Sabato 23 settembre a Catania è accaduto un fatto politico nuovo e significativo. Un fatto che si inquadra nell’attuale fase securitaria del ministro Minniti e del governo PD. Per la prima volta a Catania è stato permesso di sfilare tranquillamente a un corteo di fascisti di Forza Nuova, anche in presenza di un presidio antifascista. Un tempo la presenza di un presidio antifascista avrebbe spinto le forze dell’ordine a fare deviare il corteo fascista, per evitare scontri di piazza.
Ieri, invece, il presidio antifascista è stato duramente caricato e manganellato. E tutto questo per garantire il “diritto democratico di manifestare” a chi, per Costituzione, non potrebbe nemmeno esistere.
L’ordine pubblico italiano oggi concede ai fascisti l’agibilità politica e nega agli antifascisti il diritto a manifestare. Il messaggio è chiaro. Pur davanti ai saluti romani e all’apologia del fascismo, la preoccupazione principale della polizia, della DIGOS e della Guardia di Finanza in assetto antisommossa è stato bloccare dei manifestanti che semplicemente incarnavano e sostanziavano quell’antifascismo cui pure la Costituzione della Repubblica italiana dovrebbe ispirarsi.
Ovviamente non ci meravigliamo della distanza sempre più divaricante tra ordine giuridico formale e sostanziale, così come non ci stupisce la lontananza siderale tra principio di legalità e principio di giustizia.
Registriamo e denunciamo tuttavia il cambio di passo. I fascisti da più parti, in Italia e in Europa, acquistano spazi e agibilità politica tutelata e garantita da governi di “sinistra” (e, sia detto di passata, eredi di due partiti antifascisti…). Il cambio di passo è evidente così come lo è la motivazione. Oggi come ieri occorre bloccare sul nascere ogni forma di contestazione dell’ordine capitalistico, soprattutto se in crisi, e usare ogni mezzo per soffocare ogni possibile mobilitazione sociale e che rimetta al centro il conflitto di classe.
Oggi come ieri, regalare spazi ai fascisti significa preparare un futuro strumento di repressione informale. Da una parte, infatti, devia la rabbia popolare e sociale su un terreno securitario e, dall’altra, attraverso questo canale legittima politiche antisociali e una gestione militare della crisi.
Se è vero che, oggi come ieri, i fascisti sono i cani da guardia del capitalismo, occorre fare propria la vena più radicale di quella Resistenza che voleva sbarazzarsi del cane da guardia, prima, e del suo padrone, poi.
Nessuno spazio mai ai fascisti! Ora e sempre resistenza!
* Il CSP è composto da Rete dei Comunisti, Collettivo Experia, Collettivo di Teatro dell’Oppresso Punteruolo
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