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Tagliano i costi della democrazia, non della “casta”

Una bella sorpresa, proprio mentre aprivanoi seggi per le operazioni preliminari del sabato pomeriggio. Il ministero dell'interno ha ridotto d'autorità i soldi destinati a coprire le spese sostenute dai Comuni per il referendum (presidenti di seggio, scrutatori, macchine e autosti per il trasporto delle schede, ecc).

Non una limatina, ma una vera e propria mazzata del 60% circa. In pratica saranno i Comuni a pagare quasi tutte le spese, mentre lo Stato centrale – il governo in questo caso – se ne lava le mani-

La circolare ministeriale contenete la "gradita sorpresa" è arrivata ieri mattina. "Una vera e propria batosta per tutti i Comuni costretti a fronteggiare una spesa non prevista", hanno denunciato per prime le associazioni Anci delle regioni Puglia e Sardegna.

"Il provvedimento emesso dopo il termine utile per effettuare variazioni, espone i Comuni al rischio di formazione di debiti fuori bilancio e ad azioni risarcitorie da parte di fornitori di servizi. Inoltre, questo taglio preclude lo straordinario elettorale per il personale: il Comune deve scegliere se pagare i fornitori o il personale comunale", scrive in una nota l'Associazione dei Comuni pugliesi.

"I Comuni pugliesi sono seriamente preoccupati per questo provvedimento inaccettabile e sono pronti a mobilitarsi con azioni concrete da intraprendere nei prossimi giorni se non sarà posto rimedio da parte del governo. E' inammissibile che il governo decida a posteriori di determinare i legittimi rimborsi che spettano ai Comuni, lasciandoli con interrogativi e ammanchi di risorse che devono invece essere destinate alle manutenzioni del patrimonio comunale, ai servizi alle persone e comunque, servono per far funzionare le città. L'auspicio dell'Anci, è che la questione possa essere risolta nelle prossime ore, per evitare danno e beffa".

Ci sono molti argomenti che possono essere usati in un caso esemplare come questo, ma uno ci sembra decisamente prevalente: la "cultura" politica di questa banda messa al governo considera la democrazia un costo superfluo, qualcosa da eliminare progressivamente e a tappe forzate.

Volete proprio votare? Beh, vi pagate voi le spese (già lo abbiamo fatto, pagando le tasse che vanno al fisco nazionale…), magari anche due volte (i Comuni saranno probabilmente costretti a innalzare ancora una volte le aliquote Irpef di loro competenza). Così vi imparate a pretendere di voler diritto di parola sul destino che vi aspetta…

Vero è che anche la democrazia parlamentare è uno dei molti regimi politici possibili per garantire il dominio della borghesia… Ma è anche vero che il rito elettorale viene sbandierato come una garanzia di legittimità dei governi occidentali che vogliono aggredire qualsiasi altro paese nel mondo. A quanto pare, nella testa dei "reggenti", ora si può anche cominciare a farne a meno…

Questa più di altre ancora, è probabilmente una delle ragioni per cui votare NO. In massa e con molta determinazione.

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