Le compagne e i compagni di Eurostop non saranno in piazza a Roma sabato 24 febbraio nella manifestazione antifascista convocata da Anpi, Arci, Cgil e altre venti associazioni e partiti.
La manifestazione di sabato riprende l’appello “Mai più fascismi” presentato il 1 febbraio, ma soprattutto nasce come iniziativa “riparatrice” dopo la vergognosa ritirata di molte delle organizzazioni aderenti dalla manifestazione antifascista di Macerata lo scorso 10 febbraio di fronte al divieto opposto dal ministro degli interni Minniti.
Non sfugge a nessuno che la manifestazione di sabato verrà apertamente utilizzata dal Pd e da Liberi e Uguali per la propria campagna elettorale e per legittimare se stessi come baluardo contro le destre. Con una enorme contraddizione: il loro governo è esattamente quello che ha come ministro degli Interni quel Minniti che aveva vietato la manifestazione antifascista a Macerata e che è stato costretto a fare marcia indietro dalla impetuosa risposta emersa in tutto il paese. Del resto è evidente come la natura della Legge Minniti contenga in sè il seme del razzismo istituzionale che i fascisti diffondono e cercano di gestire nella società.
Questa contraddizione non è rimovibile, anche perché la linea seguita dal governo e dal sistema mediatico affine al Pd è stata proprio quella di sdoganare e utilizzare i gruppi neofascisti e il pericolo della destra in funzione di un recupero di consensi elettorali in caduta libera.
Non solo. Negli anni precedenti è emerso, anche clamorosamente il livello di copertura e legittimazione degli apparati dello Stato verso i gruppi neofascisti riqualificati come “bravi ragazzi impegnati nel sociale”. Nei mesi precedenti abbiamo invece assistito ad una operazione tesa ad amplificare il ruolo delle organizzazioni neofasciste in rapporto al disagio sociale. Una equazione che serviva a dimostrare come il disagio sociale delle periferie potesse esprimersi politicamente solo attraverso la destra, alimentando le tensioni sociali e razziali. In questo modo il Pd poteva presentarsi come il garante della tenuta sociale e democratica del paese, nonostante le sue evidenti responsabilità proprio nel peggioramento delle condizioni di vita dei settori popolari.
Questa operazione però è saltata con l’entrata in campo, imprevista e poi osteggiata spudoratamente, di Potere al Popolo che l’equazione disagio sociale/fascisti come unica espressione politica, l’ha completamente rovesciata, cercando proprio di ridare rappresentanza politica alle esigenze popolari e alle contraddizioni sociali prodotte da decenni di misure lacrime e sangue imposte dall’Unione Europea e dai diktat liberisti.
La nostra campagna elettorale si sta concentrando proprio nei quartieri popolari delle periferie per affermare questa prospettiva e contendere metro a metro lo spazio “politico” che il potere vorrebbe consegnare ai fascisti. E’ con questo spirito e in questo senso che rivendichiamo e pratichiamo l’antifascismo militante.
L’operazione progettata dal Pd, dai suoi apparati governativi e mediatici ha dovuto così rettificare il tiro di corsa, reintroducendo la tesi degli “opposti estremismi” di destra e di sinistra come minaccia alla democrazia e alla stabilità. Una chiave di lettura che è diventato anche un assist a Berlusconi secondo cui la minaccia sono solo gli antifascisti.
Esattamente come in passato, nelle piazze abbiamo assistito ad un evidente doppio standard. Le manganellate degli apparati di Minniti fioccano solo contro i manifestanti di sinistra e antifascisti, mai contro i fascisti (nel fermare la marcia di Forza Nuova a Macerata contro “i bravi ragazzi italiani” non si è alzato un solo manganello ma c’è stato solo contenimento). Qualche volta, come a Pavia, abbiamo visto gli agenti caricare fianco a fianco ai fascisti.
I fascisti di Forza Nuova riescono ad entrare comodamente negli studi televisivi della 7 nonostante ci fossero in studio Renzi e D’Alema. Qualche anno fa i fascisti di Casa Pound fecero una indisturbata incursione notturna dentro la Rai.
Di tutto questo non c’è e non ci poteva essere traccia nella manifestazione di sabato 24 febbraio a Roma. Questa manifestazione, così come è venuta configurandosi dopo Macerata, sarà una occasione solo per il Pd e in misura minore di Liberi e Uguali. A nostro avviso commettono un errore i compagni che vi partecipano e bene ha fatto Potere al Popolo a non aderirvi.
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Franco Lombardi
Voi siete malati di estremismo e non riuscite a vedere più in là del vostro naso!!
Bene hanno fatto Acerbo ed Alboresi ad aderire e ad essere in prima fila insieme alla gloriosa ANPI.
Una sinistra che non ha ” vicini di banco ” parafrasando Cremaschi, e’ destinata a perdere per l’eternita’.
Redazione Contropiano
ma quale estremismo… Se l’antifascismo è rappresentato dal Pd di Minniti, ce tutti i giorni ordina cariche contro chi contesta i fascisti, mi sa che il masochismo ha colpito duro…
Verino
Fate un clamoroso errore, anche al netto di cose giuste sopra riportate: non partecipare significa alimentare la rinascente strategia degli opposti estremismi e confina potere al popolo nell’estremismo di sinistra. cioè fate proprio il gioco di Minniti.
Redazione Contropiano
per noi l’antifascismo militante è una scelta consolidata. Noi eravamo a Macerata, convinti e nonostante il divieto di Minniti. Chi vuole andare vada ma non chiedeteci di portare l’acqua con orecchie al Pd e Leu che si gestiranno la manifestazione senza dire una parola contro Minniti
Francisco
Andare per fare che? Dare la patente di antifascismo a chi non s’è fatto vivo quando era il momento?
Ma che restino pure quei quattro gatti di piddini revisionisti in piazza, così si contano a dovere.
Tanto avrebbero bloccato i pullman ai caselli, creato un diversivo a manganellate… molto raffinata la trovata di Minniti di vietare bandiere e altre “armi improprie”.
E poi con questa ANPI che non si capisce più che pesce è, basta guardare cosa organizza il 25 aprile negli ultimi anni.
Chiarezza ci vuole, chiarezza! E’ ora di fare terra bruciata intorno ai fascisti e i loro accoliti.
walter
sono d’accordo. la manifestazione è il classico spot a favore di telecamere di rai1, segue giorni di affondi della polizia, in altre piazze, contro chi il fascismo lo combatte realmente. è la manifestazione-fiction voluta da quel renzi che berlusconi (condannato, radiato, interdetto dalla legge, eppure “incredibilmente”! libero di candidarsi e di fare campagna elettorale, peraltro al fianco di fasci palesi e dichiarati…) loda ed approva, tanto per dire. teniamoci a debita distanza.
Fred
fascista è chi firma legge fornero, jobs act, revisioni costituzionali, buona scuola, bombardamenti a cazzo e via discorrendo.
siete andati ieri alla manifestazione? e allora tenetevi pure le riforme che avete sostenuto!
ciao
Stefano
Sono d’accordo con l’analisi dell’articolo e non posso che capire e comprendere la reazione di rifiuto di questo marcescente apparato istituzionale che tanto ha contribuito alla rinascita del fascismo, con un PD apripista spudorato. Però……
Però in politica l’analisi non è il tutto ed è complementare alla sintesi per potersi applicare. E’ per questo che , come a Macerata, io ieri sono andato a Roma ed aldilà dello schifo nel vedere Gentiloni, Renzi, Madia, Martina e cameratelli vari, è stato interessante ed istruttivo ascoltare, parlare, in somma confrontarsi coi compagni (non “amici” e “colleghi”) presenti; ricordiamoci sempre che i riferimenti vanno costruiti dal basso. Io, da prigioniero in patria dopo la sconfitta epocale della battaglia (non della guerra) del ’77, dal radicalismo assoluto ho traghettato verso un radicalismo relativo, e credo sia giusto ogni tanto sporcarsi le manine senza rinunciare a nulla.
Ad ogni modo dopo anni di latitanza dalle urne, voterò convintamente Potere al Popolo.
P.S.: ho apprezzato grandemente l’abbandono di tribune elettorali da parte di candidati PAP in presenza di neofascisti!!