Un altro tassello si aggiunge al nefasto progetto di destrutturazione della sanità pubblica del Veneto orientale.
La delibera 646 del 3 luglio 2015, avvia il dimezzamento degli orari di apertura e delle attività presso gli sportelli periferici del distretto ulss10 (eraclea, san stino, san michele). Come si può ben capire, chi abita in periferia rispetto ai tre maggiori comuni insistenti nel territorio dell’ulss10, trovava, nella rete dei distretti periferici il punto più vicino e adeguato per entrare in contatto con i servizi del Servizio Sanitario Nazionale.
Da agosto nulla sarà più come prima; col dimezzamento dei giorni di apertura del distretto, si verificherà un ingorgo impressionante di utenza; i servizi erogati non saranno completi come lo sono attualmente; chi vorrà (se potrà) raggiungere Jesolo, San Donà, Portogruaro troverà una rete stradale caotica e intasata e negli uffici distrettuali che rimarranno aperti aumenteranno esponenzialmente i tempi di attesa per soddisfare tutte le richieste degli utenti dato che non sono previste integrazioni di personale tali da assorbire le lacune create in periferia.
Le sacche di privilegio legate ad interessi economici che stanno alla base della riorganizzazione del distretto sanitario unico dell’ulss10, non fanno altro che creare difficoltà alla popolazione; dove sta dunque la tanto decantata “efficienza ed efficacia” di cui si vanta la Direzione Generale dell’Ulss 10?
Per la casta leghista (che governa in Veneto da oltre un decennio) è normale che i cittadini della periferia siano impoveriti dei servizi di qualità così da recuperare risorse; per la casta leghista è normale applicare “due pesi e due misure” tra i residenti della città e della periferia; per la casta leghista è normale non interessarsi del disagio manifestato dai residenti della periferia perché c’è sempre l’alibi del buco di bilancio da ripianare; per la casta leghista è normale che i sacrifici richiesti agli abitanti della periferia vadano a ripercuotersi su tutta la rete familiare (per chi ce l’ha) o sulla rete relazionale, creando situazioni di disagio finora mai sperimentate. Per la casta leghista è normale che, in questo momento di crisi economica, siano da continuare a garantire vecchi privilegi che in sanità sono ben oliati e rispondono a meccanismi di consenso elettorale funzionali, mentre sono da sacrificare i servizi pubblici. Insomma, per la Lega nord, per il vice presidente del Veneto Forcolin, per il governatore e per il loro fedele vassallo direttore generale è normale che siano i cittadini meno abbienti e più emarginati e disagiati, a pagare il prezzo più alto per mantenere inalterati i privilegi di casta ! Ecco il risultato per l’aver fatto “il pieno di voti”! Quando mai i veneti e non solo loro impareranno che NON bisogna fidarsi di chi è solo capace di sbraitare?
* Partito Comunista d’Italia del Veneto Orientale
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