Carriere fulminanti che la dicono lunghissima sulla classe dirigente, i servi delle imprese e la “caratura” di certi sindacalisti.
Di Valeria Fedeli si sapeva poco fin quando non è stata investita dell’incarico di ministro della Pubblica Istruzione, Ricerca e Università nel governo Gentiloni. Gli addetti ai lavori l’avevano conosciuta come segretaria nazionale dei tessili Cgil per molti anni, in cui il settore è stato progressivamente smantellato (chiusure e delocalizzazioni), senza che il sindacato da lei diretto muovesse un dito per fermare il disastro; o almeno provarci.
Poi era stata eletta senatrice con il Pd, nominata vicepresidente del Senato, posto lasciato per quello di ministro.
Aveva sollevato scandalo il fatto di aver sostanzialmente “taroccato” il proprio curriculum di studi, vantando una laurea inesistente e persino un diploma di scuola superiore di natura incerta. Vederla a capo della ricerca e dell’università era certamente uno choc per chiunque avesse a cuore la qualità della formazione dell nuove generazioni.
Ora che anche sua carriera politica – dopo quella sindacale – è finita, risorge a nuova vita.
Un incarico più onorifico che di vero potere, che presumibilmente assicura ricchi gettoni di presenza e un’aura di internità ai poteri che contano.
Scrive infatti Orizzonte Scuola:
Valeria Fedeli, ex ministro dell’Istruzione, farà parte del Cda della Fondazione Agnelli: lo scrive “Il Tempo”.
John Elkann ha scelto la Fedeli come erede del posto vuoto lasciato da Sergio Marchionne nel CDA, che al momento è formato dalla vicepresidente Tiziana Nasi, da Anna Agnelli, da Tancredi Campello della Spina e da Gianluigi Gabetti, da Giorgio Barba Navaretti, Francesco Profumo e Salvatore Rossi.
La decisione sarebbe però è stata presa prima della morte di Marchionne con il via libera dell’Antitrust, causa l’incarico come ministro dell’Istruzione fino a poche settimane prima della candidatura, per evitare il conflitto d’interessi.
Non conosciamo le ragioni o i meriti che abbiano convinto gli Agnelli ad affidarle uno dei posti che occupava Sergio Marchionne. Ma di sicuro non devono essere legati alla sua pervicacia nella “difesa dei lavoratori”, dell’istruzione pubblica, di docenti e studenti.
Anzi…
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Franco Astengo
Non si sa molto della sua carriera politica ma l’origine è quella della sinistra sessantottina milanese, poi l’impatto con la CGIL da delegata della funzione pubblica, quale incontro furtunato e l’aggancio con la corrente migliorista (forte e particolare a Milano) fino all’approdo a Corso d’Italia per la carriera sindacale fino alla candidatura al Senato dove di colpo (presidente della Repubblica Napolitano) diventa vice – presidente. Si può dire di cursus honorum “trasformista”? Mi auguro di sì.
Michele
E’ una vergogna per la nostra ” povera Italia ” nelle mani di questi individui !!!!!! Ma grazie alla Corte Cosatituzionale e ad alcuni Magistrati onesti tutte queste immonde creatute che hanno postato L’ Italia ad essere derisa da tutto il mondo ,porterà ad una vera RINASCITA del nostro Bel Paese invidiato da tutto il mondo !!!!!!! VIVA l’ ITALIA !!!!!!!!
Luigi
Chiedo alla vostra redazione se conoscete Valeria Fedeli, se avete avuto modo di lavorare con lei, se siete stati a Bruxelles con lei quando discuteva del futuro del sistema tessile calzaturiero italiano, perché ho l’impressione non la vonosciate
Redazione Contropiano
Facendo politica e sindacato da qualche decennio, abbiamo avuto molte occasioni di scontro con la signora Fedeli… Parliamo con cognizione di causa e comunque il curriculum – come si dice – parla da sé…
Massimo
Povera Italia, oramai siamo alla frutta uomini o donne con lauree e master disoccupati invece l’ex ministro forse nemmeno con il diploma ancora nei posti di comando . è proprio vero in Italia si va avanti solo per conoscenze!!!