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Mafia capitale: “sciogliete il consiglio comunale”. Lunedi assemblea in Campidoglio

Alla luce della “pervasività” della presenza malavitosa nel consiglio e nell’apparato comunale, occorre azzerare la macchina, sia sul piano politico che amministrativo. La difesa d’ufficio del Pd verso Marino e la Giunta appare ormai insostenibile alla luce di quanto emerso (ed è ancora poco) e della situazione sociale di Roma. La richiesta avanzata nell’appello che pubblichiamo qui di seguito e che convoca per lunedi 15 giugno una assemblea popolare cittadina in Campidoglio è perentoria. A convocarla è la Carovana delle Periferie, la rete di comitati sorti nella periferia romana a seguito dei fatti di Corcolle e Tor Sapienza, e il Movimento 5 Stelle, l’unico gruppo consiliare rimasto fuori dalle inchieste giudiziarie e dalle intercettazioni su Mafia Capitale.

Sciogliere subito il Consiglio Comunale per infiltrazioni malavitose

Lunedì 15 giugno ore 16.30 ASSEMBLEA in Campidoglio

Il Consiglio Comunale, la Giunta e l’amministrazione comunale sono attraversate da relazioni affaristiche e malavitose che hanno fortemente inquinato la gestione dei servizi sociali della nostra città. In questo intreccio sono fortemente implicati personaggi di primo piano sia dei partiti del centro sinistra che di quelli del centro destra, in una relazione perversa che non bada ad altro che agli affari ed alle posizioni di potere. Per questo ne chiediamo l’immediato scioglimento e l’indizione di nuove elezioni.

Nessuno può affermare che si tratti di episodi marginali o di ambienti di secondo ordine. Il cuore del sistema politico della nostra città è fortemente inquinato da una modalità di gestione del potere di tipo mafioso che non ha neanche bisogno di mostrarsi in forma coercitiva e violenta. Esso infatti non trova ostacoli ma piuttosto una predisposizione alla corruzione da parte di tutti gli apparati, sia politici che amministrativi. Una disponibilità diffusa a ricevere mazzette e a spostare quote di bilancio da un capitolo all’altro.

In occasione della prima tranche di arresti la giunta Marino rivendicò la propria estraneità da Mafia Capitale e sostenne la necessità di continuare nel governo della città per favorire una vera opera di rinnovamento.  In realtà nei mesi successivi non solo non abbiamo assistito a nessun vero segnale di inversione di rotta, ma abbiamo anche dovuto subire l’approvazione di un bilancio lacrime e sangue per la parte già sofferente della città: le periferie, i settori popolari e diverse categorie di lavoratori.  I forti tagli ai servizi e l’abbandono della cintura periferica sono stati il segno più evidente che la giunta Marino intendeva proseguire speditamente sulla strada della consegna della città nelle mani dei privati, senza nessun serio ravvedimento circa le modalità di gestione dei servizi che hanno favorito l’infiltrazione malavitosa.

Il rinnovamento avrebbe potuto riguardare almeno l’ambito amministrativo, visto che sul piano delle politiche sociali Marino ha deciso di seguire la linea renziana. E invece si scopre, con la nuova ondata di arresti, che la macchina del Comune continua ad essere fortemente infiltrata da una fitta rete di soggetti che operano con lo stesso sistema di sempre. Da Veltroni ad Alemanno ed ora a Marino il sistema non cambia, ma si perpetua impunemente. I piccoli ritocchi alla compagine di giunta non hanno prodotto alcun cambiamento sensibile, sono stati una foglia di fico utile a consentire che tutto restasse inalterato.

Il sindaco di fronte a queste evidenze dovrebbe dimettersi per evitare di continuare a garantire la continuità di un sistema che è marcio. La Commissione d’Inchiesta nominata dal Prefetto dovrà rendere PUBBLICA, il giorno 15 giugno, la relazione su Mafia Capitale: la città ha diritto di sapere.

Carovana delle Periferie

Movimento Cinque Stelle

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ROMA CAPITALE: LUTRARIO (USB), INEVITABILE LO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE. LUNEDÌ 15 TUTTI IN CAMPIDOGLIO

“Cos’altro deve succedere per arrivare alla conclusione che l’amministrazione comunale è fortemente infiltrata da gruppi malavitosi e mafiosi?”, domanda Guido Lutrario, della Federazione USB di Roma e Lazio.

“Le difese di ufficio che si rincorrono in queste ore per cercare di salvaguardare la posizione dell’attuale amministrazione – continua Lutrario – si infrangono davanti al succedersi incalzante di sempre nuove notizie, che confermano come il problema sia nel sistema e nei vertici delle forze politiche che hanno amministrato la città in questi ultimi vent’anni”.

“Ad essere inquisite non ci sono figure di secondo piano – sottolinea l’esponente USB– e questo significa che è il sistema a funzionare così, che la cosa pubblica è stata utilizzata in tutti questi anni come occasione per fare affari e consolidare cordate e clientele. Per produrre un segnale di discontinuità occorrerebbe colpire l’utile di impresa, rompere con la logica del guadagno in settori che coprono servizi ed emergenze sociali”.

Avverte Lutrario: “Sull’emergenza abitativa, sui campi rom, sull’accoglienza, sulla gestione dei rifiuti, occorre tornare a mettere l’interesse pubblico al centro. Finché continueremo ad affidarci ai privati o a fingere di credere che le grandi cooperative siano delle organizzazioni senza fini di lucro, non faremo che perpetuare il malaffare”.

“La giunta Marino purtroppo non è stata in grado di dare alcun segnale di discontinuità – osserva il sindacalista – anzi, in questi mesi ha approvato un bilancio pesantissimo ed ha imposto un nuovo contratto ai lavoratori del Comune, contro i quali ha condotto una campagna di calunnie dimostrando non voler neanche rispettare l’esito del referendum”.

“Per questi motivi lo scioglimento del Consiglio Comunale non è solo inevitabile, ma anche auspicabile. Per introdurre una vera discontinuità, sia dal punto di vista del malaffare che in direzione di una maggiore attenzione agli interessi dei lavoratori e degli abitanti delle periferie. Per questo abbiamo deciso di aderire alla manifestazione che è stata indetta le 17.00 di lunedì 15 in Campidoglio dalla Carovana delle Periferie e dal Movimento 5 Stelle”, conclude Lutrario.

 

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