Benvenuti a Milano 2015. Gli apparati di sicurezza dello Stato stanno trovando ampia enfasi sul giornali in relazione al prossimo Expo che verrà inaugurato il 1 Maggio a Milano, e alle mobilitazioni di protesta convocate per quella data contro la vetrina delle multinazionali e dei governi che affamano il pianeta ma dichiarano di volerlo sfamare con il loro business.
Leggendo gli articoli allarmisti che stanno uscendo sempre più numerosi e quasi quotidianamente (vedi una breve rassegna qui sotto) appare evidente come la promessa/minaccia di Renzi – “nessuno guasti l’inaugurazione dell’Expo” – , abbia messo in fibrillazione servizi segreti, Digos e questure. Sembra di sentire nelle orecchie una vecchia canzone degli Stormy Six sugli scioperi del marzo 1943 a Milano contro il fascismo, canzone che recita “gli sbirri controllano, fan finta di sapere”.
In risposta a questa campagna di criminalizzazione preventiva, i comitati No Expo hanno emesso un comunicato che pubblichiamo più sotto.
“A Palazzo Chigi e al Viminale sanno tutto ed evitano allarmismi ma il rischio c’è: il primo maggio, in coincidenza con l’apertura dell’Expo, è stato indetto sempre a Milano un grande raduno anticapitalista, nel quale confluiranno da tutta Europa giovani pacificamente arrabbiati ma anche tante teste calde” (Il Secolo XIX).
“Ecco svelato il calendario delle manifestazioni antagoniste che, nei timori di Viminale e questura, rischieranno di infiammare l’avvio dell’Esposizione universale di Milano. Un pericolo rilanciato di continuo nelle relazioni dell’intelligence di questi ultimi mesi e contro il quale è stato predisposto l’impiego di oltre 5 mila agenti” (Corriere della Sera)
“I Servizi segreti confermano la propria preoccupazione: il 1° maggio, con l’inizio di un evento di portata internazionale come Expo, potrebbe diventare l’occasione per catalizzare le frange più violente dei movimenti di protesta” (La Repubblica)
“È alta l’attenzione deiServizi riguardo la mobilitazione contro l’Expo a Milano, in particolare per la protesta che l’area antagonista sta organizzando per la giornata inaugurale della fiera il primo maggio 2015. La relazione del Dis (Dipartimento delle informazione per la sicurezza) al Parlamento sottolinea come la giornata è destinata a «richiamare nel capoluogo lombardo attivisti da tutto il territorio nazionale”. (Il Giorno)
Qui di seguito il comunicato dei No Expo
C’è un’attività che non passa mai di moda: infangare i movimenti per spaventare le persone e tenerle lontane dalle piazze. E nel frattempo costruire la figura del nemico pubblico che legittimi ogni possibile intervento repressivo. Una tecnica collaudata da decenni e che vede uniti nel copincolla servizi segreti, prefetti, questure, giudici, giornalisti. Se poi l’evento è “grande” e la figura di merda alle porte “universale”… allora vale tutto, anche copincollare la stessa velina di giornale in giornale.
Gli schizzi di fango lanciati in questi giorni contro i No Expo farebbero sorridere se non fossero così disgraziatamente mistificatori e violenti. Il tentativo di utilizzare la memoria di Genova, falsificando gli eventi e restituendo una versione delle responsabilità politiche che, se non fosse così dolorosa, sarebbe, nuovamente, ridicola, si qualifica da sé: Carlo è stato ucciso da una violenza squadrista; è una nostra storia, e non abbiamo nulla da giustificare.
Abbiamo letto esempi di giornalismo di protoinchiesta, il cui succo consisteva in una diffamazione operata sistematicamente su singoli, identificati personalmente quali “nemico pubblico” al fine di costruire una storia che attiri i palati pruriginosi di alcuni lettori.
Siamo qui a rispedire tutto al mittente: noi partiamo e torniamo insieme, non esistono “buoni e cattivi”, esiste un percorso chiaro, deciso e aperto ed esiste da 8 anni.
Expo non nutre il pianeta: è macchina generatrice di debito, cemento, precarietà, corruzione, devastazione e saccheggio dei territori; modello ben presto esportato in tutto il paese, anticipatore (in senso peggiorativo) delle norme contenute nel Job’s Act, nello Sblocca Italia, nel Piano Casa. Opporsi ad Expo è opporsi a tutto questo: niente opportunità, niente futuro, niente occasioni dentro quel paradigma. La Rete Attitudine No Expo e la sua ricca composizione invece sono portatori di un modello antitetico di città, territori, vita sociale collettiva.
Migliaia di persone attraverseranno le strade di Milano dal 30 aprile al 2 maggio: nessuna macchina della paura e del fango può impedirlo e che ciò accada nelle forme più imprevedibili da parte degli strateghi della criminalizzazione preventiva.
Rete attitudine No Expo
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