La bellissima sala della Protomoteca in Campidoglio ha visto un pubblico e argomentazioni decisamente insoliti per un luogo solitamente dedicato al cerimoniale. Centinaia di lavoratrici, lavoratori, abitanti dei quartieri, delegati sindacali dell’Usb hanno riempito la sala per un convegno organizzato dalla federazione romana del sindacato in due sessioni di lavoro. La prima sul ruolo del lavoro pubblico oggi sotto attacco dei diktat europei e delle misure del governo, la seconda dedicata alle proposte per la città con un confronto al quale erano stati invitati alcuni candidati a sindaco.
“Restiamo convinti che l’Unione Europea sia la malattia e non la cura” ha concluso tra gli applausi la prima sessione Emidia Papi. Nel corso della sessione diversi interventi hanno illustrato sia le vertenze in corso nel pubblico impiego che quelle generali su welfare state e lavoro. I delegati dell’Agenzia delle Entrate hanno approntato un volantone spiegando quale sia “Il fisco che vogliamo”, rovesciando completamente i parametri di una fiscalità che ancora oggi accentua le disuguaglianze sociali invece che attenuarle.
La seconda sessione, dedicata invece ai problemi della città e alle proposte che l’Usb avanza ai candidati sindaci, è stata introdotta da Guido Lutrario che ha battuto soprattutto su due punti: il lavoro che ci sarebbe e che invece viene negato – a partire dalle carenze riconosciute nelle piante organiche dei servizi comunali e delle aziende municipalizzate – e il no a tutto tondo ai processi di privatizzazione dei servizi e delle aziende pubbliche. Roma è una città “disfatta” dalla predominanza degli interessi privati anche nell’estensione stessa della città. Questo dogma si appesantirà nei prossimi mesi con il Testo Unico sulla privatizzazione dei servizi pubblici messo in cantiere dal governo e imposto dall’Unione Europea. Di fronte a questo la logica della “buona amministrazione non basta”. La proposta è quella di un Piano Metropolitano per l’occupazione che rimetta il lavoro al centro delle priorità cittadine e un muro politico e sociale contro le privatizazioni. E’ toccato invece ad Angelo Fascetti dell’Asia/Usb sottolineare l’altra priorità cittadina ossia quella abitativa. “A Londra il nuovo sindaco la prima misura che ha annunciato è quella di 50mila alloggi popolari in un paese dove l’edilizia pubblica già rappresenta il 23% del patrimonio abitativo”. In Italia siamo ormai al 3%, una abdicazione totale agli interessi privati nel settore abitativo che ha prodotto e continua a produrre disastri sia sul versante dell’emergenza casa che su quello residenziale, come dimostrato dalla complicità di Comune e Regione nella truffa sui Piani di Zona. Si sono poi susseguiti gli interventi delle varie realtà lavorative della città – come le educatrici reduci da un durissimo braccio di ferro con il ministro Madia contro i licenziamenti sfociato nell’occupazione della chiesa di Sant’Andrea della Valle con il ministro costretto a incontrare le lavoratici dentro la chiesa occupata – ai lavoratori delle aziende di trasporto pubblico e privato, a quelli dell’Ama, ai lavoratori comunali stessi, all’Alitalia. Tutti hanno battuto sullo stesso tasto: si al lavoro e ai servizi pubblici no alla privatizzazione che punta solo al profitto a discapito dei servizi e delle condizioni di lavoro. Importante l’intervento di Viviana Ruggeri (Usb Ricerca) che ha illustrato il Piano Metropolitano per l’Occupazione, un piano contro la povertà crescente e he vede ormai protagonisti – oltre ai disoccupati – i lavoratori poveri, cioè lavoratrici e lavoratori con un salario così basso da trascinarli nel gorgo della povertà. A Roma i dati, decostruiti e ricostruiti nel documento presentato, la situazione della disuguaglianza sociale è ormai estesa, pesante e drammatica. Un contributo è venuto anche dalla Carovana delle Periferie che ha riassunto le proprie proposte contenute nei “Sette punti” programmatici, avanzando soluzioni concrete come l’utilizzo dei proventi della tassa di soggiorno sul turismo in una tassa/fondo da destinare alle periferie come strumento di vera redistribuzione delle risorse nella città o l’utilizzo dei fondi europei previsti dall’Agenda Urbana e che la Regione Lazio non ha in alcun modo messo in progetto. Infine ha posto la questione democratica: chi decide sulle scelte nei territori? Dunque più risorse e poteri decisionali ai municipi, istituzioni di prossimità in una enorme metropoli come Roma, e assemblee comuni tra abitanti e strutture istituzionali prima di decidere e per decidere sugli interventi nei territori, siano essi un inceneritore, un centro commerciale, un campo nomadi o un centro di accoglienza. “Il confronto, anche aspro, e la conoscenza reciproca e preventiva, possono disinnescare le tensioni e i conflitti strumentalizzati dalla destra, ossia da chi vuole la guerra tra poveri per poter fare meglio la guerra contro i poveri”.
In sala gli unici candidati sindaci presenti erano Virginia Raggi e Alessandro Mustillo. Fassina,come noto è alle prese con l’esclusione della sua lista e con problemi di “fuoco amico”, Giachetti ovviamente non pervenuto. Mustillo non è potuto intervenire perché pressato da altri impegni, la candidata del M5S Virgina Raggi ha affermato ufficialmente nel suo intervento almeno un paio di cose importanti: la prima è che “la privatizzazione dei servizi è fuori discussione anche se il governo mette i bastoni tra le ruote a chi vuole mantenere i servizi pubblici”, la seconda è che sul problema abitativo “ non c’è bisogno di nuovo colate di cemento ma di utilizzare l’esistente”. Interessante anche il passaggio sul debito del Comune che è soprattutto debito finanziario che nessuno ha mai provato a ricontrattare con le banche. Dichiarazioni importanti che adesso andranno messe a verifica una volta che, in un modo o nell’altro, sarà conclusa la campagna elettorale e Roma avrà una nuova giunta comunale. Difficile sapere oggi quanta consapevolezza ci sia che su questo terreno non si può che andare ad uno scontro frontale sia con il governo che con i diktat delle istituzioni europee. La vera differenza e la vera posta in gioco, anche per chi vuole amministrare le città, continuano ad essere queste.
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Giovanni E
Sono un lavoratore comunale, ieri ero presente all’ottima iniziativa. USB grande sindacato in prima fila in tutte le lotte. Per anni sono stato nella CGIL ma da quest’anno ho fatto la tessera USB perchè non reggevo più. L’intervento della Raggi è stato positivo anche se ha lasciato delle ombre. Ha parlato di “salario accessorio dato a pioggia” di “cultura della legalità” e sui servizi pubblici ha rimarcato molto la parola “essenziali”, cosa che lascia intendere possibili privatizzazioni in alcuni settori magari ritenuti non essenziali. Peccato per Mustillo che non sia intervenuto. A suo favore va detto che è stato presente tutta l’iniziativa, magari l’organizzazione poteva farlo intervenire prima come fatto con la Raggi, che dopo il suo intervento è andata via.
marco
in effetti mi sarebbe piaciuto sentire mustillo.
.si potrebbe organizzare un bis in cui stavolta per par condicio viene data a lui la precedenza nell’intervento?
io garantisco la mia presenza.
trovo il candidato interessante, ma ne so troppo poco, visto l’oscuramento dei media mainstream.
in effetti è l’unico che considero come una possibile alternativa al rifiuto della scheda con messa a verbale, come ho fatto l’ultima volta