Mentre i flussi migratori spingono sempre più forti sui confini della Fortezza Europa, si moltiplicano le iniziative di solidarietà in vari paesi nei confronti di tutte le persone che scappando da guerre e miseria si trovano di fronte confini, muri e polizia dei governi della UE.
Bologna chiama una giornata in sostegno al presidio permanente di Ventimiglia, dove da diversi mesi centinaia di migranti sono bloccati dalla gendarmeria francese; mentre il governo Hollande spende belle parole contro il “muro” di contenimento ungherese, vieta l’ingresso sul suolo francese con un incredibile apparato poliziesco.
Riempiendo la simbolica piazza della stazione, vengono letti alcuni interventi di migranti e attivisti solidali che a Ventimiglia sono stati arrestati dalla polizia e sono ora in attesa di processo. Bologna come molte altre città italiane è in questi giorni luogo di transito: giusto sabato 5 settembre sono arrivate settanta persone, che hanno trovato un appoggio in varie associazioni che li hanno sistemati per la notte in alcune occupazioni abitative, che si rivelano ancora una volta un importante luogo di solidarietà e impegno, o in altri luoghi improvvisati; cinquanta persone avrebbero preso poi la via per Milano, mentre gli altri venti sarebbero rimasti in città in attesa di decidere cosa fare.
L’emergenzialità di un numero sempre maggiore di migranti che arriva non solo dalle tratte marittime ma anche da quelle terrestri sta coinvolgendo molti paesi che non sono stati storicamente territori di passaggio e che mostrano la totale inadeguatezza dei regolamenti europei in materia di migrazione e accoglienza dei profughi. La questione, che è ormai all’attenzione di tutta l’opinione pubblica, ha perso la sua patina di mera cronaca e viene riconosciuta sempre di più come di tipo politico non solo nella gestione dei migranti, ma anche nelle cause profonde che muovono questo esodo: ormai viene riconosciuta la questione della guerra, ma c’è ancora un colpevole silenzio all’interno del dibattito pubblico riguardo al ruolo attivo dei paesi europei nella destabilizzazione del Medio Oriente fomentando guerre civili e scontri settari.
Il presidio si muove in corteo verso piazza dell’Unità, centro del quartiere multietnico della Bolognina, passando a salutare l’occupazione abitativa dell’ex-Telecom: viene rilanciata la tre giorni a Ventimiglia del 11-12-13 settembre che richiamerà attivisti dalle altre città italiane, nella speranza che possa essere l’inizio di una nuova stagione di lotte sociali.
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