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Roma. Esternalizzare i servizi aumenta le disuguaglianze. Il 6 maggio corteo in Campidoglio

Giovedi pomeriggio si è tenuta al cinema Palazzo la terza delle assemblee preparatorie per il corteo del 6 maggio "Roma non si vende".

L’introduzione all’assemblea ha ricostruito il percorso che porterà alla manifestazione metropolitana che partirà da piazza Vittorio e arriverà fino al Campidoglio. I due incontri precedenti sono stati dedicati uno alla questione povertà-disoccupazione, l’altro  alla speculazione urbanistica e l’emergenza abitativa.

L’assemblea di  ieri è stata invece un vero e proprio focus sullo stato dei servizi pubblici esternalizzati e delle conseguenze della tagliola debito/vincoli di bilancio. Alberto di Decide Roma dichiara senza mezzi termini che con la nuova giunta anche su questo non c’è stata discontinuità con quelle precedenti e muove una durissima critica alla logica delle esternalizzazioni.

A confermare la chiave di lettura dell’introduzione saranno gli interventi che seguono, a cominciare da Francesco che sottolinea come nelle spese correnti del Comune il costo del personale sia diminuito dal 35% del 2005 al 19% del 2015, in compenso le spese per i servizi sono aumentate dal 40% del 1998 al 69% del 2015. Una contraddizione solo apparente. Infatti l’esternalizzazione ha di fatto privatizzato i servizi prima erogati direttamente dal Comune e li ha affidati ai privati (aziende o cooperative). Sulla carta vorrebbe esserci un miglioramento, nella realtà c’è stato il peggioramento della qualità dei servizi e delle condizioni dei lavoratori e lavoratrici che vi operano. A testimoniare questo disastro sono gli interventi degli operatori delle cooperative sociali che gestiscono ormai  i servizi esternalizzati (Elisa, Simone dei canili,  Gianmaria). E' Luca a sottolineare come si sia è creato così un verminaio dentro cui hanno prosperato reti di interessi come quella di Mafia Capitale.

 La rappresentante della rete “Geronima”, che si occupa dei servizi all’infanzia, spiega come la privatizzazione degli asili nido (in convenzione o in concessione) ha visto dimezzare il costo per bambino per il bilancio comunale. Se nel caso degli asili comunali la retta mensile che pagano le famiglie copre un terzo del costo, nel caso degli asili in concessione ne copre quasi l’82%. Ma è l’intero sistema dei servizi che in questo modo viene fatto saltare sia come distribuzione sul territorio e basato sulle esigenze della gente, sia come coordinamento dei programmi educativi.

 Un altro operatore sociale denuncia come il sistema dei bandi stia praticamente facendo scomparire il servizio pubblico. Vittorio indica i processi che stanno portando alla privatizzazione non solo del trasporto pubblico ma dell’intero sistema di mobilità nell’area metropolitana, mentre Simona per cercare di capire la filosofia della nuova giunta comunale sulle aziende partecipate, in assenza di documenti ufficiali, invita ad andare a leggersi la pagina facebook dell’assessore Colomban, dove è possibile trovare concetti come “gestire Roma come una impresa”, “i servizi devono andare solo a chi produce”. Insomma una filosofia dominante che ha totalmente rimosso la responsabilità del soggetto pubblico – in questo caso il Comune  – nella sua funzione distributrice delle risorse disponibili. Una filosofia che ha reso Roma la metropoli con le maggiori disuguaglianze sociali del centro-nord.  Ed è proprio sullo schema deresponsabilizzazione/deregolamentazione/privatizzazione che si sofferma l’intervento di Sergio della Carovana delle Periferie: “E’ sul welfare che si gioca la guerra contro i poveri e la guerra tra i poveri”, serve dunque mettere in campo non solo vertenze ma una diversa e alternativa filosofia, una visione della città pubblica e solidale che dia priorità alle esigenze popolari e non agli interessi privati, anche e soprattutto nella gestione dei servizi.

Cinema Palazzo assembleaL’assemblea si è conclusa rilanciando l’appuntamento per il corteo di sabato 6 maggio, una manifestazione che il cartello promotore – Carovana delle Periferie, Decide Roma, Forum Salviamo il Paesaggio, Unione Sindacale di Base – è consapevole che interviene dentro il “vuoto penumatico” che la giunta Raggi ha diffuso intorno alla sua azione/inazione. Una volta sdoganata la cementificazione a Tor di Valle con il pretesto dello Stadio per la Roma (sul quale il governo ha fatto un provvedimento ad hoc, ndr), il tartassamento della Raggi sembra aver perso di intensità. Ma è proprio contro la deresponsabilizzazione del Comune sulle emergenze sociali cittadine che la manifestazione del 6 maggio intende inchiodare tutti, a cominciare dalla rimessa in discussione del debito comunale diventato il paravento dietro cui si consuma il massacro dei servizi sociali, dei diritti dei lavoratori e il degrado di Roma.

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