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La Digos fa visita a Lotito. Trema il business del calcio

Sarà il clima di Mafia Capitale, ma quasi non ci si stupisce nel vedere il presidente della squadra che si è appena guadagnata l’accesso in Champions League venir indagato per “tentata estorsione”. Certo, Claudio Lotito non è Blatter, e di lui non si è occupato l’Fbi, ma “solo” la Digos (che c’entra la “polizia politica” con i vertici del calcio?), però la botta arriva per ragioni simili.

L’inchiesta è partita dall’ormai famosa telefonata tra il presidente della Lazio e il direttore generale dell’Ischia Calcio, Pino Iodice, in cui il primo adombrava la “necessità” di impedire che squadre “sconosciute” come Carpi e Frosinone arrivassero in serie A. Ne avrebbe risentito pesantemente, a detta di Lotito, la quotazione dei diritti televisivi.

Carpi e Frosinone, in serie A, ci sono arrivate lo stesso. Magari proprio grazie alla denuncia del dg dell’Ischia, che aveva registrato quella telefonata portandola a conoscenza della magistratura. La domanda che non molti hanno posto pubblicamente è: come si fa a impedire che una o più squadre ottengano dei risultati sportivi? I ricorrenti scandali delle scommesse danno la risposta. In fondo, se si possono truccare partite e corrompere arbitri o giocatori per profitti illeciti si può fare altrettanto – utilizzando magari anche meccanismi un poì più sofisticati – per massimizzare quelli “leciti”, come la vendita dei diritti tv da parte della Federcalcio. Di cui Lotito è ovviamente consigliere (in quanto presidente di serie A), e i cui uffici sono stati egualmente perquisiti.

Ad occuparsi dell’indagine è la Procura di Napoli, cui si era rivolto Iodice, il dg dell’Ischia. Ma ci sembra notevole l’accusa di “tentata estorsione”, ovvero – come recita il codice penale – quel reato commesso da  “Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno”. Reato che prevede la reclusione da cinque a dieci anni. Per fortuna di Lotito, a suo carico c’è solo la “tentata”, altrimenti sarebbero scattate le manette, perché per l’estorsione “riuscita” c’è l’arresto obligatorio. Paradossalmente, insomma, deve ringraziare il fatto che Carpi e Frosinone sono ora in serie A.

Nell’inchiesta si fa comunque riferimento anche a presunti illeciti riguardanti l’erogazione di finanziamenti a società calcistiche. Nella lista dei perquisiti ci sono anche il presidente della Figc, Carlo Tavecchio e quello della Lega Pro, Mario Macalli, anche se  entrambi non sono indagati.

L’impressione è che se a qualcuno gli scappa una parola di troppo davanti ai magistrati, ricorderemo Mafia Capitale come una marachella per pochi spiccioli, tra “ragazzi di vita”.

Questo è “il mondo di sopra”, mica quello di mezzo…

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