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Il Pd cerca la catarsi nella “buca” di Tor Bella Monaca

Far dimenticare le proprie responsabilità, rifarsi una verginità politica, ma soprattutto cercare di “far dimenticare” le conseguenze delle proprie scelte di governo nazionale e locale e le aspettative disattese. Scoprire che la Direzione nazionale del Pd si è riunita nella rabbiosa periferia di Roma, a Tor Bella Monaca, può avvenire tramite le anticipazioni dei giornali (che ormai leggono in pochi) oppure trovando il quartiere pieno di blindati e polizia. Insomma un deep impact degno di chi con la gente e con il quartiere mostra di avere più problemi che consensi.

Qui di seguito il racconto a Contropiano di una attivista dell’Asia-Usb di Tor Bella Monaca sulla riunione della Direzione nazionale del Pd.

Ieri pomeriggio, mentre andavamo ad aprire la nostra sede su via dell’Archeologia, a Tor Bella Monaca, abbiamo visto nei pressi della libreria aperta sotto il centro commerciale, telecamere, carabinieri, molta gente. Abbiamo pensato ad un evento comunque culturale.

Ed invece, abbiamo appreso dai media che  il “PD era tornato nelle periferie”, facendo  la direzione nazionale  all’interno di una libreria, piuttosto che all’interno della sua sezione che si trova a fianco della nostra. Ovviamente, commenti sarcastici ed ironici. Stare dentro, immersi in alcuni luoghi, costringe a prendere atto del fallimento delle proprie politiche sociali e del lavoro.

Avrebbe costretto i dirigenti del Pd, che per anni hanno governato Roma, a vedere cosa è significato tagli allo stato sociale, tagli agli investimenti pubblici che si sarebbero potuti riversare, ad esempio, su quella che è la gestione quotidiana del patrimonio abitativo, creando lavoro e non il Pil parallelo che si è sostituito, in alcune zone, al welfare legale.

Tor Bella Monaca, per il PD, vuole essere l’emblema di una rinascita politica che, però, suona falsa. Le periferie tutte sono arrabbiate. E non da oggi, ma da ieri, dall’altro ieri. E il risultato di questa rabbia è stato Salvini. Quando chi ha occupato per necessità un alloggio, vota il suo carnefice perché, ricordiamolo, nel contratto di governo si parla di 48mila sgomberi che si stavano già attuando con la giunta Raggi, significa che siamo in una fase schizofrenica. Ma in questa fase è l’abbrutimento sociale che prevale. Eppure, ieri pomeriggio, mentre fuori dalla mia sede, mi guardavo intorno, vedevo tanta gioventù e tanti anziani. Lungo questo chilometro di vita è rappresentata la strada che si è percorsa con i fallimenti della politica e c’è la strada che si vuole percorrere con gli strumenti di chi si sporca le mani, standoci tutti i giorni.

Ascoltando i pianti delle madri e delle donne che hanno figli, compagni in carcere. O ascoltando la rabbia di chi ha perso il lavoro e sa di non avere prospettive. O i tanti giovani che sono in bilico, perché stretto è il confine tra legalità e illegalità. O ripensando alle parole di una donna, con le sue dure esperienze passate e presenti, che un giorno mi disse :” Tor Bella Monaca è come una buca profonda. Se riesci a risalire ed uscire sei salva, altrimenti riscivoli giù”.

La domanda, dunque è : perché si è consentito che quella buca ci fosse? Non la ruspa di Salvini, ma quella della buona politica è mancata in questi anni. E su questo, non ci sono i non colpevoli!”

*attivista di Asia-Usb del quartiere

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