La straordinaria riuscita dell’assemblea di Potere al Popolo in uno stracolmo cinema Modernissimo va ben oltre il dato, importante, dell’avvio e della presentazione della campagna elettorale della Lista.
Chi era presente e quanti hanno seguito le dirette web hanno avuto modo di cogliere alcuni aspetti positivi che, a mio avviso, travalicano il pur significativo passaggio elettorale che ci apprestiamo a compiere collettivamente.
Già dalla composizione della platea si è potuto riscontrare una presenza veramente composita e trasversale: non solo gli attivisti di sempre del conflitto metropolitano partenopeo ma tantissimi volti di compagne e compagni ritornati ad “affacciarsi” ad un evento politico dopo la lunga fase delle delusioni, delle frantumazioni e delle sconfitte male metabolizzate.
Inoltre erano presenti esperienze di impegno civile, associativo e di base che – finalmente – iniziano a porsi il tema della “politica”, del “progetto collettivo” e, quindi, dell’alternativa possibile dopo il lungo inalveamento nelle piccole “nicchie di resistenza” dignitose ma, nel lungo periodo, inefficaci.
Una assemblea, insomma, che per qualità e quantità ha rappresentato uno spaccato culturale, sociale e politico che nell’area napoletana, nei mesi e negli anni recenti, ha alimentato quel conflitto diffuso ed articolato che non si è arreso alle politiche di massacro sociale, alla normalizzazione autoritaria della società e che, seppur in maniera parziale e spesso spuria, ha espresso anche elementi di programma e di linea di condotta alternativi alla filosofia dell’austerity ed al complesso delle misure antisociali perpetrate dai governi nazionali e dall’Unione Europea.
Poi c’è – come è utile che sia in questo tornante della vicenda politica italiana – il tema elettorale e la scommessa di Potere al Popolo.
Da questo punto di vista l’assemblea di domenica 14/1 al Modernissimo di Napoli, coordinata da una bravissima Francesca Fornario, ha efficacemente squadernato elementi programmatici ed analitici della realtà, testimonianze di lotta e di resistenze unitamente alle biografie personali dei vari candidati che costituiscono il “gruppo di mischia” (pardon: la lista!) che Potere al Popolo ha costruito unitariamente a Napoli e che, da subito, condurrà la campagna elettorale che si sta aprendo.
Questa intrapresa – la nostra intrapresa -non sarà una passeggiata e non troveranno red carpet i candidati e gli attivisti di Potere al Popolo chi si approssimano a tale campagna elettorale.
A Napoli come altrove lo scontro sarà durissimo. Al di là della abituale censura mediatica e delle vigenti restrizioni antidemocratiche che caratterizzano i copioni delle campagne elettorali – come Potere al Popolo – ci scontreremo con autentiche macchine da guerra, con scienziati del consenso elettorale e con apparati affaristici e speculativi che non lesineranno ad utilizzare l’intero armamentario di cui dispongono.
Fiumi di soldi, promesse fantasiose ma ancora “realistiche” agli occhi di ampi settori della società ed uso privatistico di strutture, beni e servizi pubblici saranno le leve materiali con le quali incideranno per costruire il consenso elettorale alle politiche di restaurazione e di consolidamento del loro potere.
Da parte nostra – pur confidando sulle nostre sacrosanti ragioni – abbiamo una montagna da scalare ed un percorso controcorrente da compiere: i nostri voti, il consenso e, preferibilmente, il protagonismo attivo attorno ai nostri contenuti programmatici dovranno essere conquistati ad uno ad uno contrastando e contendendo l’egemonia a fascisti, razzisti ed all’intera gamma di liberisti più o meno camuffati che affollano il parterre elettorale.
I nostri, la nostra gente, i settori sociali con cui vogliamo dialogare – il blocco sociale di riferimento per una opzione anticapitalista – insomma quelli che potrebbero votarci e che sarebbe bene provare ad organizzare o non votano o, almeno le ultime volte, hanno votato per il “meno peggio”.
E’ a questi soggetti – a chi vive l’intera gamma delle forme con cui oggi si configura il moderno sfruttamento capitalista – che dobbiamo rivolgerci. Soggetti e figure sociali, spesso invisibili, che popolano le periferie napoletane, la sua sgangherata area metropolitana e che sono cancellati, di fatto, da ogni forma di cittadinanza attiva.
Più volte si è ricordato che proprio a Napoli (anche alle ultime elezioni comunali) si sono registrati i più alti picchi di astensionismo anche se, come è accaduto con la partecipazione al voto del Referendum del 4 dicembre 2016, questa fenomenologia si affloscia se incontra una domanda politica ed una sollecitazione vera e chiara per chi deve esprimersi.
Gli interventi all’assemblea del Modernissimo hanno parlato di tale materia sociale, i volti, i corpi e le biografie di chi ha “messo la faccia” nelle liste, i compagni che hanno portato il loro saluto ed il proprio contributo analitico e di vicinanza si sono cimentati con questa discussione e con i compiti politici e pratici che né derivano fin da ora.
E’ partita la raccolta delle firme necessarie alla presentazione di Potere al Popolo, è iniziata la campagna elettorale che – come è noto – non è cosa diversa o separata dal quotidiano attivismo che contraddistingue tutti i soggetti collettivi ed individuali che animano questa Lista.
Su questo terreno misureremo il nostro impegno, l’entusiasmo che stiamo suscitando ed accumulando ma – ed è bene dirlo subito – anche la nostra profonda alterità ad ogni suggestione trasformista, ad ogni politicismo assurdo e miserevole e ad ogni tentativo, più o meno camuffato, di sussumere e cancellare la radicale voglia e richiesta di rottura politica e di trasformazione sociale che sta montando.
Lo faremo in queste settimane ma – ed è questo il nostro viatico – anche dal 5 marzo in poi!
Al lavoro ed alla lotta!
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
mara Lega
sono contenta del lavoro che state producendo per rinnovare la classe politica.Bene,mi piace il contenuto pacato della discussione al modernissimo e allora voglio cominciare a credervi.