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Due italiani fermati ad Amburgo. “Abbiamo dovuto allertare noi il consolato”

Il G20 di Amburgo è stato precedeuto, accompagnato e seguito da scontri durissimi; di massa, ossia niente affatto limitati alle poche decine di cosiddetti black bloc, sempre evocati come una benedizione da chi ritiene che malessere e conflitto sociale vadano semplicemente repressi e silenziati. Operazioni preventive di polizia nei campeggi Antikap, figuracce degli sbirri nel corso delle “battaglie”, vendetta postuma su singoli presi a caso e piccoli gruppi di manifestanti che se ne adavano a casa. Tra questi anche alcuni compagni italiani, ancora trattenuti dalla polizia tedesca. Radio Città Aperta ha sentito chi era con loro e sta seguendo l’evoluzione della vicenda.

Ciao Ludovica, buongiorno.

Ciao a tutti…

Dicevamo… Orazio e Alessandro sono stati fermati ad Amburgo, uno nella notte tra il 6 e il 7 luglio, l’altro nel pomeriggio del 7. Inizialmente si trattava di un fermo e adesso il fermo sarebbe stato, a quanto pare, tramutato in arresto. Ci puoi un po’ raccontare, prima di tutto, come era la situazione, come sono state le giornate che hai vissuto ad Amburgo?

Certo… Partirei dal primo giorno. Sono state tre le giornate di lotta che hanno attraversato le strade di Amburgo. La prima, quella che è stata la manifestazione “Welcome to hell”, a seguito della quale uno dei due compagni catanesi è stato fermato è stata appunto la prima delle tre manifestazioni, molto molto molto partecipata. Io credo che quella manifestazione abbia dato il via realmente ai tre giorni di Amburgo, nel senso che da subito le forze dell’ordine hanno provato a spezzare, isolare, varie parti del corteo. Immediatamente si è vista l’intenzione di alzare il livello della tensione da parte delle forze dell’ordine. Nonostante questo – e credo che questo sia riassuntivo di queste giornate – è fondamentale dire una cosa. Che realmente le mobilitazioni di Amburgo hanno inceppato il meccanismo della sicurezza pubblica, il meccanismo dei vertici internazionali. Tantissime delle potenze presenti, con i vari portaborse, mogli, mariti e tutto, non sono state in grado di uscire dai loro alberghi; le forze dell’ordine sono state obbligate a mettere in campo le squadre speciali con i mitra per riuscire a sedare quelle che erano definite delle “rivolte”. In realtà quello che è successo è stato un barricamento vero e proprio, durante tutti e tre i giorni nella città di Amburgo che si è opposta, giustamente, alla presenza di queste 20 potenti dimostrando che è ancora possibile inceppare i meccanismi di un vertice internazionale. Purtroppo per noi la nota negativa sono questi due arresti, che ci hanno colpito, come dicevi; uno tra il 6 e il 7 luglio, uno il 7 all’ora di pranzo o primo pomeriggio, che sono stati, inizialmente, dei normali fermi per identificazione. Il primo è stato fermato in una zona molto tranquilla a margine di una manifestazione, ma non in situazione di riot; non stava accadendo nulla, era semplicemente per strada. Mentre l’altro è stato identificato dopo un corteo totalmente pacifico, durante i primi rastrellamenti verso gli stranieri e semplicemente portato in carcere. Superate le 48 ore, che è il tempo massimo per cui si può essere reclusi senza nessuna indagine in corso, per entrambi è stata confermata fondamentalmente la custodia cautelare in attesa di processo.

Un processo che, da quello che leggo, potrebbe svolgersi teoricamente già a breve perché è in campo l’ipotesi della direttissima. Non so se tu hai più informazioni riguardo alle ultimissime novità…

Sì, assolutamente. Praticamente funziona così. Entro 14 giorni loro sono obbligati a fare la cosiddetta “udienza di riesame”, che è fondamentalmente l’udienza che decide se tu devi aspettare il vero e proprio processo in carcere o in libertà; quindi ti dovrebbe togliere o mettere la custodia cautelare. E poi sì, il processo si terrà in tempi più brevi rispetto alla normale prassi. Tra domani e lunedì aspettiamo questi processi per direttissima e da questi dipendono appunto la libertà o la reclusione dei nostri compagni.

Sono state formalizzate delle accuse? Perché almeno qui, fino ad un minuto fa, era impossibile trovare siti che riportassero per quali ragioni queste persone sono attualmente fermate lì…

Sì. Noi siamo in contatto con il legal team tedesco, quindi chiaramente conosciamo le accuse. Non si sanno precisamente i capi di imputazione per ognuno, però tutti diciamo gli internazionali ancora presenti nelle carceri di Amburgo sono stati accusati di tentate lesioni, concorso in atti teppistici o una roba del genere, e tentativo di sovvertire l’ordine dello stato.

Una generalizzazione nei confronti di tutti i manifestanti fermati… Un’ultima cosa che ti volevo chiedere: quale ti sembra sia stata la collaborazione da parte delle istituzioni italiane in questa vicenda? Sappiamo che in altri casi di italiani rimasti bloccati all’estero si sono molto spesi… Volevo sapere se in questo caso c’è appoggio da parte, non so, del consolato, oppure se invece tutto tace…

Mah, la successione dei fatti è stata abbastanza ridicola, nel senso che è stata addirittura la famiglia di uno dei due arrestati a dover contattare il Consolato e dire: “guardate che avete degli italiani in carcere in Germania. Vi volevamo dire che magari dovreste calcolarli un attimo…”

Ci si poteva aspettare una partecipazione più convinta, magari... Ti ringrazio intanto per il tuo contributo e poi, magari, se ci saranno novità, ci risentiamo nei prossimi giorni, se vuoi.

Assolutamente. Grazie a voi.

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