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I no di Luigi de Magistris

Ieri a Napoli Renzi si è presentato come la controfigura del duce, circondato dai ras e protetto da teppisti in divisa, che hanno scambiato l’Italia per una repubblica delle banane. Ancora una volta gli è andata male, ma è troppo ignorante per sapere che al suo penoso modello non andò meglio quando giunse alle Cotoniere Meridionali, a Poggioreale, e fu accolto dal silenzio ostile dei lavoratori.

Ieri il sindaco non gli ha voluto parlare e oggi la stampa dei padroni, la sola che c’è da noi, e i papalini più papalini del Papa, tirano fuori dall’armamentario delle scemenze sull’isolamento e sugli interessi della città traditi. Lo sanno tutti, ma fingono di non saperlo: a Renzi di Napoli non importa nulla e se De Magistris gli parlasse non cambierebbe nente. Renzi vuole assicurare affari sporchi agli amici è tenterà di far fuori De Magistris comunque. Se parleranno o se staranno zitti.

Renzi è un analfabeta di valori, ambizioso e avido di potere. Non è legittimamente Presidente del Consiglio. Non può esserlo. La sua maggioranza, come tutti gli attuali parlamentari, ha sulle spalle il peso di una sentenza della Consulta: la legge elettorale che li ha condotti in Parlamento è incostituzionale. De Magistris non sbaglia se rifiuta il dialogo,. L’errore, se un errore c’è, è che non glielo dice chiaro. Questo sarebbe rovesciare il tavolo: dirgli chiaro, che non lo riconosci, perché non ha alcuna legittimità.

Non si tratta di accettare il dialogo. Qui è in discussione la legalità Repubblicana. Bisognerebbe che questo fosse chiarissimo. Napoli non riconosce abusivi e portoghesi. E bisognerebbe andare al referendum su questa linea: no a un imbroglione e ai suoi servi nominati. In quanto ai numeri dell’opposizione, non decidono ragioni e torti. Anche gli antifascisti erano minoranze sparute, ma avevano ragione. Chi ha a cuore la democrazia, non consigli al sindaco un inutile realismo e non tiri fuori gli interessi della città e noi napoletani non abbiamo bisogno di dialogare con cialtroni e proconsoli della troika. Dovesse cedere, De Magistris farebbe male a se stesso, alla città e al Paese. Aiutiamolo a tenere duro, convinciamolo a fare una campagna per il No e vinciamo il referendum. È l’ultima spiaggia. Avanti così allora, e basta divisioni tra gruppi, perché indietro non si torna. Abbiamo un appuntamento: il referendum. Andiamoci uniti e mandiamo a casa questi banditi.

da https://giuseppearagno.wordpress.com

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