Tanti e tante durante questa stagione estiva si sono incontrati per discutere di come costruire insieme un autunno conflittuale: a Napoli il 9 luglio e in Val di Susa il 16 e 17 luglio 2016.
Tutti noi saremo in prima linea per dire “NO” alla proposta di modifica Costituzionale, costruendo ed organizzando un rifiuto non solo formale, ma carico di quei temi e quelle ragioni che in questi anni hanno dato forma ad una drammatica "questione sociale" nel nostro paese.
Assistiamo ad una vera e propria rottura del patto sociale tra cittadini e Stato; alla demolizione sistematica dei corpi intermedi; allo smantellamento dei diritti e del lavoro; alla mortificazione della rappresentanza; alla persecuzione sistematica di tutti quei movimenti di lotta e resistenza contro la devastazione dei territori, dell’ambiente, dei beni comuni; alla persecuzione poliziesca messa in atto contro gli attivisti pacifisti che si oppongono alle installazioni militari e alle guerre, agli sgomberi di tutte quelle realtà che costruiscono dal basso esperienze di mutualismo e sostegno ai migranti, ai senzatetto, alla povertà, che producono cultura alternativa al sistema dominante.
E’ in gioco un modello di società che punta alla crescita senza limiti del benessere di pochi a scapito della giustizia sociale e dell’ambiente che ormai ha raggiunto il limite del non ritorno.
La Contro-Riforma Costituzionale rappresenta la formalizzazione finale della politica antidemocratica, autoritaria che vuole annullare diritti e garanzie che è stata perseguita di fatto con le riforme strutturali degli ultimi anni: Job Act, Sblocca Italia, “Buona” Scuola, Riforma della pubblica amministrazione, decreto Madia, ecc.
I governi che si sono succeduti in questi ultimi anni, che hanno visto il PD protagonista, nonostante la sua eterogenea composizione interna, hanno progressivamente costruito il devastante panorama sociale del nostro Paese.
Il referendum è un’occasione cruciale per sperimentare e discutere modalità e pratiche conflittuali da adottare durante questo autunno; senza che sia, tuttavia, l’unica e la sola tappa su cui ragionare. Sentiamo nostra la necessità di mettere in campo un processo che parli a tanti e a tante, che abbia la forza e la capacità di risvegliare tutti coloro che si ritrovano ai margini di un'Europa sempre più disuguale e iniqua.
Bisogna sovvertire questa macchina di morte, esclusione e discriminazione che ha cancellato i diritti fondamentali, mettendo radici nelle sole logiche del profitto e della speculazione.Abbiamo bisogno di immaginare nuove parole d’ordine, nuove pratiche di lotta e nuovi intrecci di lotte territoriali. Invitiamo a Napoli soggetti di lotta, sindacati conflittuali, organizzazioni politiche, mondo associativo e partecipativo, che hanno saputo costruire lotte e proposte capaci di creare una resistenza attiva alle politiche antidemocratiche del governo Renzi e dei precedenti governi della crisi.
Mai come oggi è necessario mettere in rete i percorsi di lotta, scambiando pratiche, riflessioni e opinioni sulla fase attuale e sulle strategie di cambiamento del presente. La conflittualità espressa in questi anni in numerose piazze, magazzini, città, deve coalizzarsi per costituire un blocco sociale unitario capace di esprimere una nuova visione della partecipazione sociale e politica e saper creare un “noi”, composito, capace di relazioni positive, aperte, fuori da ogni autoreferenzialità.
Una coalizione non solo enunciata, ma che parta dalla condivisione di pratiche vincenti e avvicinamento di percorsi e di vertenze, che rischiano, se isolati, di rimanere gloriose forme di resistenza incapaci di proporre un vero e incisivo cambiamento. Oltre al referendum in difesa della Costituzione e al necessario obiettivo di far cadere il governo Renzi, bisogna immaginarsi e costruire alternative credibili per non spianare la strada a chi, continuerà a non costruire una valida alternativa per i bisogni e le necessità dei milioni di persone colpite dalla crisi.
Per raccogliere una sfida cosi grande, ci sarà bisogno di mettere mano in maniera approfondita alla cassetta degli attrezzi che ha regolato le lotte nel corso di questi ultimi anni. Sarà fondamentale discutere dei temi più caldi che bollono nella pancia di questo paese: di diritto alla casa, di lavoro e pratica dello sciopero, di confini e flussi migratori, di scuola ed università, di tutele universali, di devastazione ambientale e grandi opere; di un piano energetico nazionale e di conversione ecologica e sarà importante approfondire gli aspetti più recenti della guerra costruita artatamente, del decreto Madia ed infine soffermarsi sugli orizzonti possibili di organizzazione che questa fase ci propone per provare a divaricare la forbice sempre più larga che esiste tra potere e governo nelle nostre realtà territoriali, ragionando sulle opzioni, le esperienze e le suggestioni del neo-municipalismo e del movimentismo più propositivo.
Sappiamo che i temi sono tanti e tutti ugualmente importanti. Per questo facciamo appello a tutt* a partecipare e a condividere strumenti, contributi e analisi che possano aiutare e rendere le discussioni di settembre fluide e realmente utili a costruire in maniera condivisa, chiara e collettiva non solo un nuovo autunno di lotta, ma una stagione di lotte che lasci dietro di sé l'autonarrazione e l'identitarismo, per ribaltare una volta e per tutte l'Italia dei plurimi Renzi e l'Europa neoliberale.
Ci vediamo a Napoli il 3 e 4 settembre 2016! Stay tuned – costruzione di un autunno ribelle in corso
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