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ReUniOn a Bologna: l’Alma Mater in vetrina per il prossimo candidato PD

E’ partita ieri a Bologna “ReUniOn”, una tre giorni dell’Alma Mater Studiorum, per celebrare la sfilata di “quelli che ce l’hanno fatta”, cioè di coloro che, partendo dal ateneo bolognese, sono arrivati ai vertici delle loro professioni. 
Tutti gli studenti, vecchi e nuovi sono stati richiamati a Bologna, per partecipare alla vetrina dell’Alma Mater, che si estenderà su varie piazze della città e che velatamente, saluterà l’attuale rettore Dionigi alla fine del suo mandato come rettore, e all’inizio della sua carriera politica a sindaco di Bologna tra le fila, neanche a dirlo, del PD.
Dionigi si è conquistato questo passaggio di carriera politica grazie alla dedizione dimostrata in questi anni verso la disciplina della “legalità”, facendo quanto in suo potere per sgomberare diverse aule occupate da anni da collettivi studenteschi, per multare gli studenti che avevano collaborato allo sciopero dei lavoratori delle biblioteche contro le esternalizzazioni dei servizi universitari. Ha sperimentato alcune operazioni di speculazione del patrimonio pubblico, avviando il trasferimento di alcune scuole (ex facoltà) nell’area militare dell’ex-Staveco, dismettendo parallelamente gli edifici storici e il patrimonio universitario, compresi quelli che fino a qualche anno fa erano impiegati per dormitori e studentati per i fuori sede. 
ReUniOn rappresenta la sfilata dell’Alma Mater per la conquista del titolo di Università di serie A, come previsto dalla riforma Gelmini. Un istituzione pubblica che oggi si avvale di ragazze immagine per promuovere le immatricolazioni, che si trasforma in diplomificio per gradire il mercato del sapere, sfornando laureati con sempre meno possibilità di essere una vera elite culturale di questo Paese, un enorme parcheggio per migliaia di giovani italiani o un trampolino di lancio solo per pochi.
E lo dimostra bene il programma di questa tre giorni bolognese, dove a parte gli stand per regalare le matite colorate targate Alma Mater a tutti gli studenti vecchi e nuovi, i dibattiti che sono stati programmati sembrano  un vero e proprio think-tank di intellettuali e dirigenti della borghesia e militari, che daranno la loro visione del mondo su ogni tipo di questione strategica per lo sviluppo del Capitale. 
Dalla gestione della cultura e del sapere all’interno delle scuole e delle università, ai futuri mezzi per amministrare le sempre più eccedenti “risorse umane”, sballottate tra università-parcheggio e stage e tirocini, che ormai più che occasioni formative sono vere e proprie forme di lavoro non retribuito. Altro tema all’ordine del giorno sono le nuove frontiere dello sfruttamento mascherato da opportunità, come le start-up, mezzo per appropriarsi di capacità creative e produttive altrui a prezzo basso o nullo.
Non manca il dibattito sul “cibo sano ed equo”, legato ovviamente all’Expo, ma anche al locale progetto di FICO, il polo agoalimentale dell eccellenza che vede la partecipazione dei più grossi magnati dell agro-busyness, del presidente di Confcooperative, e tutti i principali attori del nuovo modello di mercato del lavoro: precarizzato,  sfruttato, sottopagato (o non pagato per niente).
In conclusione, alla tre giorni, esperti di Libia e Ucraina, coadiuvati da esperti militari e diplomatici, si confronteranno sulle nuove sfide che si pongono all’Italia in termini diplomatici e militari, con tanto di esaltazione dei valori dell Europa e della necessità e giustezza di queste missioni “di pace” per tutelare la fortezza Europa!
A tutto ciò non poteva non esserci una reazione, soprattutto da parte dei colletti universitari: ieri sera l’InfoPoin su Piazza Verdi è stato bloccato da alcuni studenti del Cua, mentre Hobo e Noi Restiamo si dirigevano verso la piazza per contestare la cerimonia inaugurale, che vedeva la presenza oltre che del sindaco Merola, di Umberto Eco e Massimo Cacciari, uniti nel palco per parlare di libertà e autonomia.  
La reazione del servizio d’ordine è stata immediata (alla faccia dei valori di libertà e indipendenza intellettuale che si sbandiera in questa kermesse), e gli studenti sono stati bloccati all entrata da due ingenti cordoni di celere. 
Questa mattina la scena si è ripetuta, e la violenza di ReUniOn si è vista nuovamente, ma con ancor maggior sfregio se possibile! Attivisti di Hobo e di Noi Restiamo erano in piazza, oggi, per volantinare la loro visione delle Start Up, bolle di sapone proposte e incentivate all Università, che creano illusioni e che falliscono statisticamente. 
In piazza, in modo provocatorio o meno, hanno posto un gazebo anche Bologna Insieme (Lega Nord), che sono stati messi in ombra dagli striscioni degli studenti. Qualche minuto dopo, una carica violentissima è stata diretta dalla celere verso gli attivisti, che sono stati respinti con forza, manganellate e strattoni. Lega Nord è rimasta in piazza, mentre i collettivi studenteschi sono stati allontanati con la forza.
Un trattamento non insolito, quello riservato a chi, tra gli studenti dell’Alma Mater, pensa in modo diverso dal rettore Dionigi e dalla sua immagine di Università Azienda, e Università-Parcheggio ma che ben rappresenta l’essenza vera del sistema Dionigi, per cui nessun dissenso è consentito. Se questa ReUniON rappresenta l’inizio della campagna elettorale dell’ormai ex-rettore, c’è da chiedersi quale sarà il futuro democratico di Bologna.

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