Un clima fetido si sta abbattendo sulla Capitale. Ad animarlo non sono squadracce di camice nere o camice verdi. Dopo il braccio di ferro in corso sulla programmazione del cinema Aquila, l'ultima notizia arrivata in serata è questa:
La sala della Protomoteca revocata, la programmazione del cinema Aquila minacciata, adesso questo nuovo episodio in un teatro in pochi giorni. Non è più un caso, è una strategia. Può sembrare un paradosso o una forzatura ma non lo è. Questo clima pesante, censorio, inaccettabile, irricevibile è imposto dalla lobby sionista che sta agendo su tutte le istituzioni pubbliche cercando di impedire non solo manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese ma addirittura proiezioni di film sulla Palestina che hanno partecipato a premi internazionali, giudicati meritevoli di esserci da giurie autorevoli.
Accade ormai con sistematicità che ogni occasione di informazione sulla resistenza e l'esistenza del popolo palestinese, sia essa un dibattito, una conferenza o addirittura un film, vede scattare una escalation di pressioni e intimidazioni sulle istituzioni (Comune, università, fondazioni culturali etc) da parte di organizzazioni di una parte della comunità ebraica convintamente sioniste e dell'ambasciata israeliana tese ad impedirle. Drammaticamente e gran parte delle istituzioni cittadine, piegano vergognosamente la testa a queste minacce e a questi ricatti.
Fortunatamente Roma è una comunità più pulita e libera delle sue istituzioni e un pezzo di questa città non intende in alcun modo accettare questo fascismo crescente che addirittura intende praticare la censura sulle programmazioni cinematografiche e il politicidio culturale nei confronti dei palestinesi. Su quanto sta avvenendo tutti i partiti – Pd, M5S, Sinistra Italiana fino ai partiti di destra – stanno dando il peggio di sè, operandosi per la censura o accettando i ricatti della lobby sionista.
Un primo appuntamento è per martedi 14 marzo alle ore 18.30 davanti al cinema Aquila (via Prenestina, zona Pigneto), il secondo è mercoledi 15 omeriggio all'Archivio del Movimento Operaio e Democratico (via Ostiense). E' un allarme rosso per la democrazia, la cultura, la libertà, la solidarietà con i popoli oppressi e per il nostro stesso paese. Nessuno faccia finta di niente.
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Federico
I sionisti ci avevano già provato anni fa, in quel caso a livello internazionale, con il film "Miral", tentando di impedire la sua proiezione all'ONU. Tra l'altro era pure un film di Schnabel, un regista ebreo-statunitense. Il sionismo è come il fascismo e perciò va combattuto – anche attraverso il cinema – senza nessuna possibilità di essere equidistanti. Quindi da parte mia pieno sostegno incondizionato ai registi palestinesi e a chiunque altro porta sul grande schermo la denuncia del regime di apartheid vigente in Israele.