I Giuristi Democratici ritengono che la carcerazione preventiva di Fabio Vettorel, giovanissimo manifestante italiano in attesa di giudizio per fatti contestati nel corso della dimostrazione di dissenso del 7 luglio 2017 a Rondenbarg, Amburgo, contro il vertice dei G20, sia ingiustificata.
La partecipazione alle udienze del 14 e 15 novembre scorsi dell’Avv. Margherita D’Andrea, in qualità di osservatrice internazionale (con anche l’associazione europea ELDH), consente di assumere con cognizione una posizione netta in ordine alla insussistenza di qualsivoglia indizio di colpevolezza a carico dell’imputato ed in ordine alla sproporzione della misura detentiva, anche alla luce dell’assenza del pericolo di fuga.
Tale ultima contestazione dall’accusa non è plausibile. Infatti, tutti i poliziotti condotti come testimoni hanno dichiarato di non aver visto Fabio Vettorel compiere atti violenti nel corso della manifestazione di Rondenbarg. Né i numerosi video girati e portati dall’accusa in giudizio indicano il contrario. Pertanto, Fabio ha tutto l’interesse a che i fatti siano chiariti nella loro interezza, al fine di dimostrare ciò che ha sostenuto e continua a ribadire al prezzo del rischio per la propria libertà personale, ovvero la più completa estraneità a quanto contestato.
La detenzione preventiva, inoltre, dovrebbe porsi sempre quale extrema ratio nell’ambito di uno stato di diritto che abbia tra i principi cardine la presunzione di innocenza. Nel caso Vettorel, invece, la volontà di tutelare l’operato delle forze dell’ordine sembra adombrare i diritti dell’imputato, con il rischio concreto di una violazione degli stessi, di gravissima portata.
Infine, ritengono vada fortemente stigmatizzata, dal punto di vista giuridico, la modifica ai paragrafi 113 e 114 del codice penale tedesco, operata a ridosso del vertice del luglio scorso. Tali disposizioni, infatti, consentono di incriminare non già coloro che abbiano comunque avuto una condotta violenta nei confronti di un pubblico ufficiale (reati di presunto attacco ad agenti di Polizia in situazione di particolare gravità e disturbo della quiete pubblica), ma anche coloro che abbiano solo partecipato a una manifestazione sfociata in scontri, come forma di “complicità” e indipendentemente dal fatto di aver recato una qualche offesa.
Come giuriste e giuristi ci auspichiamo un pronto intervento della Corte Costituzionale, in modo che tali norme non possano rischiare di violare il diritto fondamentale alla libera manifestazione del dissenso e lo stesso principio di legalità, in ragione dell’eccessiva vaghezza e indeterminatezza, che le rende idonee a colpire in modo arbitrario tipologie di comportamenti del tutto leciti.
Chiedono quindi l’immediata scarcerazione di Fabio Vettorel e lo svolgimento del giudizio nel più breve tempo possibile, affinché siano accertati definitivamente i fatti e rispettato lo stato di diritto.
17 novembre 2017
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