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Contro questa Unione Europea”. Intervista a E. Forenza

Intervista all'europarlamentare eletta tre anni fa con "L'Altra Europa", realizzata da Radio Città Aperta.

 

Abbiamo in collegamento Eleonora Forenza, europarlamantare per Rifondazione Comunista. Ciao Eleonora, buongiorno prima di tutto.

Buongiorno a tutte e tutti.

 

Per parlare della giornata di sabato… E’ una giornata importante, perché mentre si celebrano i 60 anni dei trattati di Roma che hanno dato il là alla nascita dell’Unione europea, c’è fuori tutta la voce invece di chi a questa Unione europea vuole dire di No. Eleonora, tu mi sembra che puoi appartenere a questo gruppo. Giusto?

Certamente… E’ una giornata importante perché dobbiamo rendere pubblico e rappresentare, mi auguro in maniera significativa e partecipata, il nostro No a questa Unione europea che è fondata sul neo liberismo, è fondata sulle politiche securitarie e che sta portando ad un progressivo esproprio di democrazia e di sovranità popolare. Credo che occorra riappropriarci del progetto europeo e per farlo occorre costruire il mitico demos europeo nella lotta di liberazione dalle politiche di austerità e del neoliberismo.

 

Assolutamente… La piattaforma Eurostop propone una sua ricetta che è diversa da quelle avanzate da altre parti…

Sì. Io sabato parteciperò ad entrambe le manifestazioni che dicono No da sinistra a questa Unione Europea. Quindi a quella della mattina, che è convocata dalla Nostra Europa, e a quella del pomeriggio che è convocata da Eurostop. Credo che il punto principale sia dire che non si possono fare ulteriori sacrifici per la moneta unica e che non ci si può ritrovare nelle stesse condizioni in cui si è trovato il governo greco nel luglio del 2015. Penso che, da questo punto di vista – ne abbiamo discusso anche nell’ambito del meeting che si è tenuto a Roma, e che in precedenza si era tenuto a Madrid e a Copenaghen – cada costruita la possibilità che si possa realmente dire di no alle politiche di austerità, si possa dire di No al ricatto del debito. Mi sarei augurata una convergenza di tutte le posizioni che criticano da sinistra questa Europa, ma credo che sia importante essere in piazza, in entrambe le manifestazioni, e mi auguro che siano manifestazioni non solo militanti ma anche in grado di parlare fuori dai circuiti militanti più ristretti.


 

Anche perché lla frattura che c’è all’interno di questa Unione Europea – testimoniata, per esepio, dall’uscita di ieri di Dijsselbloem sui paesi del sud Europa che spenderebbero i soldi in donne e alcool… La frattura è profonda.

La frattura è profondissima. Io credo che il ministro olandese abbia concentrato in una sola frase un mix di sessismo e disprezzo per i popoli dell’Europa del sud. D’altro canto, sappiamo benissimo che le politiche di austerità hanno funzionato come volano di gerarchizzazione, aumentando il divario tra nord Europa e sud Europa; la costruzione dell’Unione Europea in realtà è stata funzionale alla riproduzione e all’implementazione della trazione tedesca. Da questo punto di vista, io credo che occorra ribaltare drasticamente l’impianto dei Trattati. Devo dire che le risoluzioni che sono approvate nel Parlamento europeo vanno nella direzione opposta, cioè vanno nella direzione di rendere, ad esempio, il fiscal compact da trattato intergovernativo a trattato comunitario, quindi vanno nella direzione esattamente opposta…


 

A rafforzare ulteriormente…

Così come va a rafforzare, sempre nella direzione opposta, quello che sarà con ogni probabilità il documento politico finale dal Consiglio che si terrà a Roma; ovvero andrà a sancire l’idea di un’”Europa a due velocità”, con livelli diversi di cooperazione. Credo che il governo italiano abbia delle responsabilità enormi in questo. Perché, ad esempio, su tutto il nodo dell’immigrazione il governo italiano – in particolare Gentiloni e Minniti – con l’accordo tra Unione europea e Libia va a duplicare il meccanismo dell’accordo tra Unione europea e Turchia; ovvero quello della esternalizzazione delle frontiere e della condanna a chi attraverso la Libia per arrivare in Europa a rimanere imprigionato in situazioni che sono fuori da qualsiasi garanzia di diritto internazionale e qualsiasi garanzia insieme di diritti umani. Io in questi anni ho girato molti Cara – i centri per richiedenti asilo – e devo dire che sistematicamente ho ascoltato il racconto di donne che hanno subito stupri e torture all’altezza della Libia. L’Italia e l’Europa continuano in questa direzione io penso sia un fatto gravissimo, che ci parla anche del fatto che l’Unione Europea – oltre ad essere fondata sul neoliberismo – è ormai molto lontana da quell’Europa dei diritti umani che spesso vediamo rappresentata nei discorsi ufficiali; così come credo che la retorica dell’”Unione europea che ha garantito 60 anni di pace” – quando dalla Siria all’Ucraina a quello che provochiamo costantemente nel Mediterraneo, il caos che abbiamo provocato in Libia ecc, – di tutto si può parlare fuorché di pace.


 

D’accordissimo. E d’altra parte, se il principio è che i problemi che rimangono al di fuori dei miei confini non sono problemi da trattare, come appunto stiamo facendo rispetto ai migranti con la Libia, è chiaro che il problema è profondo. Grazie Eleonora per essere stata con voi.

Grazie a voi e mi auguro di vedervi in piazza il 25.

Ci vediamo sabato, sicuramente. Grazie, una buona giornata.


 


 

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