Nel pomeriggio di domenica 15 febbraio, un militante di Casapound Terni ha tirato fuori un coltello durante un alterco con un cittadino, antifascista, reo di essere stato riconosciuto come tale. Il militante di Casapound, prima presente in testa al corteo sulle Foibe, a spasso con moglie e figlio nel passeggino, non ha esitato davanti a decine di persone ad estrarre un coltello. Ci rendiamo conto della gravità del livello di esaltazione che circola dentro questi ambienti politici? E’ normale secondo qualcuno che un individuo qualunque giri di domenica, dopo una manifestazione dell’estrema destra, con un coltello in tasca?
Ora la riflessione è: da anni e da più parti viene lanciato l’allarme sul fatto che il vero volto di questa organizzazione politica, Casapound, è sostanzialmente questa, malgrado a Terni si siano fino ad oggi accreditati come democratici cittadini, schermati dietro associazioni La Foresta che avanza, Grimes, La Muvra e via discorrendo. Di contro però più volte sono saliti all’onore della cronaca nazionale, ultimamente per i legami con Mafia Capitale, oltre che per gravissimi fatti anche di sangue negli ultimi anni, al netto poi delle continue minacce di ritorsione scritte sui propri profili facebook dagli esponenti ternani. Ritorsioni, come quella contro alcuni studenti della biblioteca, che in occasione del loro comizio elettorale, erano stati accusati di “averli fotografati”.
In quell’occasione ci si rese conto poi del fatto che il gruppo di picchiatori venisse da Viterbo, gli stessi dell’aggressione al giornalista Sandro Ruotolo a Civita Castellana, gli stessi presenti ieri alla manifestazione e ad altre iniziative. In quell’occasione, forse certi della copertura politica di cui godono, hanno deciso di compiere il gesto per loro naturale dell’aggressione, dell’assalto, compimento di un percorso fatto di mimetizzazione populista in città; quel gesto è stato per loro il vero salto di qualità per arrivare a rappresentare la loro vera natura.
Quella di ieri è dunque solo una puntata successiva. Anche in quell’occasione ci chiediamo e chiediamo: è normale che un gruppo di persone si stacchi dal palco del comizio, circondato da forze dell’ordine, per correre ai piani superiori della biblioteca e picchiare persone?
A tutti quei consiglieri comunali soprattutto del centrodestra, ma non solo, di cui ancora qualcuno presente in consiglio comunale, che negli ultimi anni hanno urlato alla negazione di democrazia, con la pretesa di garantire agibilità politica a questa organizzazione di estrema destra; che hanno financo garantito, certamente non senza l’appoggio tacito di un assessore della precedente consigliatura, l’occupazione silenziosa di un vecchio edificio scolastico peraltro presente dentro la lista degli immobili pubblici in via di alienazione, poi abbandonato, pare, a seguito di una visita dei vigili urbani. Perché tanto urlare, quando poi questa organizzazione, malgrado i gravi fatti, è libera di presentarsi alle elezioni? E’ questa la democrazia che secondo gli esponenti politici va tutelata, quella che consente a individui di girare impuni con coltello alla mano? Sappiano, quei consiglieri ed esponenti di partiti, che hanno difeso, garantito e tutelato esattamente gli stessi che ieri hanno sfoderato un coltello in una piazza del centro città. A loro chiediamo di rispondere.
Noi riteniamo che sia giunto il momento di mettere fine alla presenza di questa organizzazione con l’immediata chiusura della sede di Via Federico Cesi, e che siano non solo le associazioni, ma il consiglio comunale a farsene carico, dopo averli erroneamente legittimati. La nostra città non ha bisogno di queste “armi di distrazione di massa”, ma di riscattare il senso di comunità e partecipazione che fa parte della sua storia. Abbiamo cose più importanti di cui occuparci.
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