Eccoci, siamo pronti per presentare i nostri candidati alla città di Napoli. L’appello lanciato il 14 Novembre, proprio da questa città, è stato accolto con entusiasmo e partecipazione da tutti, comitati, collettivi, sindacati, centri sociali…in tanti si sono mobilitati per mettere su assemblee nel nostro territorio, a volte anche dal nulla, per impegnarsi nella creazione di un progetto politico nato dal basso, che di certo non si fermerà il 4 Marzo. Siamo quelli con la “capa tosta”, che non si arrendono e che sono convinti di poter far nascere qualcosa di realmente diverso nel nostro paese, di riportare dinuovo al centro del dibattito politico temi come la democrazia partecipativa, la redistribuzione della ricchezza, la solidarietà, l’antirazzismo e l’antisessismo. Seguiteci, commentate e soprattutto fate girare perchè abbiamo bisogno del supporto di tutti per continuare a farci conoscere e a rompere il muro mediatico!
Potere al Popolo Potere al Popolo – Napoli
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Rocco ROBERTO
Finalmente donne e giovani …Sarà una sinistra radicale lontana dai comitati d`affari e vicina agli ultimi; lontana dai salotti e attiva nei territori a contatto con la base ; lontana dalle poltrone e vicina ai sommersi; lontana dai palazzi e vicina ai giovani senza un futuro dignitoso,…tutte queste distanze perché una sinistra equidistante tra sfruttatori e sfruttati non è una sinistra degna di questo nome in quanto non creerà ricchezza materiale e spirituale ma sempre piu` ricchi e sempre piu` poveri. La libetà, la democrazia e la politica sono lame affilatissime in mano ai malviventi fanno danni in mano ai chirurghi …miracoli
mario
Mi sembra un po’ datato. Amarcord Servire il Popolo,questo era l’originale ed altro spessore Cominista.
Linda Lanzillotta fu espulsa perché s’ era messa con un uomo sposato. Antonio Polito perché frequentava il circolo del tennis di Castellamare di Stabia. Nicola Latorre, oggi capofila dei dalemiani, nella sua Fasano diffondeva 90 copie di Servire il popolo, quante ne vendeva l’ Unità, ragion per cui Alfredo Reichlin lo convinse a passare nel Pci. Renato Mannheimer, militante a Milano, si offrì di smerciare i libri che i compagni ricchi avevano sottratto alle biblioteche paterne per l’ autofinanziamento: in parte li comprò lui stesso e s’ edificò così la libreria.Era un vero Movimento e ben piu’ solido: