A due anni di distanza dalla grande manifestazione del 2014, di nuovo questa mattina un migliaio di di attivisti provenienti da tutta l’isola si sono dati appuntamento nell’oristanese per contestare ed invadere il poligono militare di Capo Frasca, per dire basta all’occupazione militare della Sardegna e all’uso del proprio territorio per i giochi di guerra e la produzione di morte.
A metà mattinata i militanti di vari movimenti contro l’occupazione militare, di gruppi e partiti della sinistra indipendentista sarda e di varie realtà territoriali e di lotta si sono concentrati nei pressi della località di Marceddì. Mentre alcune realtà studentesche hanno proclamato lo sciopero nelle scuole per questa mattina, a Marceddì sono arrivati pullman da Cagliari, Sulcis, Sassari, Oristano, Olbia, Siniscola, Nuoro, Marghine, Abbasanta ed altre località sarde. Presenti anche alcune delegazioni provenienti dall’Italia.
La data di oggi era stata decisa nei mesi scorsi dall'Assemblea del movimento contro la guerra e l’occupazione militare della Sardegna per protestare contro le continue esercitazioni in corso nel poligono dell'Aeronautica Militare Italiano, dove il 6° stormo si addestra anche con le bombe Mk, prodotte a Domusnovas nella fabbrica tedesca RWM, vendute poi all’Arabia Saudita e sganciate sui civili inermi nello Yemen. Il movimento “A Foras” (Fuori) ha così inteso rilanciare la sua battaglia per la chiusura di tutte le basi militari, per le bonifiche e per la restituzione delle terre alle comunità locali.
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Verso le 11.30 il concentramento di è trasformato in corteo e la manifestazione ha cominciato a marciare verso la base militare, ampiamente blindata da centinaia di carabinieri e poliziotti in assetto antisommossa.
Man mano che il corteo si avvicinava al poligono al grido di “Andiamo a riprenderci Capo Frasca” la tensione è salita, visto che gli attivisti avevano dichiarato che era loro intenzione penetrare all’interno della base militare ed interrompere le esercitazioni. Durante tutta la mattinata numerosi sono stati i tentativi da parte dei manifestanti di introdursi all’interno del poligono, per lo più respinti dalle forze dell’ordine con cariche e lanci di lacrimogeni. Alle cariche una parte del corteo, che nel frattempo si era diviso in diversi gruppi per aggirare i blocchi e tentare l’assalto alle reti in più punti, ha reagito a sua volta lanciando pietre e zolle di terra contro Carabinieri e Polizia. A farne le spese, pare, anche il vice Questore di Cagliari Ferdinando Rossi che è stato colpito al volto da due sassi. Alcuni contusi e feriti dalle manganellate si contano ovviamente tra i manifestanti, alcuni dei quali hanno riportato ferite alla testa e alle braccia.
Alcuni manifestanti sono comunque riusciti a fare un buco nelle recinzioni e ad introdursi all’interno della base militare, prima di essere immediatamente aggrediti e sbattuti fuori da parte dei militari e dei ‘tutori dell’ordine’ schierati in gran numero a protezione della struttura militare. Un centinaio di manifestanti dopo una carica è stato a lungo completamente circondato da vari cordoni di agenti in tenuta antisommossa.
Luca Fiore
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