I cittadini di Bolzano hanno votato ieri per rinnovare il consiglio comunale per la seconda volta nel giro di un anno. E alle urne ci sono andati solo il 56% degli aventi diritto, con un calo di quali il 2% sulla precedente tornata. Sembrano assai lontani i tempi in cui da quelle parti si registravano i tassi più alti di partecipazione elettorale dell’intero paese.
Il voto anticipato si è reso necessario dopo che Luigi Spagnolli, eletto sindaco nel maggio del 2015 a capo di una coalizione di centrosinistra, in mancanza di un premio di maggioranza concesso al vincitore non era riuscito a trovare una maggioranza stabile all’interno del consiglio comunale. E questo nonostante la nuova legge regionale appena varata abbia introdotto una soglia di sbarramento per essere eletti.
Il voto di ieri ha prodotto però una situazione di frammentazione politica che potrebbe rendere difficile anche questa volta la cosiddetta ‘governabilità’. E salta agli occhi il crollo dei partiti ‘tradizionali’. Al ballottaggio nel capoluogo del Sud Tirolo andranno il prossimo 22 maggio Renzo Caramaschi, candidato del Pd, che ha preso però solo il 22,3% dei consensi, e Mario Tagnin a capo di una coalizione di centrodestra che ha raccolto solo il 18,4%. I due candidati più votati hanno ottenuto insieme appena il 40% dei consensi.
Anche il partito regionalista tirolese, la Suedtiroler Volks Partei, si è dovuto accontentare di un 16% scarso, rendendo evidente la crisi netta di un partito fino a qualche tempo fa egemone.
Risalta il successo superiore anche alle attese dei fascisti di Casapound, e del loro candidato sindaco Maurizio Puglisi Ghizzi, che hanno raggranellato addirittura il 6,7% dei voti, ben 2646. Che al movimento estremista fruttano 3 consiglieri comunali e 4 consiglieri municipali. Un forte progresso rispetto al voto del 2015, quando i ‘fascisti del terzo millennio’ si erano fermati al 2,4. Casapound ha saputo costruire il suo radicamento nella città fomentando l’odio per la popolazione di lingua e cultura tedesca e organizzando parate e provocazioni di vario tipo a difesa della ‘italianità’ dell’Alto Adige, tradizionale appannaggio nei decenni passati del Movimento Sociale Italiano.
I fascisti hanno preso poco meno della coalizione di sinistra (Rifondazione Comunista, Verdi e altri gruppi) che è arrivata all’8% mentre Caterina Pifano del Movimento Cinque Stelle ha raggiunto quota 11,55%. Ma la rappresentanza dell’estrema destra neofascista in consiglio comunale non si limita ai ragazzotti di Iannone e Di Stefano. Nell’emiciclo è entrato anche Fratelli d’Italia, il cui candidato sindaco ed ex deputato del Pdl Giorgio Holzmann, ha preso il 4,83% dei voti.
Certamente quello di Bolzano è un caso limite, dove storicamente l’estrema destra è sempre stata molto più forte che nel resto del paese. Ed oltretutto i dati sono ‘falsati’ dalla scarsa affluenza alle urne, che però ormai sta diventando un elemento fondativo del nuovo sistema politico. Fatto sta che l’exploit elettorale di Casapound a Bolzano rimane comunque un segnale davvero inquietante.
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giovanni
” Un forte progresso rispetto al voto del 2015, quando i ‘fascisti del terzo millennio’ si erano fermati al 2,4.”
Come partito si fermarono al 2.4%, ma il loro candidato prese il 6.8% con un’affluenza maggiore, che vuol dire quasi 3000 voti, contro i 2600 di ieri.