopolitici, organizzato dal senatore leghista Giancarlo Giorgetti, a cui ha partecipato anche l’Associazione Lombardia-Russia. Il titolo dell’articolo parla chiaro: si ribadisce la contrarietà al “mondialismo e al buonismo” e la necessità del blocco dell’immigrazione. A questa iniziativa ha partecipato anche Nicolai Lilin, tesserato dell’Associazione, di cui il sito dell’Associazione riporta un’intervista [7]. Eccone un estratto, giusto per capire il clima:
“Sono uno scrittore e non mi occupo di politica, ma certamente non posso non complimentarmi con chi ha una visione strategica alternativa a quella falsa di molti altri partiti europei, se serviranno a cambiare le cose e a migliorare i rapporti con Mosca. Se si ammette una verità storica, non importano le appartenenze politiche, a mio avviso. Qui ne va del futuro di tutti noi. Non si può andare a stringere la mano a dei golpisti e fare gli arroganti con un paese amico come quello guidato da Putin. Lo spettacolo di sudditanza offerto dai fantocci dei gruppi di potere atlantisti è veramente squallido”.
L’amicizia col Front National è suggellata proprio in questa foto, dove si vedono Savoini e Ferrari dell’Associazione Lombardia-Russia, assieme a Salvini e Marie Le Pen [8]. Ma non finisce qua: ecco una foto di Bertoni, segretario dell’Associazione, insieme a Irina Osipova, leader dell’Unione giovani italo-russi (RIM) e di Salvini, Savoini e Osipova in Russia [9]. Non sorprende che la Osipova sia su posizioni anti-atlantiste ma reazionarie (anti-gay, anti-aborto ecc..) nonché ferocemente contrarie all’antifascismo italiano, come testimoniato dal suo recente scritto pubblicato sul suo profilo Facebook, “L’antifascismo italiano e l’antifascismo russo a confronto” [10].
Secondo la Osipova, i due concetti possono essere così definiti: “L’antifascismo russo è la resistenza (anche armata) allo straniero venuto nella terra natale dei russi per conquistare il territorio da loro abitato con lo scopo di dominare e controllare, portando distruzione, causando morti tra i militari e soprattutto civili. Storicamente è la resistenza alla realizzazione politica estera nazista nei confronti del mondo sovietico. Il Fascismo, con l’accezione generica di Fascismo in Russia si indica il Nazismo tedesco in funzione di sopraffazione dei sovietici, anche con la loro uccisione, (quindi di sterminio di questi nel loro territorio). I simboli del Fascismo per i russi sono Hitler e la svastica.
L’antifascismo italiano è la resistenza (anche giudiziaria) al pensiero dei propri connazionali che promuovendo concetti di natura nazionalista e tradizionalista, storicamente traggono ispirazioni anche dalle politiche interne del Ventennio fascista.”
In altre parole, l’antifascismo russo unisce un popolo (senza distinzioni di classe), mentre quello italiano divide perché da un lato si oppone a quei connazionali che si ispirano al ventennio fascista, e dall’altro cerca di separare la classe padronale dai proletari. Inoltre, l’antifascismo russo ripudia solo il nazismo e lo separa dal fascismo, invece, quello italiano considera i due movimenti come fortemente accomunati.
La Osipova, poi, prosegue affermando che: “L’incompatiblità è nei concetti alla base dei due antifascismi” …
In Italia, se i tuoi valori sono: Patria, famiglia naturale, tradizione, ordine, sovranità nazionale, stato sociale, immigrazione regolata, estradizione dei clandestini dallo stato, e ti schieri contro le leggi che impongono di scrivere “genitore 1 – genitore 2” al posto di “mamma e papà” o sei contro altre leggi “gender” rischi si essere identificato come – fascista, xenofobo, nazista o omofobo, anche se non sei italiano. In Italia l’antifascismo è diventato sinonimo della lotta contro ogni negazione di “diritti”, persino se questi ultimi sono palesemente contro la retta ragione e il diritto naturale, quindi il suo concetto è stato allargato al di là delle connotazioni ideologiche, di fatto è facile essere tacciato come “fascista” pur non essendolo davvero, come ad esempio se ci si oppone all’ideologia gender o all’immigrazione di massa. La maggioranza degli antifascisti in Italia è anticattolica, a favore dei diritti gay, sostenitrice degli immigrati, a favore della liberalizzazione delle droghe ed all’aborto.”
Infine, secondo la Osipova, sin dalla nascita l’antifascismo in Italia sarebbe responsabile di tenere diviso il popolo tanto che a causa degli scontri tra neofascisti e antifascisti negli anni ’70 rimasero uccisi numerosi connazionali. Inoltre, l’egemonia culturale dell’antifascismo italiano sarebbe anche responsabile di influenzare l’informazione al punto che i giornali non ci penserebbero due volte a bollare come fascisti chi propone di pensare prima di tutto agli italiani e al recupero della sovranità nazionaleSul tema dell’Ucraina, la Osipova attacca per l’ennesima volta l’antifascismo italiano, accusato di sostenere strumentalmente l’antifascismo nel Donbass, ignorando consapevolmente le evidentissime differenze ideologiche che lo dividerebbero da quello novorosso, come i valori fondanti delle repubbliche di Donestk e Lugansk, riassunti in Dio, Patria, famiglia naturale e sovranità nazionale.
Una volta ricostruito questo quadro, potrebbe essere il caso che qualche sostenitore del “non-posizionismo”, incapace di accettare la complessità del reale e dell’improbabilità di un prossimo processo rivoluzionario guidato dalle masse novorosse, oppure qualche detrattore della Novorossia così accecato dall’odio contro Putin da ignorare l’esistenza dei novorossi e delle loro rivendicazioni di autodeterminazione e conquiste sociali, usi queste informazioni contro la resistenza novorossa. Sia ben chiaro che lo scopo di chi scrive è proprio l’opposto. Chi scrive sostiene fermamente la resistenza in Novorossia, nella consapevolezza della complessità e frammentazione del panorama politico novorosso. Chi scrive sostiene fermamente, all’interno della resistenza novorossa, quelle realtà della sinistra di classe (partiti e battaglioni di popolo in armi) che stanno spingendo per una trasformazione in senso socialista della Novorossia,entrando per questo in una posizione spesso antagonista a quella di Putin. Se da un lato un’informazione corretta su le presenzefasciste deve raggiungere un’ampia diffusione allo scopo di dare una giusta dimensione e collocazione alla piccola e politicamente debole ala rossobruna della resistenza novorossa, dall’altro lato quest’informazione non deve essere cavalcata per ridurre a “scontro tra fascismo russo e ucraino” la giusta resistenza del popolo del Donbass all’aggressione del governo del Maidan. Questo è semplicemente falso e tragicamente in linea con le posizioni imperialiste espresse dai principali mezzi d’informazione. Al contrario, informare sulla presenza rossobruna è necessario almeno per due motivi: primo, per essere consapevoli della complessità della situazione in Novorossia; secondo, come strumento di lotta politica per la sinistra di classe locale e italiana per tracciare un solco sempre più netto tra la sinistra di classe e questi squallidi fascisti vestiti di rosso.
[1] http://laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/un-varesino-al-fronte-con-i-filorussi_1092398_11/
[2] immagine like fb
[3] foto battaglione. Niente di nuovo “superare i concetti di destra e sinistra per unire i popoli contro l’atlantismo. Per un popolo unico contro il mondialismo”.
[4] bertonilega.png
[5] http://www.varesepolis.it/a-varese-i-fans-di-putin-nasce-lassociazione-lombardia-russia-282.html)
[8] fotosalviniferrari ecc
[9] foto osipovabertoni e https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10153419840878136&set=a.10150825091733136.511800.551483135&type=1&theater
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Marco Bordoni
Mi complimento per la ricostruzione, molto dettagliata ed accurata. A titolo personale ci tengo solo a precisare che né io, né Vineyardsaker.it abbiamo legami con ambienti politici. Siamo solo una testata di (contro) informazione. Ho creduto che dare voce ad un connazionale che aveva fatto una scelta così controcorrente fosse interessante. Abbiamo solo esercitato un ruolo di supplenza rispetto alle carenze informative della stampa nazionale. Grazie per l’attenzione e buon lavoro. MB
jean sebastien
Un ragazzo italiano coraggioso che va a combattere contro i nazisti ucraini e’ uno squallido fascista?
Siete sempre la solita sinistra radical chic in cashmere che a natale va a sciare a Cortina…