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Solidarietà agli antifascisti romani

Ieri mattina all'alba (giovedì 30, ndr), la Polizia di Stato ha notificato a 13 attivisti dei movimenti romani altrettanti provvedimenti con misure restrittive della libertà personale. Si tratta di 9 obblighi di firma e 4 arresti domiciliari per fatti risalenti al corteo CasaPound Not Welcome , del 21 maggio dello scorso anno. Quel giorno ci fu a Roma una grossa mobilitazione antifascista, proprio contro l'annunciato raduno nazionale dell'organizzazione Casapound, pericolosa formazione nostrana legata ai gruppi neofascisti e neonazisti di tutta europa. Quello dei “ricostituiti partiti fascisti” sotto altre spoglie, è un aspetto di estrema attualità, che purtroppo colpevolmente la politica e le istituzioni, derubricano spesso a “nota di colore”. E' un fenomeno europeo in crescita, anche elettoralmente, e si articola in almeno due aspetti: il tentativo di egemonia culturale, attraverso parole d'ordine che promuovono in particolare l'odio e la discriminazione razziale e l'antisemitismo, e l'organizzazione territoriale di “squadre” per il compimento di aggressioni fisiche contro migranti e militanti di sinistra e sindacali. Infatti i giorni che hanno preceduto il raduno neofascista di Roma, sono stati funestati dall'aggressione organizzata ad opera di una squadraccia di dieci picchiatori, contro un membro della CGIL e ad altre due persone, colpevoli di essere “antifascisti”. Il primo fatto dunque è che per noi non si può strumentalmente derubricare alla categoria degli “opposti estremismi”, quello che è e sarà purtroppo uno scontro sempre più duro, in Europa e in Italia, tra chi vuole imporre l'ideologia e la pratica fascista, riducendo gli spazi di democrazia per tutti, e chi vi si oppone. La Costituzione del nostro paese parla chiaro: la ricostituzione di partiti fascisti non è consentita, e dunque le organizzazioni politiche dai nomi più vari, che promuovono di fatto programmi basati sull'istigazione all'odio razziale ad esempio, dovrebbero essere considerate illegali e per questo disciolte. Il fascismo, e l'abberrazione dell'odio razziale, non possono essere ascritte alla “libertà di opinione”, che proprio per l'importanza che riveste nel rappresentare il paradigma democratico, va nobilitata e non banalizzata aprendola a tutti i mali. E' per questo motivo innanzitutto che stiamo dalla parte di chi, con grande sforzo di questi tempi, sfida luoghi comuni, disinteresse e menzogne e si mobilita contro il fascismo, invece che incoraggiarlo. Ed è il caso dei militanti dei movimenti romani, attivi nelle scuole e nei quartieri, colpiti da questi provvedimenti. Vi è poi la questione di legittimità dei provvedimenti stessi: che senso ha, se non quello punitivo non dichiarato, ad un anno di distanza dai fatti contestati, costringere 9 persone all'obbligo di firma e altre 4 agli arresti domiciliari? Il sospetto, molto concreto, è che in presenza di prove dubbie e lacunose, si sia voluto, un anno dopo, anticipare la pena senza processo. I fatti stessi, cioè la cacciata di un furgone che stava transitando vicino al luogo della partenza del corteo con a bordo 4 esponenti neonazisti tedeschi, molto noti ai servizi segreti e alla polizia del loro paese, non risulterebbero così gravi da giustificare provvedimenti di limitazione della libertà personale. La cosa grave invece è che sempre più spesso, si utilizzano misure “preventive” come “punizione”, sostanzialmente trasformando il diritto a strumento di polizia.
Per tutte queste ragioni riteniamo importante dare solidarietà agli attivisti colpiti da questi provvedimenti ingiustificati, e contribuire a tenere aperto un dibattito che dovrebbe riguardare tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e lo stato di diritto, così pesantemente violentati in questo periodo storico.
 
Erasmo Palazzotto – Gruppo parlamentare Sinistra Italiana
Claudio Riccio – Segreteria Nazionale Sinistra Italiana
Luca Casarini – Direzione Nazionale Sinistra Italiana

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