Ieri Matteo RENZI è giunto a Trento, per una nuova passerella in occasione del decimo festival dell’economia, portandosi con sé il suo collega e primo ministro francese Manuel VALLS. Com’è suo costume, il capo del governo italiano ha celebrato senza contraddittorio le sue “riforme”, dal JOBS ACT (sulle politiche del lavoro), alla BUONA SCUOLA (sulla riforma scolastica) ed all’ITALICUM (sul sistema elettorale). Tutto questo gli è stato consentito gratuitamente, nel momento in cui in sette regioni vige il “silenzio” elettorale per le elezioni che si svolgeranno a partire da domani. E tutto questo per consentire un surplus di assistenza alla corsa del suo partito (anti)democratico in quelle aree del paese ove si rinnovano i consigli regionali di fine mese.
A contestarlo, nonostante il dispiegamento di ingenti forze di polizia per la città, è stato un colorato e combattivo corteo di lavoratori e lavoratrici, pubblici e privati, assieme a disoccupati, cassintegrati, pensionati, giovani. La manifestazione è partita poco prima delle 15 da Piazza Pasi e si è diretta verso l’Auditorium dove Matteo RENZIe Manuel VALLS si trastullavano, intervistati da Lilli GRUBER.
Musica ad alto volume, interventi sui risultati delle politiche renziane, dichiarazioni rilasciate alla stampa, presente in forze al corteo. Non ci sono stati gli incidenti che forse qualcuno sperava, magari per criminalizzare la contestazione al governo nazionale e provinciale di centrosinistra. Il corteo si è invece adoperato per parlare con la cittadinanza, distribuendo vari volantini e spiegando i mancati risultati delle scellerate riforme tanto sbandierate come panacea d’ogni male: il lavoro diminuisce sempre più in quantità e qualità; c’è un ritorno all’analfabetismo (di cui Matteo RENZI è portatore sano!); il popolo (poco) sovrano vota sempre di meno. Un chiaro segnale che i suoi provvedimenti, approvati a colpi di fiducia, ambiscono ad una società di indigenti, senza cultura e priva di qualsiasi potere.
Poi il corteo è ritornato in città, traversando Piazza Duomo nel momento in cui sul maxi schermo installato per il festival veniva proiettato il discorso del capo di governo. Fischi e poi direzione Via Verdi, dove per l’occasione sono stati installati due gazebo, uno gestito dall’INPS (pensione pubblica) ed uno da PENSPLAN (pensione complementare a gestione privata). Libera concorrenza?
Macché, c’erano incravattati funzionari dell’INPS (alcuni anche rappresentanti sindacali di CGIL-CISL-UIL) che scimmiottavano con i concorrenti privati, spiegando come la pensione obbligatoria, secondo l’attuale sistema, rende poco e quanto sia importante, soprattutto per i giovani, farsi una pensione complementare. Con chi? Con la previdenza gestita da PENSPLAN, l’arcinoto Laborfonds regionale. Soldi pubblici per avallare le speculazioni private. Questo scandaloso progetto, denominato “LA MIA PENSIONE”, si sta rivelando una mera operazione mediatica rivolta in particolare a chi è ancora lontano dalla quiescenza, affinché possa simulare le future pensioni da fame, esortando a rivolgere più attenzione ad altre forme pensionistiche complementari. Una sorta di “open day della previdenza“, col pubblico che regala soldi al privato.
L’INPS, il più grande ente previdenziale pubblico d’Europa affidato a Tito BOERI, non a caso anche direttore scientifico del festival trentino, si sta trasformando in una succursale delle pensioni privati, in palese conflitto d’interessi. Nulla è stato detto o scritto in merito ad un serio contrasto al diffuso lavoro “nero” e “sommerso”; né sulla spaventosa elusione contributiva delle imprese “esterovestite”, a cui si regalano cassa integrazione e mobilità senza alcun controllo sul loro stato economico-finanziario.
La manifestazione si è conclusa alle 17:00. In allegato le foto.
U.S.B. (Unione Sindacale di Base) – S.B.M. (Sindacato di Base Multicategoriale)
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