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Verona. “I fascisti vanno contrastati tra la gente, non a parole”

Intervista a Nicola, giornalista e mediattivista di Verona.

Buongiorno, Nicola. Cosa sta succedendo a Verona?

Buongiorno a voi e agli ascoltatori. Faccio una piccola premessa che spiega il tutto. Tutto è cominciato la settimana scorsa, quando dei richiedenti asilo hanno protestato in Veronetta, un quartiere della città, un quartiere multietnico, per la condizione del cibo nel loro ostello. La protesta, giusta, è durata solo qualche ora e poi è rientrata. Prendendo a pretesto questa protesta il cosiddetto comitato apartitico – in realtà messo in piedi da fascisti di Forza Nuova – ha lanciato un corteo, prendendo a pretesto questo fatto, contro profughi in città. Siamo quindi arrivati alla giornata di ieri (lunedì 9, ndr), in cui ci doveva essere questo corteo dichiaratamente razzista, dai toni e dalle parole d'ordine; e ci doveva essere anche un presidio, sempre in centro, lanciato come risposta dalle realtà antirazziste cittadine riunite sotto il nome di assemblea 17 dicembre. Mentre al corteo razzista è stato dato il via libera dalla questura, il presidio antirazzista è stato invece vergognosamente vietato. Le realtà antirazziste hanno risposto allora indicendo una conferenza stampa in serata. Conferenza stampa che è stata partecipata, ci sono state più di un centinaio di persone, anche tanti giovani erano presenti, tante persone, e ha promesso di rilanciare nei prossimi giorni e nelle prossime settimane iniziative, mobilitazioni e provare a costruire un percorso unitario cittadino di solidarietà verso i migranti, di informazione verso la cittadinanza e di contrasto a questi movimenti razzisti che tentano di crescere in città. Il corteo razzista, si legge dai giornali di oggi (martedì 10, ndr), è stato partecipato da circa un migliaio di persone, ha attraversato le vie del centro urlando cori e slogan contro i profughi e contro il business dell'immigrazione; gli stessi giornali dicevano che in gran parte c'erano anche persone da fuori, da altre città vicine. Questo è un po' il quadro.

 

Bene. Ci dicevi che la questione in realtà è abbastanza esplicativa di una dinamica in atto in diversi contesti…

Sì. E' doveroso segnalare che è un po' il fenomeno che si sta sviluppando nelle nostre zone, parlo principalmente nel nordest, qui in Veneto, ma anche nell'area lombarda, in Trentino e in Friuli. Stiamo vedendo che i leghisti indipendentisti e fascisti di ogni risma stanno utilizzando la formula dei comitati cittadini antiprofughi, comitati che vengono spacciati per apartitici, formati da comuni cittadini. Si mettono, per esempio, i simboli delle città, quindi magari c'è il simbolo della Scala, a Vicenza c'è un altro simbolo cittadino… Quindi lo si vuole far sembrare un qualcosa di totalmente spontaneo… In realtà sono organizzate, infiltrate da fascisti. Questi gruppi, a differenza degli anni precedenti, nei mesi precedenti, stanno riuscendo invece a fare abbastanza presa. Infatti nel 2016 ad esempio questo gruppo che si chiama “Verona ai veronesi” ha organizzato 16-17 manifestazioni in città e in provincia, coprendo quasi totalmente la provincia; e alcune manifestazioni erano manifestazioni popolari, cioè erano manifestazioni in cui partecipava la gente comune e che hanno toccato anche numeri intorno al migliaio ed oltre. Quindi questa formula è pericolosa perché gli sta riuscendo, almeno in alcuni casi, non sempre. Perché queste nostre zone, seppure sono ancora abbastanza ricche a livello economico, stanno cominciando negli ultimi mesi o nell'ultimo anno a subire, anche qui, la crisi. E quindi la povertà crescente, la paura del diverso o l'agitare le spese pazze per i profughi, su fasce di popolazione debole rischiano di fare presa. Quindi dobbiamo stare molto in guardia e dobbiamo essere pronti a rispondere efficacemente.

 

Molto chiara la situazione generale che ci hai descritto… Cè altro da aggiungere?

Riporto anche quello che con alcuni compagni abbiamo scritto poi sul report che abbiamo inviato al quotidiano online Contropiano. Secondo noi l'antirazzismo di principio non può essere la sola risposta. E' necessario che: 1) si faccia informazione nei quartieri, tra la gente comune, tra i lavoratori, su da cosa è generato questo flusso di migranti perché magari tante persone non riescono ad inquadrare il fenomeno nel contesto più ampio e quindi spiegare appunto che questo flusso epocale è frutto delle guerre imperialiste di cui l'Unione europea è tra i principali responsabili; 2) pensiamo che siccome l'antirazzismo di principio non può essere la sola risposta, che si debba stare nei quartieri, stare in provincia, stare tra i lavoratori, tra i disoccupati e cercare di organizzare i loro interessi e quindi non lasciare quegli spazi, quei luoghi e quelle fasce di popolazione alla mercé di questi impostori; perché poi questi indirizzano l'odio verso il basso, verso chi sta peggio, e non verso le origini di questa crisi e di queste guerre.

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