Mentre ieri decine di braccianti di San Ferdinando hanno aderito allo sciopero del settore proclamato dalla Usb dopo l’assassinio di Sacko Soumaila, in diverse città italiane si sono svolte manifestazioni di protesta davanti alle Prefetture a Roma, Milano, Potenza e in altre città. A Napoli almeno 500 persone sono scese in piazza. A Genova si manifesterà mercoledi 6 giugno.
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Insieme ai braccianti del vibonese in Calabria, si sono mobilitati i braccianti della Puglia, bloccando completamente il lavoro, e quelli della Basilicata.
Con i braccianti, con chi ha percorso migliaia di chilometri in cerca di futuro trovando solo vessazioni e umiliazioni, si sono schierati compatti i lavoratori della Logistica, altro settore che vive e prospera sulla pelle dei migranti, i quali si mobiliteranno mercoledì 5 e giovedì 6 nel nome di Soumaila Sacko. Che in Italia era arrivato in cerca di lavoro e futuro, per sé, per la moglie e la figlia rimaste in Mali, trovando invece una paga oraria di 3 euro. Che qualcuno chiama pacchia.
Per tutti l’appuntamento principale rimane fissato a Roma, sabato 16 giugno, dove si terrà la manifestazione nazionale per combattere le disuguaglianze sociali e rompere i vincoli della UE, quelli per esempio dei Trattati di Dublino che consentono all’Europa di disinteressarsi del problema migranti. Per ricordare al nuovo governo che al primo posto c’è il ristabilimento di dignità e diritti per chi lavora.
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