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Fascisti, bufale e soldi. Come si crea un pubblico stupido

Abbiamo perso il conto di quanti “rivoluzionari da tastiera” riprendono bufale postate sui social, diffondendole come se si trattasse di notizie certe, verificate, attendibili. E giù commenti, insulti, battute, litigate feroci. Tutte rigorosamente basate sul nulla.

Per carità, qualche errore si può fare. La fruizione sui sociale è determinata dalla loro stessa struttura, in cui una foto e un titolo “catturano” l'attenzione e il contenuto… chissenefrega.

Uno dei problemi più antipatici di questa “pratica” disinvolta e acritica è che molte si queste bufale vengono create a siti gestiti da fascisti, utilizzando nomi di di testate note, storpiate appena un po'. Lo scopo è duplice: fare qualche soldo ramazzando “click” facili e diffondere un sentiment fatto di rabbia disinformata, verso tutto e tutti, senza più distinguere nulla. Dei soldi ce ne frega poco, ma del sentiment ci preoccupiamo un po', perché qualsiasi tentativo di condurre una lotta vincente contro il potere, l'avversario di classe (fascisti compresi, ovvio…), ha bisogno di informazione seria, consapevolezza sullo stato delle cose, capacità di distinguere amici e nemici e stronzi.

Il sedimentarsi di quel sentiment fatto di rabbia senza cervello è il contrario di quel che serve. Qualcosa di simile alla dietrologia da strapazzo (“tutti gli avvenimenti hanno un puparo che ci vogliono tener nascosto”), al qualunquismo becero del “sono sempre tutti uguali” (rafforzato peraltro dalle miserie politiche degli “onesti di mestiere”).

Che ci siano diversi fascisti dietro decine di bufalifici sempre attivi è cosa che ripetiamo da tempo vedi https://contropiano.org/documenti/2015/07/18/disinformazione-online-imola-oggi-e-altri-siti-razzisti-031918 oppure anche https://contropiano.org/documenti/2015/10/04/neofascismo-e-gruppi-estremisti-dietro-ai-siti-di-bufale-razziste-033232); qualche eccezione c'è, ma si tratta pur sempre di gente alla ricerca di un reddito da click, non certo “diffusori di verità nascoste”.

Una inchiesta pubblicata nei giorni scorsi ha individuato un ex Forza Nuova – tale Matteo Ricci Mingani – dietro siti come Gazzettadellasera.com, Liberogiornale.com, News24europa.com e News24tg.com, tutti riconducibili alla società Edinet, con sede a Sofia, in Bulgaria; società di cui Mingani è l'amministratore delegato. Un “personaggetto”, direbbe il De Luca in versione Crozza, che Repubblica ha raggiunto e intervistato.

Leggetevelo, così magari, la prossima volta che la mano vi parte in automatico per condividere una cazzata qualsiasi, da qualche parte del cervello parte un pensierino che dice “ma sarà vera, 'sta stronzata?”

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Mingani non è di certo un personaggio dal profilo basso. Come immagine di sfondo del proprio account Twitter – che è stato prontamente cancellato dopo la nostra conversazione – c'era lui in maglietta nera, braccio alzato per il saluto fascista. Sullo sfondo, la tomba del Duce a Predappio con il busto di Benito Mussolini. Le ultime notizie condivise risalivano al 2015 ed erano, guarda caso, news pubblicate da Gazzettadellasera.com. La sua bacheca Facebook non è da meno. Con rilanci di post di News24TG che incitano a sentimenti razzisti e "anti-casta".
Nel 2012 Mingani è stato espulso da Forza Nuova: "Me ne sono andato io", replica lui. E sempre nel 2012 ha presentato denuncia al comando dei Carabinieri di Albenga (Savona) contro Giorgio Napolitano e Mario Monti (rispettivamente presidente emerito della Repubblica ed ex presidente del Consiglio) e di tutti i ministri e i membri del Parlamento. Tra i reati contestati da "Ricci Mingani Matteo, cittadino SOVRANO": "attentato contro l'integrità, l'indipendenza o l'unità dello Stato"; "attentato contro i diritti politici del cittadino" e "usurpazione del potere politico".

Le posizioni politiche di Mingani sono state volutamente tralasciate dai debunker, – come chiariscono gli autori stessi dell'inchiesta a chi glielo fa presente su Twitter, – per non offrire il fianco a strumentalizzazioni inutili. O quantomeno lontane dal ''cuore'' delle indagini, volte a smascherare il meccanismo delle bufale che sta a monte dell'istigazione all'odio. A noi, Mingani si è raccontato così.

 

Mingani, ha visto le notizie stamattina?
"Ho dato un'occhiata veloce".

Lei cosa risponde alle accuse di Attivissimo e Puente?
"Ho già girato tutto agli avvocati. Farò querela? Non so ancora di preciso, in qualche modo procederemo. Io non c'entro nulla con questi. La mia è un'agenzia di server web, quindi mi occupo solo di preparare software, gestire WordPress e di altri aspetti tecnici. Insomma: offro un pacchetto con tutto il necessario per poter pubblicare, ma non sono responsabile di quello che pubblicano. Se l'autorità giudiziaria dovesse chiedermeli, sono pronto a far vedere i contratti e dare nomi e cognomi dei proprietari dei siti in questione".

Questi siti, però, "ospitano i banner pubblicitari di Edinet con l'account kontrokultura", gruppo da lei rilevato – scrive Attivissimo.
"Faccio anche da agenzia pubblicitaria, che distribuisco con il marchio Edinet.adv. I miei banner vanno su oltre 400 siti, magari fossero tutti miei".

Ho davanti il suo profilo Twitter e ha anche condiviso dei post di Gazzettadellasera.com.
"Sì, li condividevo".

Senta, ma quanto guadagnano siti come Gazzettadellasera.com & Co.?
"Su quei siti lì si va a guadagnare 30-40-50 centesimi ogni mille visitatori. Chi ci guadagna di più sono siti come Bufale.net o il sito di David Puente che utilizzano le bufale degli altri per fare traffico".

E lei cosa ci ricava dai banner pubblicitari?
"Non posso dare la cifra esatta. Ma prendo una percentuale su quello che guadagna un web master. Ci sono tipologie di banner in cui guadagno di più e altre in cui la mia provvigione è minore".

Non pensa che la diffusione di bufale crei dei problemi?
"Mah, il discorso delle notizie false è una polemica nata solo in questi giorni. Ma su LiberoGiornale.com c'è un disclaimer dove dice chiaramente che è tutto inventato. Del resto anche Lercio, per esempio, fa lo stesso…"

Nel sito di Edinet dichiara di essere anche un editore.
"Al momento gestisco direttamente solo KontroKultura e TeKnoKultura, i miei due primi blog. Poi esistono vivere sani.club e inviaggio.club, su cui scrivono collaboratori da tutta Italia e ogni tanto pure io".

Leggo – sempre dal sito di Edinet – che gestite "direttamente oltre 36 tra blog e testate". Allora, quali sono questi altri blog e queste altre testate?
"Ogni tanto, magari, si scrive qualcosa solo per farsi un pochino grandi e avere più clienti".

Perché la società ha sede in Bulgaria?
"Ho dei contatti di lavoro in Bulgaria, sto lavorando con diverse società bulgare e passo lì gran parte della mia vita. Solo per quello".

Qual è il suo orientamento politico?
"Non ho nulla a che vedere con Forza Nuova, ma sono sempre stato di destra e mi ritengo una persona di destra".

Ma ha fatto parte di Forza Nuova, o no?
"Sì, ma non ci ho più nulla a che fare. Ho già pubblicamente spiegato che me ne sono andato e non sono stato buttato fuori, come sostengono loro. Le dimissioni interne sono state presentate il giorno prima del comunicato stampa relativo alla mia espulsione. Adesso, non faccio parte di nessun gruppo politico. Continuo a seguire la politica perché mi piace, ma non sono più un attivista".

 

 

 

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