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Torta in faccia agli assessori di Roma

Questa torta la tiriamo agli assessori PD della giunta Marino, che si sono dimessi dopo lo scandalo delle cene del sindaco a 20.000 euro. Naturalmente anche noi siamo disgustati, anche perché per una persona normale questi sono tanti soldi e ci vorrebbero dieci vite complete e qualche pranzo di matrimonio per spenderli tutti in un ristorante.

Tuttavia a Roma le cifre dei raggiri, delle malversazioni, degli sprechi e delle ruberie sono miliardarie. Eppure gli assessori PD, alcuni entrati in giunta dopo che lo scandalo di MafiaCapitale aveva già fornito tutte le ragioni per mandare a casa l’amministrazione comunale, se ne vanno per le cene di troppo.

Nelle multinazionali questa si chiama sindrome delle spese per il tè. Nei consigli di amministrazione si varano spese per miliardi di dollari in pochi secondi senza che i consiglieri, largamente compensati per approvare tutto, sollevino obiezioni. Poi di fronte a spese per il tè o il caffè di qualche migliaio di banconote c’è chi chiede spiegazioni e gran parte del tempo della riunione si usa per spiegare e giustificare.

Dimettendosi per le cene di Marino gli assessori PD non hanno solo mostrato la loro cialtroneria, ma la loro nullità.

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