Nella regione di Lugansk i lavoratori di 7 miniere hanno deciso di interrompere il lavoro e di prendere posizione ai posti di blocco per respingere le incursioni dell’esercito di Kiev e dei paramilitari fascisti di Settore Destro inquadrati nelle milizie della ‘Guardia Nazionale’. Vladimir Serdjukov, istruttore politico della milizia popolare presso Krasnyj Luch ha informato la stampa locale che i minatori sono dotati di armamenti e di esplosivi.
A Enakievo i minatori e gli operai di alcuni stabilimenti hanno occupato le fabbriche dell’oligarca Akmhetov, prima alleato con l’ex presidente Yanukovich e nel corso del golpe passato dalla parte delle forze nazionaliste e filoccidentali, attualmente sostenitore del potente oligarca e probabile prossimo presidente dell’Ucraina Poroshenko. Circa 8mila tra minatori e operai sono scesi in piazza proclamando lo sciopero ad oltranza.
Sulle barricate erette dai lavoratori davanti alle fabbriche occupate sono stati sistemati striscioni che, in riferimento alla strage di Odessa affermano “non perdoniamo” mentre sono state date alle fiamme alcune bandiere di Pravyi Sektor e di altri partiti neonazisti.
Informazioni tratte da https://www.facebook.com/ucrainaantifascista
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