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Strage dei braccianti. Il governo “si muove”, oggi lo sciopero in tutta la piana

Ieri a Foggia si è tenuto un vertice in Prefettura convocato dal ministro dell’Interno, Salvini dopo i due incidenti in cui, sabato scorso e lunedi, sono morti complessivamente 16 braccianti agricoli, tutti immigrati. Il vertice con il ministro Salvini ha seguito l’incontro, sempre in prefettura, tenutosi con il premier Giuseppe Conte. Sia il ministro sia il premier hanno incontrato una delegazione di migranti.

Intanto sono state avviate due distinte indagini – ha fatto sapere il Procuratore della Repubblica di Foggia Vaccaro – una riguarda l’incidente stradale, per capire la dinamica e tutto ciò che può averlo causato, anche se c’è da dire che in entrambi i casi sono morti i due autisti dei pullmini sui quali erano stipati i poveri migranti. L’altra indagine è stata avviata sul caporalato.

Sulle iniziative del governo e lo sciopero di oggi nella piana del foggiano, rendiamo noto il comunicato emesso dall’Unione Sindacale di Base:

Ci sono voluti 16 braccianti morti in 48 ore perché il governo decidesse di muoversi: il presidente del Consiglio in visita a Foggia – se fosse un parlamentare eletto si potrebbe dire che è attento al suo collegio – Salvini pure, ma con la divisa da sceriffo a presiedere il Comitato per l’ordine e la sicurezza.
Di Maio invece lancia un concorso straordinario per l’assunzione di ispettori del Lavoro. L’aveva già annunciato proprio all’Unione Sindacale di Base nell’incontro del 4 luglio scorso, convocato dopo l’assassinio di Soumaila Sacko a San Ferdinando.

Allora aveva anche promesso un tavolo interministeriale sul lavoro agricolo, coinvolgendo i ministeri dell’Agricoltura, delle Infrastrutture e del Sud. A oggi, ed è passato più di un mese, non ci sono notizie né del tavolo interministeriale, né del concorso. Nulla si sa neanche dell’iniziativa tesa a subordinare l’accesso ai contributi europei al rispetto da parte delle aziende dei diritti dei lavoratori.
La verità è che si vuole fare del lavoro agricolo un puro e semplice tema di ordine pubblico: ci sono i cattivi caporali che sfruttano i poveri immigrati clandestini. Eliminando l’immigrazione e i caporali, il problema è risolto.
Invece no, come USB ripete da anni e ribadirà il 22 settembre proprio a Foggia: il bracciante sfruttato, schiavizzato, costretto a vivere in condizioni disumane, lo è soprattutto perché esiste una filiera con al vertice la Grande Distribuzione Organizzata, che fa e disfa prezzi e quote di mercato, obbligando un intero settore a vivere di spiccioli. Ai braccianti, gli stessi braccianti che proprio in queste terre Giuseppe Di Vittorio aveva cominciato a organizzare sindacalmente, sono destinati gli spicci degli spiccioli. E con quelli devono arrangiarsi. I caporali – che, sia detto chiaramente, vanno stroncati – diventano un fenomeno quasi marginale, un bersaglio facile.
L’obiettivo della nostra battaglia rimane la conquista dei contratti, dei diritti e della dignità per tutti i braccianti che lavorano nelle campagne italiane. Per raggiungerlo si combattano sì i caporali, ma più che i pattuglioni e i posti di blocco potranno i provvedimenti legislativi e amministrativi che riportino trasparenza e normalità in un settore ostaggio della Grande Distribuzione.
Questo ricorderemo durante la marcia dei berretti rossi che partirà mercoledì mattina – giorno di sciopero dei braccianti – alle 8 dall’ex ghetto di Rignano, destinazione prefettura di Foggia. Questo scriveremo nelle nostre proposte per l’intero settore agricolo, che presenteremo il 22 settembre.
Nell’attesa, il nostro compito è stare tra i lavoratori e fornire loro assistenza, come sta facendo in queste ore l’Ufficio legale nazionale di USB con le vittime dei due incidenti e i loro familiari.

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