Tra i tanti piccoli orrori compiuti dalla polizia minnitiana a Piazza Indipendenza, durante e dopo lo sgombero dei rifugiati dal palazzo di via Curtatone, c’è anche la dimostrazione di quanto l’informazione sia temuta e evitata da parte del potere attuale.
Mentre nugoli di agenti continuavano ad inseguire “i negri” per “farli sparire”, anche a costo di “spezzargli le braccia”, altre ssquadre di agenti – in borghese e non – venivano incaricati di tenere a distanza fotografi, cineoperatori, giornalisti.
L’audio e le facce, in questo caso, dicono tutto. Altro che “un momento di confusione”, qui si vede dal vivo l’attivazione di un piano preparato a tavolino, con tanto di divisione dei compiti tra “picchiatori di prima fascia” e “ripulitori” della scena del crimine…
Come sempre, poi, ci sono i giornalisti complici e servi, e quelli che continuano a fare seriamente il proprio mestiere…
E’ importante – sempre – saper distinguere.
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