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Il 28 febbraio a Roma e Milano: figlie della stessa rabbia

Un’unica giornata, due manifestazioni su due fronti. Entrambe contro un governo che distrugge i diritti dei lavoratori e rende i precari lavoratori gratuiti alimentando coscientemente la guerra contro i poveri. Entrambe contro l’alleanza fascio/leghista che dalla guerra tra poveri trae la propria ragione di esistenza dichiarando di voler essere opposizione ad un governo di cui è in realtà fattore del tutto funzionale.

A Roma e Milano le forze dell’antagonismo sociale e dell’alternativa di classe hanno spento il sorriso sul volto di Renzi e di Salvini.

A Milano una manifestazione di lavoratori, precari, inquilini ha dimostrato nei fatti – e non solo a chiacchiere – l’opposizione al Jobs Act e al modello Expo di precariato totale dei giovani lavoratori e lavoratrici. E’ stata importante la decisione del Forum Diritti Lavoro ma in particolare dell’Usb (che ha confermato ancora una volta di essere l’unica organizzazione sindacale alternativa e reale in questo paese) di chiamare una manifestazione nazionale nel cuore del modello Expo e dell’aziendalismo di governo che caratterizza la Lega e il Pd. Dopo l’approvazione del Jobs Act sembrano tutti scomparsi o rassegnati. Eppure è proprio da questo che occorre partire per mettere tutta la sabbia possibile negli ingranaggi della destrutturazione totale del lavoro e dei lavoratori. Renzi vuole mettersi la medaglia con l’Expo 2015 mentre i suoi corifei continuano a decantare una “ripresa economica dello 0,1%”. Vorrebbero fare di Milano una “zona franca” per sei mesi per mostrare la vetrina italiana agli appetiti delle multinazionali. La manifestazione di ieri è stata solo l’annuncio che il palcoscenico apparecchiato da Renzi a Milano dovrà vedersela con la rabbia e la dignità dei lavoratori, dei disoccupati, della gente dei quartieri. Un annuncio di quello che sarà il 1° Maggio di quest’anno e che il governo intende blindare sin da ora.

A Roma non può non colpire la risposta antifascista di massa e determinata di migliaia e migliaia di persone, di compagni giovani e meno giovani, che hanno inondato le strade della capitale per rendere concreto il ripudio di una intera comunità verso Salvini e la sua alleanza fascio/leghista. Una manifestazione straordinaria, compatta, consapevole che ha lasciato a bocca asciutta tutte le trappole che gli apparati coercitivi e il sistema dei mass media avevano preparato. Le azioni di disturbo verso l’adunata fascio/leghista sono avvenute nei tempi e nei modi giusti, consentendo ad un corteo popolare e di massa di cogliere in pieno – anche sul piano dei numeri – il suo risultato politico. Una manifestazione che non ha lasciato campo aperto a Salvini e alla destra ma che soprattutto ha smascherato la fragilità dell’operazione costruita dai mass media vicini al Pd di accreditarli come l’unica opposizione al governo Renzi e all’Unione Europea.

In realtà nelle piazze di Roma e Milano si è concretizzata, perchè si è resa visibile, l’unica e credibile opposizione al dispotismo renziano e a quello di Bruxelles. E’ una opposizione ancora senza rappresentanza politica – almeno nelle forme tradizionali che sono state dilapidate da scelte sciagurate della sinistra residuale – e che oggi viene attaccata e smantellata dalla governance autoritaria dell’esecutivo Renzi e dagli apparati dell’Unione Europea.

Nelle piazze di Roma e Milano si respira una voglia di resistenza e di riscatto che merita di essere compresa, raccolta, proiettata in avanti. Ci stanno provando in tutti i modi a chiudere i conti e la partita contro gli interessi popolari e l’antagonismo di classe. La giornata del 28 febbraio sta a dimostrare che tale esito non è affatto scontato. La rassegnazione e la rinuncia vanno spazzate via, la realtà non lo consente e forse non lo consentiranno neanche gli uomini e donne in carne ed ossa che hanno fatto marciare le buone idee con le manifestazioni di Milano e Roma.

 

 

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