Che uno speculatore finanziario abbia a cuore beneficenza e democrazia è un sanguinoso ossimoro. L’intervento di George Soros pubblicato su La Stampa ne è la conferma. Il noto finanziere, spesso deus ex machina di interventi e ingerenze pesanti nella vita politica di molti paesi, rompe gli indugi sull’Ucraina. Dieci anni fa aveva finanziato la rivolta arancione nel paese, oggi spinge affinchè l’intervento risolutore sia realizzato dalla potenza militare della Nato e dai soldi dell’Unione Europea. Ed è proprio a quest’ultima che Soros si rivolge chiedendogli di dissanguarsi prima con le sanzioni verso la Russia poi finanziando l’Ucraina come garante presso il Fondo Monetario Internazionale. Il rischio? Un conflitto con la Russia ma è proprio questo che Soros auspica. Un apprendista stregone patentato e che di scheletri e danni vomitevoli ne ha già parecchi nel suo armadio. Vediamo cosa sostiene Soros.
In primo luogo l’Unione Europea deve rompere gli indugi. Secondo Soros “Invadendo l’Ucraina nel 2014, la Russia ha sferrato una sfida epocale ai valori e ai principi dell’Ue e al sistema di regole che ha mantenuto la pace in Europa dal 1945. Né i leader né i cittadini europei sono pienamente consapevoli della portata di questa sfida, tanto meno sanno come affrontarla”.
Il riarmo dell’Ucraina è decisivo secondo Soros: “L’Occidente, purtroppo, ha fornito all’Ucraina sotto attacco un supporto solo di facciata. Altrettanto preoccupante è apparsa la continua riluttanza dei leader internazionali a fornire nuovi impegni finanziari per l’Ucraina. Di conseguenza, la semplice minaccia di un’azione militare può essere sufficiente a provocare il collasso economico dell’Ucraina”
Soros, come molti guerrafondai statunitensi, teme che Obama accetti un accordo con la Russia: “Putin sembra tenere in serbo la prospettiva di un grande patto, la Russia fa la sua parte nella lotta contro lo Stato islamico – per esempio, non fornendo i missili S300 alla Siria (preservando così il dominio aereo statunitense) – in cambio gli Usa lasciano alla Russia il controllo sul suo cosiddetto «estero dietro casa». Qualora Obama dovesse accettare un tale accordo, l’intera struttura delle relazioni internazionali sarebbe pericolosamente alterata a favore dell’uso della forza. Sarebbe un tragico errore”
Gli Stati aderenti all’Unione Europea, secondo Soros, hanno l’occasione di indicare un nemico, anzi “il nemico”, capace di fargli mettere da parte i contrasti interni sul rigore di bilancio. E’ l’occasione d’oro per risolvere le divergenze e concentrare gli sforzi contro il nemico comune- la Russia – anche rischiando di mandare in rosso i bilanci e le politiche di asuterity fin qui adottate dalla Ue. “La minaccia per la coesione politica della Ue è anche più grave del rischio militare. La crisi dell’euro ha trasformato un’unione sempre più stretta di Stati sovrani uguali in un’associazione di Paesi creditori e debitori, con i debitori che lottano per soddisfare le condizioni poste dai creditori. È questa debolezza interna ad aver permesso alla Russia di emergere come una potente rivale dell’Ue. L’attacco della Russia all’Ucraina è indirettamente un attacco alla Ue e ai suoi principi. E non è opportuno per un Paese, o per un’associazione di Paesi, farsi la guerra per perseguire l’austerità fiscale, come continua a fare l’Unione europea. Tutte le risorse disponibili dovrebbero essere dedicate all’impresa comune, anche se questo dovesse significare chiudere i bilanci in passivo”.
Particolare interessante nell’analisi di Soros, è che la politica della Merkel e della Germania sull’austerità corre il rischio di ostacolare questa operazione di concentrazione del fuoco sul nemico. Dice Soros che “La fortuna dell’Europa è che il cancelliere tedesco Angela Merkel si sia comportata come una vera europea riguardo alla minaccia rappresentata dalla Russia. Prima sostenitrice delle sanzioni, si è dimostrata la più disponibile a sfidare per questo l’opinione pubblica tedesca e gli interessi commerciali. Ma la Germania è anche il Paese che più di ogni altro sostiene la necessità dell’austerità fiscale, e la Merkel deve capire la contraddittorietà di queste posizioni”.
Non solo, ma la guerra contro la Russia – anche se viene evocata attraverso la formula del “sostegno all’Ucraina – avrebbe, secondo Soros, un effetto benefico sull’economia dell’Unione Europea: “Le sanzioni contro la Russia sono necessarie, ma non sono senza conseguenze: l’impatto depressivo delle sanzioni aggrava le forze recessive e deflazionistiche già in atto. Al contrario, aiutare l’Ucraina a difendersi contro l’aggressione russa avrebbe un effetto di stimolo sull’Ucraina e sull’Europa”.
Per questo motivo, secondo il noto speculatore finanziario, l’Unione Europea dovrebbe aprire il portafoglio che oggi tiene chiuso: “L’Ucraina ha bisogno di un’iniezione di liquidità immediata, diciamo 20 miliardi di euro, con la promessa di averne di più in caso di necessità, così da scongiurare il collasso finanziario. Il Fondo monetario internazionale potrebbe fornire questi fondi, se la Ue promettesse di versare il suo contributo. Le spese reali rimarrebbero sotto il controllo del Fmi e subordinate alla realizzazione di profonde riforme strutturali”.
Infine c’è la missione finale che l’Unione Europea dovrebbe impugnare: “La «nuova Ucraina» è risolutamente pro-europea e pronta a difendere l’Europa difendendo se stessa. Ma i suoi nemici – non solo la Russia putiniana, ma anche la sua burocrazia e la sua oligarchia finanziaria – sono incredibilmente forti, e non può farcela da sola. Sostenere nel 2015 la nuova Ucraina è di gran lunga l’investimento più redditizio che l’Ue possa fare. Potrebbe anche aiutare la Ue a ritrovare lo spirito di unità e di prosperità condivisa che ha portato alla sua creazione. Salvando l’Ucraina, l’Ue potrebbe anche salvare se stessa”.
Questa chiusura contiene in se l’essenza della questione. Secondo uno dei maggiori speculatori finanziari del mondo, le contraddizioni interne dell’Unione Europea trarrebbero beneficio dal conflitto con la Russia, un conflitto ovviamente sempre declinato come “aiuto all’Ucraina”, ma è palese anche ad occhio nudo che un piano di aiuti all’Ucraina non avrebbe il peso e i ritorni positivi sufficienti come contropartita ai danni della sanzioni alla Russia e dei finanziamenti in uscita. All’Unione Europea servirebbe quindi qualcosa di più consistente per “salvare se stessa”, un bersaglio grosso, un nemico…. un conflitto.
Si capisce da queste argomentazioni che quelli come Soros e i leader europei che ne seguono le indicazioni, vanno fermati, prima che sia possibile e con ogni iniziativa necessaria.
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diego
scusate, ma ancora con ‘sta cosa della “Russia che ha invaso l’Ucraina”?