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Roma. Manifesta Casapound, caricati gli antifascisti

Il copione tradizionale si è ripetuto anche questa volta, immancabile. Non solo le autorità di pubblica sicurezza e quelle politiche hanno consentito che organizzazioni apertamente fasciste e razziste come Casapound e altre sigle della galassia nera vomitassero indisturbate oggi pomeriggio i loro messaggi di odio e le loro bugie contro i Rom, compiendo la consueta operazione di sciacallaggio politico e mediatico sulla morte di Corazon Abordo Perez, travolta e uccisa da una macchina in corsa alcuni giorni fa a via Battistini. 
Le forze dell’ordine, schierate in gran quantità e in assetto antisommossa, hanno anche caricato gli attivisti dei centri sociali, delle organizzazioni antifasciste e antirazziste che intorno alle 17 erano scesi in piazza per impedire la gazzarra dei ‘fascisti del terzo millennio’ ed esprimere una volta ancora la propria solidarietà alla famiglia della vittima, respingendo però ogni tentativo di strumentalizzazione della tragedia avvenuta mercoledì scorso.
Protezione garantita agli estremisti di destra federati alla Lega di Salvini, botte contro circa centocinquanta persone che contestavano la sfilata all’altezza della stazione della metropolitana, tenuti oltretutto a debita distanza dall’altra manifestazione, dopo che avevano rifiutato l’ingiunzione da parte dei responsabili dell’ordine pubblico di disperdersi.
Dall’altra parte dei cordoni di celerini bandiere tricolori e slogan feroci, come l’ormai immancabile “alcuni italiani non si arrendono”. “Siamo qui a difendere il nostro popolo come abbiamo sempre fatto. Non siamo razzisti, noi guardiamo la realtà. Non c’è bisogno di un fatto eclatante e si vede cosa fanno i rom. Questa giunta di sinistra non fa altro che proteggerli” hanno dichiarato alla conciliante stampa i ragazzotti di Casapound, improvvisi – e poco credibili – paladini dell’incolumità di una cittadina di origini filippine.
Scarsa attenzione invece per l’incolumità dei giornalisti e dei videoreporter presenti da parte dei reparti antisommossa, che dopo aver intimato ai manifestanti e ai lavoratori dell’informazione di spostarsi in quanto la manifestazione non era autorizzata, non hanno fatto grande differenza al momento di spintonare e manganellare il concentramento antirazzista.

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