Nell’immaginario collettivo, a Taormina, la “zona rossa”, in occasione del G7, è una zona “naturale”, dettata dalla posizione della stessa città, che si trova su una montuosa rocca, posizione che ha reso da sempre Taormina una città-fortezza. Nella realtà, invece, la “zona rossa”, dal 20 al 30 maggio, non è dettata dai confini naturali della “fortezza”. C’è, infatti, a Taormina, anche una “zona rossa” interna invisibile: ospedale interdetto ai ricoveri, cimitero interdetto alla sepolture, scuole chiuse, divieto per i residenti di deporre i sacchetti con la raccolta della spazzatura, mentre i ristoratori utilizzeranno speciali sacchetti trasparenti, blocco di una linea dei bus navetta, uno dei posteggi occupato dagli automezzi di carabinieri, esercito, guardia di finanza, badge d’ingresso per i residenti e i dipendenti degli esercizi commerciali…
Ma, non finisce qui, la “zona rossa”, perchè, quella visibile, si estende anche nel territorio del comune di Giardini, dove, addirittura, con la costa militarizzata, è consentito poter fare il bagno solo a 50 metri dalla battiggia. Ma, in realtà, le coste dell’arcipelago Sicilia saranno off-limits per qualsiasi imbarcazione. Il provvedimento, parte della direttiva sulle misure di sicurezza inviata a tutte le prefetture della Regione dal Ministero dell’Interno, provvedimento, che, di conseguenza, impedirà l’eventuale sbarco delle sorelle e dei fratelli migranti, che avranno il solo il sostegno delle tanto criminalizzate navi umanitarie delle ONG.
Ma, la crescente militarizzazione del territorio – con l’ impiego anche dei Vigili del fuoco, che non fanno parte di un corpo militare – non ha impedito la nascita e il diffondersi nell’Isola e oltre lo Stretto della volontà di opporsi al vertice degli assassini, volontà che, il 27 pomeriggio, a Giardini manifesterà con un corteo meticcio: ” Questo corteo – dice Luigi Storniolo, del Coordinamento No G7 – sarà meticcio, meticcio nella sua composizione estetica e per il mescolamento di culture politiche. Sarà dalla parte dei migranti che percorrono itinerari di libertà e di vita; agiterà un’altra agenda globale che riconosca reddito, casa, mobilità come diritti fondamentali e non come sottoprodotto delle politiche economiche; sarà democratico perché riconosce la crisi della rappresentanza politica e ne pensa un superamento; sarà curioso, perché solo così è pensabile un mondo libero dai sistemi di controllo. Sarà, soprattutto, imprevedibile e creativo perché lontano dagli equilibri politici e di potere, imprevedibile e creativo come solo ciò che viene sa essere”.
Intanto, a Catania, si è tenuto un presidio antifascista davanti alla prefettura , organizzato dalla RETE CATANESE ANTIRAZZISTA e dalla RETE CATANESE CONTRO IL G7 , per esprimere solidarietà alle ONG delle navi umanitarie, che hanno salvato migliaia di vite umane, per contrastare la campagna di criminalizzazione nei loro confronti e per condannare la vile provocazione fascista , all’interno del porto di Catania, ai danni di una nave di SOS Mediterranèe. Una delegazione dei manifestanti, costituita dai rappresentanti della Rete Antirazzista, di Catania Bene Comune e dell’USB, è stata ricevuta in prefettura. La delegazione ha denunciato la deriva razzista in corso nella provincia di Catania: dall’assalto fascista con un grosso gommone contro la nave umanitaria alle intimidazioni dei fascisti contro i migranti, dalla presenza provocatoria di Matteo Salvini al CARA di Mineo alle istigazioni razziste del sindaco leghista di Acicastello.
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