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Udine. Studente gravemente ferito durante l’alternanza scuola lavoro

Un ragazzo durante uno stage di alternanza scuola-lavoro in un’azienda di Pavia di Udine mercoledi mattina si è semi amputato una mano con una fresa, mentre lavorava alla finitura e all’imballaggio di profili in alluminio.
Ma non basta. Nello stesso giorno è morto un operaio di 19 anni a Monfalcone, l’ennesima strage, l’ennesimo morto sul lavoro. Impiegato in una ditta in appalto è stato schiacciato da un blocco di cemento di 700 chili, staccatosi da una gru.
Non è un caso, non può esserlo. Non se da inizio anno si contano più di 220 persone morte sul posto di lavoro.
Come sempre accade, questi fatti passeranno come gli ennesimi incidenti di percorso, le ennesime “distrazioni”, forse ci sentiremo addirittura dire che i giovani si devono abituare anche a questo, perchè tanto devono “rimboccarsi le maniche”.
Noi invece sappiamo bene che la politica dello sfruttamento e della competizione sfrenata è l’unica causa di questi gravissimi episodi.
Ed è così, è vero, vogliono che ci abituiamo. Al lavoro gratuito, alla precarietà, alle mansioni dequalificate e dequalificanti, all’ubbidienza e ora anche a lavorare senza tutela, senza sicurezza, all’indifferenza e alla passiva rassegnazione nei confronti dei soprusi, delle molestie, degli incidenti, delle morti sul lavoro.
Se un ragazzo a 16 anni è costretto a vedersi già operaio e non più studente è perché il mondo della formazione è ormai totalmente asservito al mercato e la scuola assume le sembianze di un’azienda.
Se un ragazzo muore a 19 anni in un cantiere è a causa di scelte politiche, di “riforme” del lavoro che hanno portato solo all’aumento della disoccupazione e della precarietà.
Noi non rimarremo indifferenti. Non crederemo ai vostri bei discorsi sulle mille opportunità date dalla competizione, dall’imprenditorialità, dallo sviluppo di fantomatiche competenze. Non vi ascoltiamo più.
Solidarietà allo studente ferito!
BASTA MORIRE DI LAVORO E BASTA ALTERNANZA!

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