Nel primo giorno di questo 2016 Bologna ha messo in campo una marcia per la Pace. Una manifestazione poco seguita dai media il 1 gennaio, ma che ci sembra il caso di annoverare tra la cronaca di questo giornale, per aver colto la necessità di organizzare un fronte contro la guerra, come sta facendo anche la campagna Eurostop.
Una manifestazione lanciata dalla comunità cristiana bolognese, dall’associazionismo cattolico e non, ma anche dalla comunità musulmana e dall’amministrazione cittadina, partita nel pomeriggio da Piazza 8 agosto e attivata sotto palazzo d’Accursio, a cui hanno partecipato 2000 persone per mostrare la propria vicinanza alle vittime delle guerre messe in atto dai vari imperialismi negli ultimi anni.
Non si è sentito in questa manifestazione, la condanna esplicita al nostro governo o a quello dell’Unione Europea rispetto alle guerre oggi perpetrate nei territori del medio oriente, ma il concetto è quello. Dire NO alla GUERRA, che da oltre 25 anni crea morti e profughi nel mondo, e genera mostri come quello del terrorismo e della xenofobia.
L’auspicio di Michel Charbonnier, pastore valdese, è che la marcia possa essere “un esercizio di laicità, ma non declinata per sottrazione. Un luogo in cui si possa citare Papa Francesco, La Pira, Gramsci, Gandhi, Martin Luther King, perché tutti loro hanno qualcosa da dire rispetto alla pace, che non è copyright di nessuno”.
Il 16 gennaio 2016 saranno esattamente 25 anni dai primi bombardamenti USA nella prima guerra d’Iraq, con i quali si è dato avvio a quella terza guerra mondiale a pezzi di cui ha parlato Papa Francesco. Dopo 25 anni di disastri della guerra sarebbe ragionevole dire basta, invece dopo le stragi terroriste di Parigi si vuole portare l’Europa ad una furia bellicista che porterà solo nuovi danni e nuovi lutti.
La manifestazione di ieri a Bologna è un segnale che saluta il nuovo anno con la speranza che si possa ricostruire un fronte largo contro la guerra, come quello proposto e lanciato dalla campagna Eurostop. Un fronte che sappia essere massa critica, che metta in luce i veri colpevoli di questi disastri, additare i nemici della pace e i loro sporchi interessi. C’è un legame oramai evidente tra la grande crisi economica e la guerra. Per questo la guerra ha molte facce e molti fronti, inclusi quelli che stanno portando allo stato d’emergenza e alla estrizione della democrazia in molti paesi. L’Unione Europea che impone politiche di massacro sociale nel nome della riduzione del debito, ora autorizza a superare i vincoli del rigore per le spese di guerra.
Il prossimo 16 gennaio a Roma e a Milano ci saranno nuove manifestazioni contro la guerra, a cui hanno gia aderito movimenti, organizzazioni e partiti politici (vedi: https://contropiano.org/
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