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Ventimiglia. La mobilitazione NO Borders continua nonostante la repressione

Dopo il violento sgombero del presidio No Borders di Ventimiglia avvenuto all’alba di mercoledì scorso (e voluto dall’amministrazione della città a guida PD), nella giornata di ieri i nodi No Borders di varie città ed altre realtà italiane e francesi si sono date appuntamento nella cittadina ligure per portare la propria solidarietà attiva ai migranti e a coloro i quali da mesi si stanno spendendo per accoglierli ed aiutarli lungo la frontiera italo-francese. Alcune centinaia di attivisti si sono radunati quindi nella piazza antistante la stazione ferroviaria, stazione che in questi ultimi mesi è stata attraversata da migliaia di persone in fuga da quelle aree del pianeta che la (a-)democratica Europa ha contribuito a rendere invivibili, destabilizzandole e rapinandone le risorse.

Fin dalle prime ore del pomeriggio, ai primi attivisti giunti al concentramento, è apparso evidente lo spropositato dispiegamento di forze dell’ordine, le quali per tutto il tempo del presidio hanno impedito ai manifestanti di uscire dalla piazza, chiudendo ogni via di accesso. Non solo, due camionette sono state schierate davanti all’ingresso della struttura di accoglienza allestita dalla Croce Rossa di fianco la stazione e nella quale sono ospitati i migranti sgomberati dal presidio No Borders, impedendo loro di uscire dalla struttura e di poter partecipare al presidio. Proprio davanti al provvisorio centro di accoglienza sono avvenuti i primi e più prolungati fronteggiamenti tra forze dell’ordine e manifestanti, i quali hanno chiesto a gran voce che quell’insensata provocazione avesse fine e che l’ingresso della struttura venisse liberato.

I cori scanditi dalla piazza si sono scagliati contro chi sfrutta in modo infame l’emergenza attuale; chi per denaro, chi per calcoli elettorali: passeur, leghisti e fascisti.

Durante la giornata, si sono susseguiti interventi al microfono che hanno ripercorso le tappe del presidio di Ventimiglia, ribadendo l’importanza del lavoro svolto non solo lì, ma in tutte le altre città italiane e francesi dove sono sorte realtà di appoggio e aiuto al presidio stesso. La grande forza di questo percorso è stata la tenacia con cui si è cercato di aprire una breccia all’interno delle frontiere dei paesi europei, frontiere che l’ideologia dominante dipinge come ormai solo formali, ma che in questi mesi hanno ripreso tutta la loro sostanza di barriere selettive, grazie alle quali gli stati si arrogano il diritto di includere solo chi può rappresentare forza lavoro utile allo sviluppo economico, mentre chi non lo è viene lasciato in un limbo dal quale è difficile uscire.

Questa selezione, malcelata dietro l’ipocrita velo dell’accoglienza, si sta imponendo come il principale modo di gestire le enormi masse di migranti che si stanno ormai sempre più spingendo fino al cuore pulsante del sistema-UE: Germania, Francia ed Europa del Nord. Questa falsa accoglienza, che è in realtà spartizione di forza-lavoro più o meno qualificata tra paesi più o meno centrali nell’economia del continente, è semplicemente l’altra faccia della medaglia di quanto vanno propinando Salvini, Le Pen, Orban e i vari altri partiti xenofobi che stanno accalappiando crescenti consensi in tutta Europa. E va dunque ugualmente combattuta in quanto è essa stessa una forma di razzismo; forse meno gretto, ma non per questo più tollerabile per chiunque pensi che la dignità umana venga prima di ogni calcolo politico o economico.

Verso le 20, quando ormai la giornata era giunta al termine, e anche gli ultimi manifestanti stavano lasciando la piazza, si è assistito a un’ennesima, insensata e brutale prova di forza da parte della celere che, non si capisce ancora per quale motivo, ha deciso di caricare alle spalle le poche decine di compagne e compagni rimasti, facendo partire un violento pestaggio e procedendo poi ad una vera e propria caccia all’uomo per le vie della città protrattasi fino alla scogliera sul mare. Purtroppo dobbiamo anche riportare alcuni contusi e feriti tra i manifestanti e un fermo, al quale è stato notificato un foglio di via da Ventimiglia. Evidentemente, la questura doveva far sfogate i propri uomini dopo una giornata in cui non si è ben capito il perché si sia ricorso ad un dispiegamento di forze così intensivo ed opprimente quanto inutile, visto che sono rimasti del tutto inoperativi fino a questo vergognoso episodio, che ha chiuso in modo deprecabile una giornata di lotta in cui, chi è sceso in piazza, ha saputo mostrare la lucidità e l’intelligenza di mantenere l’attenzione di tutti sui motivi per cui ci si trovava lì, senza cadere nelle insensate provocazioni delle forze dell’ordine.  A quanto pare però, nemmeno questo può bastare per evitare che i tutori dell’ordine abusino del loro potere contro chiunque rappresenti un punto di vista alternativo alla gestione dell’esistente.

 

* Qui potete trovare alcuni video, tra cui quello della carica a fine presidio:

http://www.sanremonews.it/291/?tx_ttnews%5Byear%5D=2015&tx_ttnews%5Bmonth%5D=10&tx_ttnews%5Bday%5D=04&tx_ttnews%5Btt_news%5D=725161&tx_ttnews%5Bcat%5D=271&cHash=f61a656d367af7f10c51a547a7798b72

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