A Monaco di Baviera è in corso fino a domenica l’annuale Conferenza Internazionale sulla sicurezza che vede la partecipazione di una ottantina di capi di governo, ministri degli esteri e della difesa provenienti da tutto il mondo. Fra i temi sul tappeto, al centro della discussione, rigorosamente a porte chiuse, c’è il rischio di escalation militare della crisi in Ucraina accentuato dall’invio di armi dagli Usa a Kiev. Ma si discute anche della crisi e dei conflitti in Medio Oriente e del dossier nucleare iraniano.
Oggi, sabato, è previsto anche l’atteso intervento del ministro degli esteri russo Lavrov. Il capo della diplomazia russa, ovviamente, toccherà il conflitto civile nel Donbass e le prospettive possibili di risoluzione. Ma la situazione in Ucraina sarà discussa anche nel corso dei colloqui bilaterali messi in calendario da Lavrov durante i lavori della conferenza. Come previsto, oggi il ministro degli Esteri russo avrà incontri separati con il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier.
Pesa come un macigno la dichiarazione del presidente francese Hollande reduce da un incontro trilaterale con Merkel e Putin: ”Se la nostra proposta di pace fallirà, l’unico scenario è la guerra” ha fatto sapere Hollande. L’accordo di pace tra Ue, Usa, Russia e Ucraina sembra dunque essere ancora lontano. E dalla conferenza di sicurezza di Monaco anche la cancelliera Merkel non sembra essere ottimista. “Vogliamo forgiare la sicurezza dell’Europa insieme, anche con la Russia, mantenendo la sicurezza e l’ordine” ha detto intervenendo alla Conferenza. Per questi motivi ha proseguito la cancelliera, “dobbiamo definire insieme delle soluzioni” e tutto questo dimostra che “la cooperazione con la Russia su questioni importanti è possibile”. I confini vanno rispettati e così la libertà dei popoli di decidere il loro futuro ha spiegato ancora la Merkel. La cancelliera ha aggiunto che l’Europa vuole lavorare alla sicurezza con la Russia, non contro la Russia. “Se è vero che la soluzioni non può essere militare, fornire armi non è la soluzione” ha detto ancora la Merkel.
Il segretario della Nato Stoltenberg si è espresso sul piano di pace di Merkel e Hollande per l’Ucraina in modo piuttosto possibilista: “La situazione è critica, una soluzione va trovata. Io e la Nato diamo il nostro appoggio a questa nuova iniziativa” ha detto Stoltemberg. Sensibilmente e minacciosamente diversa invece la posizione degli Stati Uniti, i quali attraverso il comandante delle forze Usa e Nato in Europa, il generale Philip Breedlove, ha ribadito: “Non credo che dovremmo precluderci la possibilità dell’opzione militare” precisando però che non pensa a un intervento diretto nella guerra in Ucraina ma ad una “assistenza” alle forze armate ucraine.
Fuori della conferenza è prevista una contromanifestazione dei movimenti No War e antimilitaristi, l’appuntamento è per oggi in Marienplatz. Molto severo il documento di convocazione verso le nuove ambizioni di potenza che si vanno affacciando con forza in Germania. Nel 2014, il presidente tedesco Gauck ha utilizzato la conferenza di Monaco come piattaforma per promuovere una maggiore partecipazione tedesca nelle guerre e negli interventi internazionali decisi dall’UE e dalla Nato. La Germania aveva bisogno di impegnarsi militarmente “prima, più decisamente, e in modo più sostanziale”, aveva detto. Il Ministro degli Esteri tedesco Steinmeier e il ministro della Difesa Von der Leyen hanno spinto sulla stessa linea: “Per la nostra elite di potere dominante, la presunta “moderazione militare” non è altro che un relitto del passato”. La nuova politica di grande potenza della Germania – camuffata come “responsabilità politica globale” – è diventata una componente di un’offensiva di propaganda da parte dei politici governativi e dei media, e la linea guida della politica estera tedesca.
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