Le straordinarie giornate di lotta che si stanno susseguendo da giovedì 6 dicembre nella nostra città, dove il movimento per il diritto all’abitare con centinaia di nuclei familiari e migliaia di persone hanno occupato otto stabili a Roma (e ancora resistono), crediamo esprimano un livello politico e pratico del conflitto che va oltre la sola emergenza abitativa. Infatti, l’affermazione del diritto ad avere una casa si sta coniugando con il diritto alla riappropriazione complessiva che questo movimento ha sintetizzato attraverso il tema “riprendiamoci la città” che campeggia su ogni occupazione.
L’area metropolitana di Roma, che per decenni ha visto – e continua a vedere – l’azione devastante degli speculatori e dei palazzinari, è sempre più messa a disposizione del profitto delle multinazionali e dei poteri politici, economici e finanziari che piegano ai propri interessi i tempi, gli spazi e i diritti delle persone che ci vivono.
Nelle metropoli, il conflitto capitale-lavoro si struttura nella contraddizione con l’ambiente, con la democrazia, con le questioni di genere, con l’immigrazione, con la mortalità sul lavoro, mettendo in chiara evidenza la crisi di sistema. Le metropoli diventano così soltanto merce, magazzino di forza lavoro, luoghi di precarietà sociale, componente strategica della mondializzazione del capitale grazie anche ad un potere politico che ha governato e assecondato a livello nazionale e locale tali processi, comprese le amministrazioni di centro-sinistra.
Chi ha pensato negli anni passati di poter controllare questi processi, cercando di coniugarli alla sostenibilità sociale si è soltanto illuso candidandosi al fallimento; chi, quindi, crede adesso di poterlo fare in un’ottica di sostanziale compatibilità aspira a una perseveranza diabolica.
E’ qui che invece va praticata la lotta di classe, perché è qui che si manifestano le contraddizioni e si giocano gli interessi tra le classi.
Su questo è possibile costruire una battaglia ampia, nelle sue diverse espressioni, diretta e finalizzata alla trasformazione ma indipendente dai partiti istituzionali e istituzionalizzati, dai sindacati complici e concertativi, in grado di creare una soggettività politica propria e fuori da ogni subalternità al modello di sviluppo capitalista, riattualizzando nella pratica del conflitto la concretezza dell’autonomia di classe.
Bisogna iniziare nuovamente a spostare i rapporti di forza partendo anche da pratiche di conflitto e di riappropriazione che vanno esattamente a colpire gli interessi delle multinazionali, dei poteri finanziari e delle banche come quella che sta attuando il movimento per il diritto all’abitare in questi giorni a Roma.
Per questo la Rete dei Comunisti ha già espresso piena e concreta solidarietà e sostegno agli occupanti e invita alla massima mobilitazione per la giornata di lotta nella città e per l’Assemblea in Campidoglio indetta dai Movimenti per il Diritto all’Abitare di lunedì 10 dicembre 2012 alle ore 17,00.
Rete dei Comunisti – Roma
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