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Terremoto. Ecco come lavorano i vigili del fuoco

Emergenze su emergenza: questa è la vita dei vigili del fuoco.

Ancora siamo impegnati negli incendi boschivi, con le alluvioni di questi giorni che hanno colpito il nostro paese, con l’emergenza a Palinuro e con il soccorso quotidiano – circa 2.100 interventi al giorno – e da questa notte con il terremoto si riparte per salvare vite umane.

Le prime colonne mobili dei vigili del fuoco di tutta Italia si sono mosse questa notte e continuano a partire da tutte le città del paese. I primi soccorsi sono stati prestati dai comandi provinciali limitrofi alla zona dell’epicentro del sisma anche se non manca qualche eccezione, come il comando provinciale di Terni che ha atteso fino alle ore 7,00 di questa mattina prima di far partire la colonna mobile ed organizzare bene i soccorsi. Ha ragione il sindaco di Accumoli, che ha visto i primi soccorsi dopo tre ore.

Ma queste sono responsabilità che dovranno essere affrontate nei prossimi giorni all’interno del dipartimento VV.F. Per il momento possiamo solo dire che la macchina dei soccorsi dei VV.F è in moto: si scava per recuperare altri corpi, famiglie intere e abbiamo sentore di bambini che mancano all’appello.

La USB, senza essere “irriverente“ in questo particolare momento, vuole solo denunciare ciò che da anni va dicendo sulla necessità di un sistema di protezione civile efficiente, con mezzi e uomini adeguati, necessari a salvare vite umane.

In un'epoca supertecnologica come questa, non si può certo cominciare ad organizzare il soccorso con le telefonate personali per allertare il personale libero dal servizio, e farlo rientrare, e non sapere nemmeno quanto tempo dovrà stare fuori dalle proprie residenze.

Questa situazione non è che la ovvia conseguenza dei pesanti tagli delle risorse per i Vigili del Fuoco. Tagli operati senza distinzione da tutti i governi dal 2.000 ad oggi cui va aggiunta la vera e propria privatizzazione del soccorso con la Riforma della Protezione Civile che il Governo Monti decise nel 2011 e fatta propria dai successivi governi Letta e Renzi. Riforma che è tutt’ora vigente.

Lo stesso governo Renzi, con la Legge Stabilità approvata lo scorso dicembre 2015, ha deciso ulteriori tagli e il blocco delle assunzioni.

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