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Niscemi. Stanno attivando il Muos. “Non cantino vittoria troppo presto”

"The ground station in Niscemi is operational". Il MUOS di Niscemi è operativo. Poche righe, ufficiali, del Retroammiraglio Christian Becker per liquidare la questione. Come se l’opposizione popolare contro il MUOS sia acqua passata, come se non ci fosse, nell’ordine, un giudizio di revocazione davanti al CGA e un ricorso alla Cassazione sul dissequestro, come se in questi giorni non si stesse celebrando un processo penale davanti al Tribunale di Caltagirone per abuso edilizio.

Il Retroammiraglio Becker, responsabile di Intelligence e Sistemi Spaziali del Pentagono, ha dovuto ammettere i meriti del movimento No MUOS: la nostra lotta ha ritardato e resa inoperativa la base per lungo tempo, “accecando” il sistema satellitare in quella eterna zona di guerra che è il Mediterraneo. Dopo il dissequestro del Tribunale del Riesame, annuncia soddisfatto il graduato statunitense, il MUOS è tecnicamente pronto. Certo, non è ancora operativo sul campo ma ormai, volendo credere alle parole di Becker, è una questione burocratica.
Se l’ufficiale statunitense può liquidare così la questione MUOS è anche grazie alla compiacenza della Regione Sicilia, e del suo presidente Rosario Crocetta, che potrebbe immediatamente sospendere in autotutela le autorizzazioni e porre la parola fine alla vicenda e invece, sempre a voler prendere per buone le parole dell’ammiraglio, preferisce “lavorare con gli USA” per facilitare la costruzione del MUOS.

Dopo centinaia di denunce, processi in corso, salatissime multe e ridicole accuse qualcuno, dentro alle istituzioni italiane, avrà rassicurato gli USA: la lotta No MUOS è ormai acqua passata.

E mentre gli Stati Uniti costringono il mondo a quell’insensata tifoseria tra il peggio e la catastrofe che sono le elezioni, ribadiamo forte che per noi la lotta è tutt’altro che chiusa. Continueremo a batterci per la completa smilitarizzazione della Riserva Sughereta di Niscemi, della Sicilia e dell’Italia. Qualunque saranno le mosse del nuovo presidente americano e dei suoi lacchè locali, dei magistrati di turno e delle forze del disordine. Tutti uniti allegramente per quello che è diventato il nuovo incubo americano: esportare democrazie e sicurezza a suon di guerra permanente, in ogni territorio, anche a costo di calpestare leggi e volontà delle popolazioni, senza curarsi della devastazione che ne consegue.

Però qualcuno ha brindato troppo presto.
La lotta No MUOS continua!

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