C’è il dubbio che il ministro dei beni culturali Dario Franceschini sia veramente una persona in carne ed ossa. Questo perché non ci sono suoi atti rilevanti alla guida di un ministero pure strategico per il nostro paese. I beni culturali sono abbandonati o svenduti e il governo, con il suo ministro, è totalmente assente.
Dario Franceschini non dice nulla, fa ancora meno, non si sente e non si vede. Forse davvero non esiste. Poi quando, come al Colosseo, una sacrosanta assemblea di lavoratori non pagati ferma per due ore il flusso di turisti, ecco che il ministro compare su Twitter per minacciare sfracelli. Sembra un orologio a cucù un po’ malandato che per cautela il proprietario carichi e faccia cantare solo in certe occasioni, quelle delle proteste dei lavoratori.
Così a Torino giorni fa la Casa della Regina è stata chiusa per un giorno ai turisti per un incontro di dirigenti di banca. Poco dopo, la vicina grandiosa Reggia di Venaria è stata anch’essa vietata ai turisti per ospitare una festa a pagamento in costume settecentesco. Ovviamente in questi come in tanti altri episodi di uso privato di beni culturali pubblici il ministro non ha twittato nulla. Il cucù evidentemente non aveva ricevuto la carica.
Anche a nome dei lavoratori che mandano avanti tra gli insulti il patrimonio culturale del paese tiriamo così la torta al ministro, anche se rischiamo di colpire nel vuoto.
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