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Legge di bilancio, la fiera delle illusioni

Le legge di bilancio è stata votata a colpi di fiducia (una costante del governo Renzi) in tempi rapidissimi per consentire al Presidente del Consiglio di recarsi al Quirinale per avviare la pantomima della crisi.

Non è stato così possibile discutere ed eventualmente approvare emendamenti al testo che forse sarebbero risultati necessari.

Soprattutto però nei giorni immediatamente precedenti sono state vendute alle italiane e agli italiani un bel po’ di illusioni.

Al di là delle furfanterie deve essere chiaro a tutte/i:

1)      L’obbrobrio dell’Ape (l’indebitamento della povera gente tra i 63 e gli 83 anni per ricevere una pensione di 875 euro) potrò andare in vigore soltanto dopo l’emanazione di una decina di decreti attuativi uno dei quali da emanarsi da parte della Presidenza del Consiglio di concerto con i ministri dell’Economia e del Lavoro per redigere il modulo di domanda;

2)      Mancano le norme per stabilire le categorie dei lavoratori precoci che avranno diritto a pensionarsi con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Dovranno essere stabilite con apposito provvedimento attuativo;

3)      L’assorbimento di Equitalia all’interno della Agenzia delle Entrate (molto strombazzato come già fatto) richiederà una serie di passaggi molto delicati, prima di tutto la nomina – attraverso apposita norma attuativa – di un Commissario liquidatore  la cui figura dovrebbe coincidere con l’attuale amministratore delegato dell’Ente;

4)      Il bonus da mille euro per il pagamento delle rete d’asilo per i nati dal 1 Gennaio 2016 dovrà essere definito nelle sue modalità con un decreto del Presidente del Consiglio “di concerto” con i Ministri del lavoro e dell’Economia. Si prevede già che i 30 giorni occorrenti non saranno rispettati alla scadenza;

5)      Il potenziamento della SIA (sostegno all’inclusione attiva) finora sperimentato nelle grandi città e la proroga dell’Asdi, assegno per la disoccupazione supplementare delle famiglie, è demandato a un decreto interministeriale mentre la legge delega per il contrasto alla povertà (salario minimo garantito) è fermo da tempo in Parlamento e non certo per responsabilità del bicameralismo paritario;

6)      Si era pensato alla lotteria legata all’emanazione degli scontrini fiscale. A parte considerazioni di merito sul tema il regolamento (necessario: ha un regolamento anche la tombola) deve essere demandato a un decreto da emanarsi in concerto tra il ministro dell’Economia con quello dello Sviluppo economico;

7)      Le sanzioni per i cosiddetti “bagarini online” (sanzioni da 5.000 a 18.000 euro per chi rivende a prezzi stratosferici biglietti di cocnerti e spettacoli acquistati via Internet) abbisogna, per diventare esecutivo di un decreto interministeriale;

8)      Serviranno tre decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Economia, per nominare il Commissario straordinario per la liquidazione della società Expo 2015, a – attraverso due appositi decreti –  redigere lo statuto della società Human Tecnopole (che dovrebbe insediarsi in parte dello spazio utilizzato da Expo).

Nel frattempo tutta la baracca sarà portata Bruxelles per l’esame da parte delle Commissione Europea: si prevede la richiesta di una manovra aggiuntiva.

Come si può ben osservare si è trattata di un’approvazione fittizia, tanto per adempiere a una scandeza.

Il bello verrà dopo: buona crisi di governo a tutti!

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